LOTUS 72E Ford Cosworth DFV

   La Lotus 72 rappresenta un altro esempio delle capacità progettuali del genio di Colin Chapman. Viene progettata, con l'aiuto di Maurice Philippe, per la stagione 1970 con soluzioni innovative per l'epoca, come i freni montati internamente alla vettura e non sulle ruote per diminuire le masse sospese, i radiatori montati ai lati della vettura e non davanti all'abitacolo come usato fin dagli anni '50 e la presa d'aria per il motore posizionata sopra la testa del pilota.

LOTUS 72E, Ronnie Peterson
Nürburgring, GP di Germania 1975

   La forma della monoposto ricorda una freccia, molto sottile all'anteriore per poi allargarsi al posteriore, utile per migliorare la penetrazione aerodinamica e rendendo la vettura più veloce di circa 20km/h rispetto alle altre monoposto equipaggiate con lo stesso motore. Grazie allo spostamento dei radiatori al retrotreno, lateralmente al musetto possono essere montati ali di grandi dimensioni che forniscono un carico aerodinamico importante, compensando così lo spostamento dei pesi al posteriore. Un'altra importante novità riguarda il motore che sulla Lotus 72 funge da elemento portante, tecnica già impiegata sulla Lotus 49.

LOTUS 72E, Ronnie Peterson
Watkins Glen International, GP USA 1975

   Una volta risolti i problemi di maneggevolezza, dovuti alle nuove geometrie delle sospensioni che adottano un innovativo sistema antiaffondamento per evitare il tipico beccheggio in accelerazione e frenata tipico per le monoposto dell'epoca, la 72 si rivela subito una macchina molto veloce e facile da guidare, anche se i piloti inizialmente faticano a trovare il feeling proprio per la mancanza dell'affondamento in frenata. Con le masse radianti spostate al posteriore, lateralmente al motore, oltre al vantaggio di rendere più affusolato il musetto avvantaggiando l'aerodinamica, si crea un bilanciamento dei pesi più spostato al posteriore con il vantaggio di aumentare la trazione e il controllo in curva.

LOTUS 72E, Brian Henton
Zeltweg, GP d'Austria 1975

   La Lotus 72 ha una vita particolarmente lunga partecipando, nelle diverse configurazioni, a ben 5 mondiali. Quella utilizzata dal team Lotus nella stagione 1975 è la versione E, l'ultima della gloriosa storia di questa monoposto, che però nulla possono contro le monoposto più recenti della concorrenza, ottenendo solo 9 punti in campionato e portando il team al settimo posto in classifica. Durante la stagione 1975 la 72E viene pilotata da Ronnie Peterson e Jacky Ickx, con il belga che dal Gran Premio di Gran Bretagna lascia il team venendo sostituito da Jim Crawford, John Watson e Brian Henton. Anche il team privato Gunston iscrive due Lotus 72 al Gran Premio del Sud Africa del '75, una 72A pilotata dal sudafricano Eddie Keizan, e una 72E affidata a Guy Tunmer.

LOTUS 72E Gunston, Guy Tunmer
Kyalami, GP del Sud Africa 1975

   A fine stagione la Lotus 72 viene “pensionata” dopo aver tenuta alta la bandiera Lotus per ben cinque stagioni e aver conquistato 20 successi, 2 mondiali piloti (il primo con il compianto Jochen Rindt nel 1970 e il secondo con Emerson Fittipaldi nel '72) e 3 titoli costruttori, nel '70, '72 e '73. Proprio grazie a questa longevità la Lotus 72 rimane una delle auto di Formula 1 di maggior successo.

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