Nel 1977, il team ATS compie il "grande salto" in Formula 1 acquistando il materiale lasciato dalla Penske e schierando le PC4 con la propria livrea. Tuttavia, nel 1978, la scuderia tedesca diventa un costruttore a tutti gli effetti. Il proprietario e fondatore Günter Schmid rileva lo stabilimento e il personale della March, dopo l'annuncio del ritiro di quest'ultima dalla F1. Per la progettazione della prima ATS, Schmid si affida a Robin Herd, ex progettista della March, che sviluppa la ATS HS1, il cui nome richiama le iniziali di Herd e Schmid.
![]() |
ATS HS1, Jochen Mass Buenos Aires, GP d'argentina 1978 |
Herd prende spunto dalla Penske PC4 del 1977, ma la HS1 risulta obsoleta già prima del debutto, non essendo progettata secondo i principi dell'effetto suolo introdotto dalla Lotus. La vettura presenta un design poco armonioso: il muso è largo e caratterizzato da una grande presa d'aria squadrata, mentre l'abitacolo si eleva sopra la carrozzeria in modo sproporzionato, ricordando la torretta di un sommergibile. La meccanica è derivata direttamente dalla PC4, con un passo di 2718 mm e un peso vicino ai 600 kg, rendendola difficile da guidare e meno veloce delle concorrenti. Oltre ai limiti tecnici, il team deve fare i conti con la personalità turbolenta di Schmid, il quale non esita a scaricare le colpe sui piloti per gli scarsi risultati. Nel corso della stagione, il team ATS cambia ben sette piloti: Jochen Mass e Michael Bleekemolen si alternano sulla vettura n. 9, mentre sulla n. 10 si susseguono Jean-Pierre Jarier, Alberto Colombo, Keke Rosberg, Hans Binder e Harald Ertl. Questo continuo turnover ostacola il lavoro del team e porta Robin Herd ad abbandonare il progetto a metà stagione a causa dei contrasti con Schmid.
![]() |
ATS HS1, Jochen Mass Interlagos, GP del Brasile 1978 |
A sostituire Herd arriva l'ingegnere inglese John Gentry, incaricato di sviluppare due progetti: una versione migliorata della HS1 e una nuova vettura per il futuro. La HS1B, frutto del primo progetto, presenta diverse modifiche estetiche: il radiatore anteriore viene eliminato, i leveraggi delle sospensioni anteriori sono carenati, le fiancate arcuate ospitano i radiatori di acqua e olio sovrapposti, e l'abitacolo assume una forma più slanciata ed elegante. Tuttavia, Gentry non interviene sulla parte meccanica, e i risultati restano deludenti. Il miglior piazzamento stagionale rimane il settimo posto di Jochen Mass in Brasile, ottenuto peraltro con la versione originale della HS1.
![]() |
ATS HS1B, Jean-Pierre Jarier Montecarlo, GP di Monaco 1978 |
Parallelamente, Gentry sviluppa la nuova monoposto ATS, progettata con un'aerodinamica più moderna e basata sui principi dell'effetto suolo. Pronta per agosto 1978, la vettura riceve la sigla "D1" in omaggio alla Germania ("D" sta per Deutschland), sottolineando il ruolo di ATS come unico team tedesco in Formula 1. Per affiancare Gentry, viene assunto il giovane progettista austriaco Gustav Brunner, destinato a una brillante carriera in F1. Nonostante la D1 presenti molte somiglianze con la Lotus 79, alcuni dettagli ne limitano l'efficacia: la disposizione dei radiatori, degli scarichi e dei serbatoi dell'olio disturba il flusso aerodinamico, riducendo l'effetto suolo. La vettura ha un design aggressivo, con muso stretto e squadrato, carenatura delle sospensioni anteriori triangolare e fiancate alte per ospitare le masse radianti e i canali Venturi più lunghi possibile. Tuttavia, le minigonne laterali sono rigide e non sigillano perfettamente le fiancate, compromettendo ulteriormente l'aerodinamica.
![]() |
ATS D1, Keke Rosberg Watkins Glen, GP USA Est 1978 |
La D1 debutta nelle ultime due gare nordamericane del 1978 con Keke Rosberg, ma senza ottenere risultati rilevanti. Constatata l'inefficacia della vettura, il team decide di accantonarla e di concentrare gli sforzi sulla monoposto del 1979, nella speranza di colmare il divario con i team di vertice.
Commenti
Posta un commento