Nel 1976 la scuderia inglese March Engineering è ormai un team al collasso, con scarse risorse finanziarie e, peggio ancora, senza un piano di sviluppo per il futuro in quanto l'interesse per la massima serie è ormai passato in secondo piano. Lo storico progettista Robin Herd infatti, su pressione della BMW Motorsport Racing che utilizza telai March in Formula 2, è completamente concentrato alla realizzazione della nuova monoposto per la formula minore e così, per fronteggiare la stagione '76 in Formula 1, il team March recupera i vecchi telai delle 751 aggiornando soprattutto l'impianto frenante, tallone d'Achille della March nella stagione '75, e la distribuzione dei pesi cercando di rendere più maneggevole la monoposto.
MARCH 761, Ronnie Peterson
Zandvoort, GP d'Olanda 1976
Due nuove March 761, sempre motorizzate Ford Cosworth DFV e dotate del vecchio cambio Hewland DG 400 a sei rapporti, vengono seguite direttamente dalla casa madre e affidate al tedesco Hans Joachim Stuck e allo svedese Ronnie Peterson, ritornato in March dopo la deludente parentesi in Lotus. La livrea delle due monoposto subisce molti cambiamenti durante la stagione in base ai diversi sponsor che colorano la vettura con diverse livree a seconda degli accordi firmati gara per gara.
MARCH 761, Hans Joachim Stuck
Montecarlo, GP di Monaco 1976
Per tutta la stagione 1976 anche il Beta Team March schiera una 761 ufficiale pilotata dall'italiano Vittorio Brambilla e gestita dal team privato che corre con licenza inglese. Altri due team utilizzano la March 761 e sono il Lavazza Team March, che però scende in pista solo nella gara di apertura del campionato in Brasile con la pilota italiana Lella Lombardi, e il team Ovoro Merzario March che, con il pilota italiano Arturo Merzario, a partire dalla terza gara del campionato partecipa a sette Gran Premi consecutivamente. La 761 Ovoro Merzario, nonostante gli scarsissimi risultati ottenuti, è però ricordata perchè durante il tragico Gran Premio di Germania al Nürburgring, proprio Merzario è protagonista nell'estrarre Lauda dalla sua Ferrari in fiamme.
![]() |
MARCH 761 Team Ovoro, Arturo Merzario Jarama, GP di Spagna 1976 |
La 761 è una vettura veloce ma per niente affidabile e il campionato del 1976 è costellato da continui ritiri, dovuti soprattutto alla fragilità congenita di una monoposto ormai desueta e costruita con materiali scadenti, viste le scarsissime risorse della fabbrica di Bicester, nell'Oxfordshire in Inghilterra. Nonostante tutto proprio in questa stagione la March ottiene il suo secondo e ultimo successo in Formula 1, grazie a Peterson che conquista una insperata vittoria sul veloce circuito di Monza. A fine stagione la March totalizza 19 punti grazie anche a saltuari piazzamenti a punti di Stuck e Brambilla, piazzandosi al settimo posto della classifica costruttori.
![]() |
March 761 "2-4-0" |
Dopo la fine del campionato una 761 viene modificata da Robin Herd per provare un sistema di monoposto a sei ruote, come già sperimentato dalla Tyrrell, anche se, a differenza della scuderia concorrente, le doppie ruote vengono messe al posteriore sempre su due assi. Herd ritiene che il vantaggio della Tyrrell nell'avere quattro ruote all'avantreno viene vanificato dall'enorme resistenza aerodinamica che producono le gigantesche ruote posteriori, mentre il suo sistema permette di avere una linea più bassa e filante, oltre che un'ottima trazione data dalle quattro ruote al posteriore. Purtroppo tale sistema si rivela disastroso con una monoposto particolarmente lunga, poco affidabile e soprattutto difficilissima da inserire in curva. Il progetto viene immediatamente accantonato e la March 761 "2-4-0", dal nome del progetto, non viene mai portata in gara.
Commenti
Posta un commento