L'avvento in Formula 1 dell'effetto suolo, sviluppato dalla Lotus sulla sua 78 nella stagione '77 e perfezionato nella stagione successiva con la 79, ha reso di colpo obsolete le vetture della concorrenza che si trova obbligata a copiare le soluzioni tecniche della rivoluzionaria monoposto di Colin Chapman. Non sfugge a questo la McLaren che aveva progettato per il 1978 la M27, con la colpa di non aver incorporato nel progetto i nuovi dettami aerodinamici e conseguentemente subito accantonata, imponendo al progettista Gordon Coppuck di concentrarsi sul successivo progetto che tenesse conto dell'avveniristico principio aerodinamico.
McLAREN M28, Patrick Tambay
Buenos Aires, GP d'Argentina 1979
Nasce così la McLaren M28 che tenta di sfruttare le idee vincenti della Lotus 79, anche se il team di Woking è tra gli ultimi ad allinearsi a questa tecnologia. Per cercare di recuperare lo svantaggio tecnico accumulato, Coppuck disegna un telaio monoscocca dalla larghezza molto ridotta, per poter creare dei canali venturi molto larghi. Per la costruzione del telaio in alluminio viene utilizzata la tecnologia dei pannelli a sandwich che, sebbene più pesante della struttura a foglio singolo, promette di reggere meglio alle maggiori sollecitazioni aerodinamiche.
McLAREN M28, John Watson
Buenos Aires, GP d'Argentina 1979
Anche il propulsore, il convenzionale V8 tre litri Ford-Cosworth DFV, viene usato come elemento strutturale della vettura, abbinato al cambio Hewland FGA a 6 rapporti. La carrozzeria è caratterizzata da ampie e lunghe pance laterali che si estendono in lunghezza dall'avantreno al retrotreno e che incorporano i radiatori dell'acqua, due dei tre serbatoi del carburante e il profilo ad ala rovesciata che, accoppiato alle minigonne, crea la depressione al di sotto della monoposto. La livrea riprende il classico bianco-rosso dello sponsor Marlboro ma una nota particolare è d'obbligo per ricordare la livrea dello sponsor Löwenbräu sfoggiata dal team McLaren nel Gran Premio USA West di Long Beach.
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McLAREN M28, John Watson Long Beach, GP USA Ovest 1979 |
Le sospensioni sono tradizionali e non vengono adeguate al maggior carico aerodinamico che deve sopportare la vettura, se non per il fatto che sono state studiate per ottimizzare i flussi d'aria del sottoscocca offrendo la minima interferenza. Al retrotreno gli elementi ammortizzanti sono infatti posizionati ai lati della scatola del cambio e i freni sono entrobordo. La M28 ha un passo di 2860 mm ma il peso molto elevato di 675kg, ne pregiudica radicalmente le prestazioni. La vettura debutta già nel primo Gran Premio stagionale in Argentina ottenendo un buon terzo posto con il nuovo arrivato John Watson. Il risultato ottenuto dal pilota nord irlandese resta comunque il miglior risultato nel corso della stagione, mentre il confermato pilota francese Patrick Tambay, non trova il feeling con la nuova monoposto, preferendo in più occasioni ricorrere alla precedente M26.
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McLAREN M29, Patrick Tambay Zandvoort, GP d'Olanda 1979 |
Nonostante sui tre telai costruiti vengono fatti continui aggiornamenti, mediante alleggerimenti e rivisitazioni dell'aerodinamica, la M28 si dimostra troppo grezza e pesante per essere competitiva e viene presto accantonata per fare posto a una versione più aggiornata, con un telaio più leggero e una linea più pulita, la M29, con la quale il team conclude la stagione, ottenendo solo 15 punti e il settimo posto nella classifica costruttori.
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