WOLF-WILLIAMS FW05 Ford Cosworth DFV

   Prima dell'inizio della stagione 1976 il magnate canadese del petrolio Walter Wolf viene messo in contatto con Frank Williams da Gian Piero Dallara, costruttore italiano di vetture sportive che aveva avuto un rapporto di lavoro proprio con Williams nel 1970, quando il patron dell'omonima scuderia inglese aveva richiesto a Dallara di costruire la “De Tomaso 505” con la quale partecipare al campionato mondiale di Formula 1 del '70. Frank Williams, alla continua ricerca di finanziatori, accetta di cedere al magnate canadese il 60% della Frank Williams Racing Cars, che cambia nome e viene iscritta al Campionato Mondiale del 1976 come Wolf-Williams Racing.

WOLF-WILLIAMS FW05, Michel Leclère
Jarama, GP di Spagna 1976

   Inizialmente Wolf, che aveva collaborato con la Lamborghini per lo sviluppo della Countach, ha in programma di coinvolgere la casa italiana di Sant'Agata Bolognese per realizzare una monoposto con un proprio motore, ma la contrarietà della maggioranza degli azionisti del costruttore italiano fa decadere il progetto. Pur mantenendo la sede del nuovo team nello stabilimento della Frank Williams Racing Cars a Reading, nel Berkshire in Inghilterra, Wolf convince Frank Williams ad abbandonare l'idea di realizzare una propria monoposto, avendo a disposizione sul mercato una vettura già pronta, la 308C del team Hesketh ormai sul punto di abbandonare l'attività agonistica. Oltre alle nuove 308C, Wolf acquista dalla Hesketh tutta la struttura, personale e tecnici compresi, tra i quali Harvey Postlethwaite che diventa il Direttore Tecnico esautorando Patrick Head, mentre Frank Williams viene mantenuto come Team Manager. Wolf rileva materiale tecnico anche da quello che rimane del team Embassy-Hill, sciolto dopo la morte del suo fondatore, Graham Hill, nel nefasto incidente aereo del 29 novembre del 1975.

WOLF-WILLIAMS FW05, Jacky Ickx
Montecarlo, GP di Monaco 1976

   La monoposto viene rinominata Wolf-Williams FW05 anche se rimane in tutto e per tutto la Hesketh 308C, con il musetto molto largo e sottile sul quale è montato un alettone a sbalzo a tutta larghezza, le fiancate larghe e basse con i radiatori principali davanti alle ruote posteriori e il cofano motore molto lungo che comprende le prese d'aria ai lati dell'abitacolo. Rimangono le caratteristiche sospensioni in gomma entrobordo azionate da bilancieri, progettate da Postlethwaite, così come il telaio originale della prima Hesketh 308, solo leggermente rivisto e aggiornato, con il motore V8 Ford-Cosworth DFV che funge da parte portante.

WOLF-WILLIAMS FW05, Arturo Merzario
Monza, GP d'Italia 1976

   Per l'inizio della stagione 1976 viene allestita una sola FW05 che viene pilotata dal veterano pilota belga Jacky Ickx, mentre il secondo pilota del team inglese, l'italiano Renzo Zorzi, utilizza la precedente FW04. Il campionato per il neonato team anglo-canadese comincia discretamente bene con Ickx ottavo e Zorzi nono, ma già dalla successiva gara la formazione viene cambiata, sostituendo Zorzi con il francese Michel Leclère. Per la seconda gara stagionale sono allestite due FW05 ma i risultati rimangono molto scarsi, spingendo Walter Wolf a ridurre notevolmente l'impegno economico, finora molto oneroso. Vengono congelati gli aggiornamenti della vettura e licenziati entrambi i piloti, con la stagione che prosegue con una sola FW05 affidata all'italiano Arturo Merzario, appoggiato economicamente della Marlboro che ne paga completamente l'ingaggio. Nelle sette gare rimanenti Merzario non vede mai il traguardo, vittima della fragilità meccanica di una vettura vecchia e priva di manutenzione. Per le ultime due gare del campionato il team ritorna a schierare la seconda FW05, affidandola all'australiano Warwick Brown a Watkins Glen e all'austriaco Hans Binder al Fuji.

WOLF-WILLIAMS FW05, Hans Binder
Fuji, GP del Giappone 1976

   Il 1976 si chiude senza piazzamenti a punti e a fine anno Wolf rimuove Williams dal ruolo di Team Manager, affidandolo all'ex Lotus Peter Warr. Il disilluso Frank Williams decide così di abbandonare il progetto Wolf-Williams, vendendo il restante 40% al magnate canadese che cambia il nome del team in Walter Wolf Racing, mentre Williams riparte da zero trasferendosi a Didcot, nell'Oxfordshire, per ricostruire un suo team. Frank richiama il fidato Patrick Head per lavorare come Direttore Tecnico del nuovo team Williams Grand Prix Engineering, creando la partnership Williams-Head e dando vita quella che diventerà una delle scuderie più vincenti nella storia della Formula 1. 

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