Dopo decenni di attesa, nel 1979 il marchio Alfa Romeo ritorna in Formula 1 in qualità di costruttore di monoposto. Dal 1968 il Reparto Corse del "Biscione" si è spostato presso le officine Autodelta a Settimo Milanese, nella immediata periferia est di Milano, dove opera l'ingegnere Carlo Chiti che, nel 1977, da vita al progetto “177”, il cui nome è dovuto proprio all'anno di nascita dello stesso.
ALFA ROMEO 177, Bruno Giacomelli
Dijon-Prenois, GP di Francia 1979
Chiti realizza una monoposto da Formula 1 sulla quale installa lo storico motore 115-12 F12 da 2995 cc, un 12 cilindri con la V a 180° (configurazione boxer) nato per le Vetture Sport Alfa Romeo 33TT12 e 33SC12, e che dal 1976 spingeva le Brabham in Formula 1. La vettura, che utilizza un cambio Hewland modificato dall'Alfa Romeo, ha un passo di 2740 mm e un peso di 610 kg ed effettua i primi collaudi nel maggio del 1978 con l'intento di essere portata in pista a Monza nel Gran Premio d'Italia valido per il Campionato mondiale dello stesso anno.
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ALFA ROMEO 177, Bruno Giacomelli Dijon-Prenois, GP di Francia 1979 |
A fine agosto dello stesso anno la 177 scende in pista, con Vittorio Brambilla alla guida, sulla pista francese del Paul Ricard per effettuare dei test privati nei quali è presente anche la Brabham con Niki Lauda. Sulla monoposto italiana vengono testate le coperture della Goodyear, dopo che nei test di maggio le gomme erano state fornite dalla Pirelli e, alla fine dei due giorni di prove, l'Alfa Romeo comunica ufficialmente di rimandare il suo esordio alla stagione 1979. La decisione viene presa conseguentemente alla necessità di sviluppare ulteriormente l'aerodinamica visto l'avvento delle moderne vetture ad effetto suolo che rendono obsoleta la 177 ancora prima di scendere in pista.
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ALFA ROMEO 177, Vittorio Brambilla Monza, GP d'Italia 1979 |
Spinto anche dalle richieste della Brabham, l'ingegnere Chiti realizza nel frattempo un nuovo propulsore, sempre con architettura V12, ma con una V di 120° che meglio si addice alle "wing car" rispetto al 12 cilindri "piatto" installato sulla 177. La scarsa affidabilità dimostrata dal nuovo V12 porta la scuderia inglese ad abbandonare i propulsori milanesi e la casa del biscione a debuttare nel campionato '79. l'Alfa Romeo scende in pista soltanto alla sesta prova stagionale in Belgio sul circuito di Zolder, con la 177 rivista ma dotata ancora del collaudato motore Boxer 180°, sempre guidata da Bruno Giacomelli.
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ALFA ROMEO 177, Vittorio Brambilla Monza, GP d'Italia 1979 |
La 177 viene utilizzata anche nel Gran Premio di Francia, sempre guidata da Giacomelli, e per la terza e ultima volta nel Gran Premio d'Italia a Monza questa volta nelle mani di Vittorio Brambilla, esattamente un anno dopo il suo terribile incidente che lo vide finire in coma nella gara di Monza del 1978. Dalle successive gare la casa milanese utilizza la nuova monoposto Alfa Romeo 179 dotata del nuovo motore V12 “stretto”, di cui però parlerò più diffusamente nei post della stagione 1980.
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