ALFA ROMEO 179

   Già nel settembre del 1979, in occasione del Gran Premio d'Italia a Monza, l'Alfa Romeo porta al debutto in una gara valida per il mondiale la nuova 179 che differisce dalla precedente 177 sostanzialmente per il nuovo motore V12 1260, messo a punto dal Reparto Corse della squadra meneghina. A differenza del V12 boxer piatto 115-12 F12 derivato da quello delle Alfa Romeo che disputavano il Campionato Mondiale Marche e che aveva già debuttato in Formula 1 nel 1976 sulle Brabham, il nuovo motore viene concepito con una disposizione dei cilindri a V di 60°, in modo da liberare spazio per favorire la realizzazione di ampi canali venturi, necessari per creare deportanza.

 ALFA ROMEO 179, Bruno Giacomelli
Montecarlo, GP di Monaco 1980

   Questo vantaggio aerodinamico è nettamente superiore alla stabilità offerta da un motore piatto, come già sperimentato sulle Brabham che nel finale della stagione '79 abbandona il boxer Alfa Romeo per tornare ad utilizzare il V8 Ford-Cosworth DFV con un sensibile miglioramento delle prestazioni. E così dalla matita di Carlo Chiti, nell'estate del 1979, prende vita la nuova Alfa Romeo 179 che si può definire la prima vera vettura ad effetto suolo prodotta dalla casa milanese.

 ALFA ROMEO 179, Patrick Depailler
Montecarlo, GP di Monaco 1980

   Con l'aiuto dell'ingegnere aerodinamico francese Robert Choulet, in arrivo dalla Ligier, per la stagione 1980 la 179 viene leggermente rivista con il telaio che viene adeguato al nuovo motore e ha ora una struttura più rigida, data dall'aggiunta di fogli in fibra di carbonio nei punti più stressati, oltre che essere più stretto per permettere la realizzazione di canali venturi di maggiori dimensioni. Le forme della carrozzeria sono ancora piuttosto giunoniche, anche se più filanti rispetto alla prima versione vista a Monza nel '79, mentre rimangono invariate le sospensioni e l'impianto di raffreddamento.

 ALFA ROMEO 179, Bruno Giacomelli
Österreichring, GP d'Austria 1980

   La struttura esterna che gestisce il reparto sportivo dell'Alfa Romeo è ancora la Autodelta, dove lavorano Chiti con il suo staff e da dove escono le monoposto che prendono parte al campionato 1980, da quest'anno con il medesimo sponsor (Marlboro) e con la stessa veste grafica della concorrente McLaren. Le nuove 179 scendono in pista fin dal primo gran premio stagionale, in Argentina, guidate dal nuovo arrivato Patrick Depailler e dall'italiano Bruno Giacomelli che ottengono anche buone prestazioni in prova, vanificate però in gara dalla scarsa affidabilità della monoposto. Giacomelli vede il traguardo solo tre volte ottenendo comunque 2 quinti posti, mentre Depailler, nelle otto gare a cui partecipa, ottiene altrettanti ritiri.

 ALFA ROMEO 179, Andrea de Cesaris
Watkins Glen, GP USA Est 1980

   Per Depailler i Gran Premi disputati nel 1980 rimangono solo otto perché il grande pilota francese perde la vita in un incidente al volante della sua 179 durante un test privato svolto in agosto sulla velocissima pista di Hockenheim. Grazie alle sue doti di collaudatore comunque la 179 ha potuto crescere e diventare una solida vettura che, in diverse configurazioni, viene portata in pista dalla scuderia italiana fino al 1982. per sostituire lo sfortunato Depailler, l'Autodelta richiama al volante il veterano Vittorio Brambilla che lascia il sedile della 179 al debuttante connazionale Andrea De Cesaris nelle ultime due prove stagionali. Nota di cronaca, nel Gran Premio USA a Watkins Glen, Giacomelli ottiene il miglior tempo in qualifica, portando un'Alfa Romeo in pole position ventinove anni dopo l'ultima ottenuta nel 1951 da Fangio a Monza.


Commenti