La stagione 1980 si rivela un'annata di transizione per la Scuderia Ferrari. Da un lato, gli ingegneri di Maranello sono già impegnati nello sviluppo della futura monoposto a motore turbo, che debutterà nel 1981; dall'altro, cercano di massimizzare le prestazioni di un progetto ormai obsoleto: la 312T, un'auto nata nel 1975 e non più competitiva rispetto alle moderne Formula 1. L'introduzione delle "wing-car" ad effetto suolo mette in evidenza i limiti strutturali delle Ferrari, penalizzate dal voluminoso motore boxer V12 a 180° e dal cambio trasversale, ottimi per la distribuzione dei pesi ma inadatti a generare un'efficace aerodinamica.
FERRARI 312 T5, Gilles Villeneuve
Zandvoort, GP d'Olanda 1980
Nonostante tutto, la Ferrari 312 T5, evoluzione della T4, mostra un lieve miglioramento in termini di prestazioni, ma rimane gravemente inferiore alle concorrenti per efficienza aerodinamica. Il motore Renault Turbo, ormai affinato, si dimostra più performante del V12 Ferrari, mentre i team dotati del più compatto V8 Ford-Cosworth possono realizzare vetture con scivoli estrattori più efficaci. A peggiorare la situazione, l'Ing. Mauro Forghieri, consapevole della necessità di passare ai motori sovralimentati, dedica tutte le risorse al progetto della nuova 126 C Turbo, trascurando completamente lo sviluppo della 312 T5.
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FERRARI 312 T5, Gilles Villeneuve Montecarlo, GP di Monaco 1980 |
Il telaio della monoposto rappresenta un altro punto debole: il vecchio traliccio in tubi d'acciaio rivestito di pannelli d'alluminio è ormai superato dai moderni monoscocca in honeycomb d'alluminio della concorrenza. Anche gli pneumatici Michelin, sviluppati per soddisfare le esigenze della Renault Turbo, si rivelano poco adatti alle Ferrari aspirate, con una resa inferiore in termini di grip e durata.
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FERRARI 312 T5, Jody Scheckter Hockenheimring, GP di Germania 1980 |
Il fattore umano non aiuta: Jody Scheckter, campione del mondo in carica, appare demotivato e poco competitivo, riuscendo a conquistare punti solo in un'occasione e addirittura mancando la qualificazione nel penultimo GP della stagione. Gilles Villeneuve, al contrario, dimostra il suo talento con exploit in qualifica e alcune spettacolari battaglie nelle prime fasi di gara, ma la scarsa competitività della vettura gli permette di raccogliere solo 6 punti.
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FERRARI 126 C, Gilles Villeneuve Imola, GP d'Italia 1980 |
Un barlume di speranza arriva durante le prove del Gran Premio d'Italia, che in questa stagione si corre a Imola, quando Villeneuve porta in pista la nuova 126 C Turbo. La vettura segna tempi promettenti, oltre un secondo più veloce della 312 T5, ma non viene schierata in gara a causa di problemi di affidabilità. La stagione si conclude con soli 8 punti, il secondo peggior risultato della storia della Ferrari dopo il 1969, e un disastroso 10° posto nel Campionato Costruttori, il peggiore mai registrato dalla Scuderia.
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