Con i motori turbo che ormai la fanno da padrone in Formula 1, i team rimasti con i vecchi 3 litri aspirati devono correre velocemente ai ripari per dotarsi di un propulsore sovralimentato, per non correrei il rischio di rimanere completamente esclusi dalle posizioni che contano. Così anche il team Arrows riesce in extremis a chiudere un accordo di fornitura con la BMW, che però già fornisce due team ed accetta la fornitura di un terzo solo alla condizione di semi ufficialità e cioè senza fornire l'assistenza tecnica.
ARROWS A7 BMW, Marc Surer
Monza, GP d'Italia 1984
La scuderia inglese, con base a Milton Keynes, accetta l'accordo trovando nel preparatore svizzero Heini Mader l'assistenza tecnica per la messa a punto dei propulsori tedeschi. Altra condizione dettata dalla BMW è il depotenziamento dei M12/13 L4 Turbo montati sulle Arrows, obbligati ad utilizzare centraline elettroniche che limitano la potenza a circa 800 cv, contro i 900 raggiunti sui propulsori forniti alla Brabham e alla ATS, che godono invece dell'assistenza diretta degli ingegneri BMW. L'accordo tra il motorista bavarese e la scuderia inglese viene siglato a stagione quasi iniziata e così Dave Wass, mentre lavora sulla nuova Arrows A7 dotata del turbo BMW. è costretto ad iniziare il campionato con la vecchia A6 sulla quale è ancora utilizzato il vecchio V8 Ford-Cosworth DFV, che viene affidata ai due piloti ufficiali Marc Surer e Thierry Boutsen.
ARROWS A6, Thierry Boutsen
Jacarepaguà, GP del Brasile 1984
Nonostante l'handicap di potenza rispetto alle motorizzazioni turbo, la A6 nelle mani di Boutsen ottiene due piazzamenti punti nelle tre gare in cui viene utilizzata, mentre Surer, dopo il settimo posto nella gara d'esordio del mondiale, ottiene solo piazzamenti deludenti o ritiri. Dalla terza gara stagionale, sul circuito di Zolder in Belgio, debutta nelle mani del pilota di casa Boutsen l'unica A7 BMW Turbo assemblata frettolosamente dai tecnici Arrows.
ARROWS A7 BMW, Thierry Boutsen
Zandvoort, GP d'Olanda 1984
La medesima vettura viene utilizzata nella gara successiva da Surer per poi tornare nelle mani del belga fino al nono Gran Premio stagionale a Dallas quando anche la seconda A7 è pronta per scendere in pista. Nonostante l'arrivo di nuovi sponsor, il budget del team Arrows rimane piuttosto limitato e soprattutto viene quasi tutto utilizzato per pagare la fornitura dei propulsori alla BMW, e così Wass ha ben poco da spendere per la progettazione della nuova monoposto che infatti riprende quasi fedelmente quella che era la base meccanica della precedente A6, a partire dal telaio che rimane un monoscocca di alluminio, senza l'utilizzo delle moderne fibre sintetiche.
ARROWS A7 BMW, Marc Surer
Hockenheimring, GP di Germania 1984
L'unica vera novità della A7 è rappresentata dal cambio che, partendo dalla base di uno Hewland, viene prodotto direttamente dalla stessa Arrows, a dire il vero con un risultato piuttosto deludente viste le continue rotture. Infatti a parte l'arrivo a punti di entrambi i piloti in Austria, per il resto della stagione la A7 colleziona una serie impressionante di ritiri dovuti a rotture (ben 15) e raccoglie solamente 3 punti.
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