Dopo aver progettato le ATS D1 e D4 e dopo i due burrascosi “divorzi” da Günter Schmidt, proprietario della scuderia tedesca Auto Technisches Spezialzubehör, il progettista austriaco Gustav Brunner rientra per la terza volta in ATS. Il suo compito è di progettare la nuova vettura D6 che il team tedesco porta in pista per la stagione 1983.
ATS D6, Manfred Winkelhock
Montréal, GP del Canada 1983
Brunner ha ormai accumulato abbastanza esperienza progettando Vetture Sport e monoposto da Formula 2 e Formula 1, e il risultato del suo lavoro per la scuderia di Schmidt è forse la miglior ATS mai costruita nonostante i risultati in pista molto deludenti. La vettura è ben curata, disegnata con grande attenzione seguendo fin da subito i dettami tecnici del 1983 per adeguare la monoposto all'introduzione del fondo piatto. Come sulla nuova McLaren MP4/1C, anche sulla D6 viene utilizzata al retrotreno la caratteristica forma a “collo di bottiglia”, anche se in forma meno esasperata delle monoposto di Woking. Anche sulla D6 il nuovo telaio realizzato da Brunner prevede l'utilizzo della fibra di carbonio al posto dei classici pannelli in honeycomb di alluminio.
ATS D6, Manfred Winkelhock
Montecarlo, GP di Monaco 1983
Per la prima volta in Formula 1, la D6 utilizza il “telaio nudo” ovvero senza carrozzeria, infatti il telaio stesso, dipinto e sponsorizzato, svolge anche la funzione di carrozzeria con un notevole risparmio di peso. La D6 ha un passo di 2615 mm e un peso di 540 kg, utilizza un cambio Hewland modificato dalla stessa ATS e per la stagione '83 è equipaggiata con pneumatici Goodyear. La grande novità per la scuderia tedesca è però l'utilizzo del motore BMW M12/13 L4 Turbo, con la storica casa di Monaco di Baviera che stringe un accordo con Schmidt per utilizzare la ATS come banco di prova per le proprie soluzioni ed evoluzioni da girare poi, una volta messe a punto, alla scuderia di punta, la Brabham.
ATS D6, Manfred Winkelhock
Zandvoort, GP d'Olanda 1983
Schmidt si trova così servito su un piatto d'argento uno dei propulsori sovralimentati più potenti sul mercato ma, sfortunatamente per la sua scuderia, questo ruolo sperimentale si rivela un boomerang. Infatti da un lato le prestazioni della D6 sono frequentemente ottime sul giro secco in prova, ma dall'altro la vettura si rivela assai fragile soffrendo di una notevole quantità di guasti meccanici legati per lo più allo sviluppo delle soluzioni sperimentali del blocco motore.
ATS D6, Manfred Winkelhock
Paul Ricard, GP di Francia 1983
Il risultato è così una stagione nella quale Manfred Winkelhock, pilota confermato alla guida della D6, ottiene per otto volte la partenza nelle prime cinque file dello schieramento ma chiude il campionato immeritatamente senza punti, vedendo la bandiera a scacchi in solo quattro occasioni e con l'ottavo posto al Gran Premio d'Europa, corso sul circuito di Brands Hatch, come miglior risultato stagionale.
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