FERRARI 126 C3 Turbo

   Durante la prima metà del Campionato Mondiale 1983, mentre in pista la Scuderia Ferrari utilizza la monoposto 126C2B aggiornata e adeguata alle nuove norme regolamentari introdotte in questa stagione, a Maranello prende vita la nuova Ferrari 126 C3. Da questa stagione tutta l'attività sportiva della Scuderia viene trasferita alla Gestione Sportiva per renderla il più indipendente possibile da quella destinata alle vetture di serie, mentre per lo sviluppo aerodinamico della nuova monoposto i tecnici Ferrari si appoggiano alla galleria del vento di Mirafiori, di proprietà della Fiat, abbandonando quella di Pininfarina utilizzata fino ad ora.

 FERRARI 126 C3, Patrick Tambay
Silverstone, GP di Gran Bretagna 1983

   La nuova monoposto è progettata per intero da Harvey Postlethwaite, mentre Mauro Forghieri continua a seguire lo sviluppo del motore V6 turbo. L'ingegnere inglese progetta un telaio costruito con materiali compositi, come la fibra di carbonio, il Kevlar e il Nomex, oltre che da pannelli a nido d'ape di alluminio. Per la prima volta su una Ferrari da Formula 1, il telaio verniciato ha anche la funzione di carrozzeria, contribuendo a ridurre il peso della monoposto. La struttura è composta da due semi gusci incollati a caldo in autoclave che, insieme alle centine di rinforzo posizionate nei punti di maggiore stress, contribuiscono ad aumentare la rigidità della vettura, come evidenziato dai nuovi crash test con un forte incremento della capacità di assorbimento degli urti.

 FERRARI 126 C3, René Arnoux
Monza, GP d'Italia 1983

   Vista la bontà del progetto di Forghieri della 126 C2 e della successiva C2B, che nelle prime 8 gare della stagione ottiene ottimi risultati, la meccanica della nuova C3 rimane pressoché la stessa, ottimizzandola per il nuovo telaio nato appositamente per sfruttare il fondo piatto. L'unica modifica riguarda i braccetti delle sospensioni anteriori per cercare di ridurre l'usura anomala degli pneumatici manifestata durante le prime gare.

FERRARI 126 C3, Patrick Tambay
Österreichring, GP d'Austria 1983

   La scelta della Ferrari per le fiancate della nuova C3 rimane una via di mezzo tra quelle “a freccia” delle più estreme Brabham, Toleman e Tyrrell, e quelle “lunghe” come quelle di Renault, Alfa Romeo e Lotus. Anche se il progetto originale della 126 C3 prevede l'utilizzo di fiancato molto corte, alla prova dei fatti i tecnici di Maranello devono tornare alla configurazione scelta per la 126 C2B dove i radiatori sono posizionati longitudinalmente alle fiancate e inclinati di 45°, praticamente ai lati dell'abitacolo, per risolvere i problemi di raffreddamento che si manifestano utilizzando i radiatori posizionati in posizione più arretrata, perpendicolari al telaio e inclinati come sulle Brabham. Il motore è il Tipo 021/3, un V6 a 120° turbo da 1496,43cc anch'esso dotata del discusso sistema di miscelazione dell'acqua alla benzina, di derivazione aeronautica e introdotto da Forghieri già nel 1981 per ovviare ai problemi di surriscaldamento delle pareti dei cilindri.

 FERRARI 126 C3, Patrick Tambay
Zandvoort, GP d'Olanda 1983

   Subito alla prima uscita la 126 C3 si dimostra competitiva, ottenendo nelle sette gare cui partecipa 2 vittorie, 3 secondi posti e 1 terzo che, sommati ai risultati ottenuti nella prima parte della stagione dalla 126 C2B, permettono alla Ferrari di conquistare per l'ottava volta il Campionato Costruttori. Solo i problemi con gli pneumatici patiti nelle ultime due gare stagionali non permettono a René Arnoux di combattere per il titolo fino alla fine, conquistando comunque il terzo gradino del podio nella classifica piloti con 49 punti, mentre il suo compagno di squadra, Patrick Tambay, arriva quarto con 40 punti. 





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