FERRARI 126C4 Turbo

   La Ferrari 126 C4 è l'ultima evoluzione della serie 126, rielaborata da Harvey Postlethwaite e Mauro Forghieri. Il telaio riprende quello della stagione precedente ed è un monoscocca di carbonio sul quale trovano posto il motore Ferrari Tipo 31 V6 turbo da 1496 cc abbinato al cambio trasversale in blocco con il differenziale, sempre di costruzione Ferrari.

 FERRARI 126C4, Michele Alboreto
Dallas, GP degli Stati Uniti 1984

   La 126C4 ha un passo di 2600 mm, un peso di 540 kg, adotta pneumatici Goodyear ed è la diretta evoluzione della precedente 126 C3, migliorata in ogni suo aspetto rivedendo aerodinamica, bilanciamento dei pesi e meccanica. Il risultato è una monoposto dalle forme compatte nonostante l'aumento del volume del serbatoio dato dall'abolizione dei rifornimenti in gara, con l'abitacolo in posizione molto avanzata e pance laterali ancor più corte, basse e spioventi. La carenatura superiore è molto corta, tanto da lasciare scoperta gran parte dell'unità motrice, per aiutare il raffreddamento dei turbo, e solcata lateralmente da due prese d'aria tipo NACA per alimentare il motore. Per la stagione 1984 viene pilotata dal confermato pilota francese René Arnoux e dal nuovo arrivato Michele Alboreto, primo italiano al volante di una Rossa dopo undici anni.

 FERRARI 126C4, Michele Alboreto
Montecarlo, GP di Monaco 1984

   Nonostante le elevate aspettative la 126 C4 si rivela poco competitiva soprattutto per la mancanza di carico che deve essere compensato da maggiori ali che però influiscono su velocità massima. Anche gli eccessivi consumi del V6 turbo di Maranello obbligano spesso i piloti a rallentare l'andatura nei finali di gara per poter giungere al traguardo. Anche se la potenza del turbo Ferrari è all'altezza della concorrenza la sua affidabilità e in particolar modo quella delle turbine KKK influisce molto sulle prestazioni della monoposto che, con frequenti noie meccaniche, colleziona ben 12 ritiri. L'unica vittoria stagionale, accompagnata dall'unica pole position, arriva a Zolder nel Gran Premio del Belgio con Alboreto. Nella stessa gara Arnoux segna il giro più veloce e chiude terzo. Per il resto della stagione, raramente la Ferrari è in grado di lottare per primeggiare nei Gran Premi, navigando spesso tra il quarto e il sesto posto.

 FERRARI 126C4, René Arnoux
Zolder, GP del Belgio 1984

   Piccoli miglioramenti si ottengono dal Gran Premio di Gran Bretagna con l'introduzione della versione 126 C4M, dotata di pance laterali notevolmente allungate e con profilo rastremato verso il retrotreno a formare il cosiddetto disegno "a collo di bottiglia" introdotto due stagioni prima dalla McLaren. Dal Gran Premio d'Italia a Monza viene anche utilizzata una nuova iniezione digitale Weber-Marelli che consente di migliorare l'erogazione della potenza e di ridurre leggermente i consumi. Queste migliorie consentono ad Alboreto di cogliere due secondi e un quarto posto nelle tre gare conclusive, comunque non sufficienti ad imprimere una svolta al bilancio piuttosto deludente della stagione. Nonostante tutto la Scuderia Ferrari riesce a concludere al secondo posto il campionato costruttori, ma con meno della metà dei punti della capolista McLaren, segnando un netto peggioramento rispetto ai risultati ottenuti negli anni precedenti.

 FERRARI 126C4M, Michele Alboreto
Nürburgring, GP d'Europa 1984

   L'annata viene inoltre complicata dalle polemiche nei confronti della Goodyear, accusata di aver costruito pneumatici troppo poco resistenti e performanti rispetto ai concorrenti Michelin. Anche la scelta di riservare le maggiori attenzioni tecniche ad Alboreto e i continui attacchi della stampa italiana nei confronti di Arnoux spingono il francese ad essere sempre più demotivato compromettendo il proprio rendimento in pista. I due piloti concludono comunque la stagione al quarto e sesto posto, rispettivamente con 30,5 punti per Alboreto e 27 per Arnoux. A fine stagione l'Ing. Mauro Forghieri verrà spostato ad un altro incarico, dovendo abbandonare le piste, solcate per due decenni come autore di una delle stagioni più proficue per la scuderia italiana, creando le vincenti vetture delle serie 312B, 312T e 126C.





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