FERRARI 156/85 Turbo

   Dopo 23 anni passati come direttore tecnico dello staff dei progettisti Ferrari, dalla fine del 1984 l'ingegner Mauro Forghieri viene estromesso dalla sezione sportiva e il progetto della nuova monoposto Ferrari 156/85 affidato completamente al tecnico inglese Harvey Postlethwaite, coadiuvato dall'ingegnere aerodinamico Jean-Claude Migeot che lascia la Renault dopo aver contribuito alla realizzazione della RE60. I due utilizzano, per la prima volta in casa Ferrari, la tecnologia CAD in collaborazione con Aermacchi che permette la realizzazione di un aerodinamica molto curata.

 FERRARI 156/85, Michele Alboreto
Brands Hatch, GP d'Europa 1985

   Il telaio della nuova monoposto, un monoscocca in fibra di carbonio, è praticamente lo stesso della precedente 126 C4 e, come sulla precedente vettura, una volta verniciato svolge anche la funzione di carrozzeria nella sezione frontale. Dal punto di vista meccanico ed aerodinamico, la 156/85 è una monoposto completamente nuova, soprattutto nella parte posteriore dove viene adottato il disegno a “coca-cola” introdotto da Barnard sulle McLaren MP4 già da diverse stagioni. Questa configurazione permette di migliorare la penetrazione aerodinamica e la tenuta della vettura grazie anche al grande diffusore posteriore che viene completamente rivisto e ora incorpora gli scarichi, con funzione di soffiaggio per incrementare l'uscita dell'aria da sotto la vettura. La nuova conformazione delle pance, molto rastremate nella zona posteriore, obbligano lo spostamento in avanti degli scambiatori di calore, che sono gli stessi della 126C4 ma sdoppiati e collocati perpendicolarmente alla vettura, e dei radiatori di acqua ed olio, disposti a ventaglio. Questa particolare tipologia permette di scaricare l'aria calda nella parte laterale delle fiancate non interferendo con il flusso d'aria che va ad investire l'alettone posteriore.

FERRARI 156/85, Stefan Johansson
Montecarlo, GP di Monaco 1985

   Ovviamente vengono anche riviste le sospensioni che, sia all'anteriore che al posteriore, adottano la conformazione pull-rod. Altra importante modifica riguarda il motore, il Ferrari Tipo 31/2 V6 Turbo a 120° da 1496,34 cc, che abbandona il precedente schema che prevedeva l'alloggiamento delle turbine e dell'impianto di scarico al centro delle bancate sopra al motore stesso per dare più spazio ai canali Venturi tipici delle monoposto ad effetto suolo. Con l'introduzione del fondo piatto questa necessità viene meno e da questa stagione i tecnici Ferrari trasferiscono le turbine e gli scarichi lateralmente al motore, all'interno delle fiancate, spostando i collettori di aspirazione e i relativi cassonetti all'interno della "V" del motore. Il propulsore in questa nuova conformazione è in grado di erogare ad inizio stagione quasi 800 CV (circa 900 in configurazione qualifica) e da metà stagione, con una nuova evoluzione ancor più potente raggiunge i 1000 cv, evoluzione che però è la causa della scarsa affidabilità della vettura nelle fasi finali del campionato, soffrendo di problemi di surriscaldamento dovuti ad un inadeguato impianto di recupero dell'olio, oltre che a soffrire di problemi alle turbine. Anche il cambio, sempre in posizione trasversale, viene reso più compatto e leggero grazie all'adozione di particolari leghe metalliche. Rispetto alla precedente C4 la 156/85 è decisamente più lunga (circa 18 cm) con un passo che ora è di 2762 mm, mentre il peso si assesta sui 550 kg.

 FERRARI 156/85, Michele Alboreto
Jacarepaguà, GP del Brasile 1985

   Per la nuova stagione viene confermata la stessa coppia di piloti del 1984, l'italiano Michele Alboreto e il francese René Arnoux, ma già dal secondo Gran Premio il francese viene appiedato, ufficialmente per motivi di salute, e sostituito dallo svedese Stefan Johansson. I risultati stagionali della nuova 156/86 sono molto confortanti con Alboreto che ottiene 53 punti, frutto di 2 vittorie 4 secondi posti e 2 terzi, che gli permettono di piazzarsi 2° nella classifica piloti e di lottare per il titolo fino a due terzi di stagione, prima di ottenere una serie di risultati negativi nelle ultime cinque gare.

 FERRARI 156/85, Michele Alboreto
Estoril, GP del Portogallo 1985

   Johansson invece non conquista vittorie ma ottiene comunque 26 punti con 2 secondi posti come migliori piazzamenti, mentre Arnoux nell'unica gara disputata si piazza quarto. Grazie alla 156/85 la Scuderia Ferrari ottiene, come l'anno precedente, il secondo posto nel mondiale costruttori con 82 punti totali, ma questa volta lottando praticamente ad armi pari con le concorrenti McLaren-TAG Porsche, Williams-Honda e Lotus-Renault, dimostrando una ritrovata competitività.




Commenti