FERRARI F1/86 Turbo

   Nella stagione 1986 la Ferrari si trova con il difficile compito realizzare una monoposto di concezione più moderna che sia in grado di sostituire la valida 156/85 che ha tenuto testa alla McLaren nella stagione precedente. Il progetto della 156/85 infatti, nonostante il nuovo telaio disegnato da Harvey Postlethwaite, era derivato direttamente dalla serie 126C dei primi anni '80. Postlethwaite, ancora nel ruolo di Direttore Tecnico e coadiuvato da Jean-Claude Migeot come capo designer, relizza la nuova F1/86 che si avvale di un telaio e una conformazione aerodinamica innovativa rispetto al modello precedente.

 FERRARI F1/86, Stefan Johansson
Brands Hatch, GP di Gran Bretagna 1986

   Anche se le linee ricordano molto quelle della vettura dell'85, la base meccanica viene completamente rinnovata soprattutto nel comparto sospensioni che sono a doppio braccio oscillante in configurazione pull-rod e ammortizzatore entrobordo. Il passo della nuova F1/86 è di 2766,mm e il peso si assesta a circa 545 kg. Il motore utilizzato per questa stagione è il Tipo 032, ultima evoluzione del Turbo V6 a 120° da 1496,34cc utilizzato dal 1980, dal quale i tecnici Ferrari riescono ad ottenere punte da 1270 cv nel giro singolo e oltre 860 in gara, spingendo al limite le prestazioni. Proprio questa ricerca della massima potenza diventa il tallone d'Achille della F1/86 anche perchè viene gestita dal solito cambio trasversale in blocco con il differenziale di ormai vecchia concezione e che a fatica regge l'enorme potenza del propulsore.

 FERRARI F1/86, Michele Alboreto
Montecarlo, GP di Monaco 1986

   Dopo l'uscita di scena dell'ingegnere Mauro Forghieri, il direttore sportivo Marco Piccinini fatica a gestire la gestione tecnica della scuderia che attraversa un momento travagliato. I due gruppi di tecnici, uno che sviluppa il progetto del telaio e un secondo quello della meccanica e del motore, faticano a lavorare all'unisono. Secondo i telaisti il motore deve essere modificato in funzione della scocca, mentre i motoristi sostengono che il telaio si sarebbe dovuto progettare attorno al propulsore. Nessuna delle due parti trova un accordo proseguendo il proprio lavoro separatamente e causando vari problemi nel riuscire a sfruttare adeguatamente la potenza del V6 turbo, con il risultato di avere una monoposto difficile da settare e con reazioni troppo nervose rispetto alle concorrenti. Durante l'anno la vettura viene aggiornata nella versione “B” che guadagna ulteriormente in potenza senza però migliorare i risultati, mettendo in risalto il fatto che con le nuove ricerche in campo aerodinamico non basta più avere un motore potente per primeggiare sulla concorrenza.

 FERRARI F1-86, Michele Alboreto
Jacarepaguà, GP del Brasile 1986

   Durante la stagione si verificano diversi ritiri riconducibili alla scarsa affidabilità della vettura. Le temperature troppo elevate che il motore genera, dovute alle prese d'aria troppo piccole per garantire un adeguato smaltimento termico, provocano diverse rotture delle turbine KKK, tanto che a stagione inoltrata si passa alle americane Garrett, senza comunque risolvere il problema. Uno dei difetti principali della F1/86 è proprio nella configurazione del vecchio motore a V larga (120°). Questa scelta era stata fatta da Forghieri nel 1980, al tempo delle vetture ad effetto suolo, per inserire le turbine all'interno delle bancate. La V a 120° però non permette un'adeguata rastremazione della carrozzeria posteriore, che sulla F1/86 è meno efficace rispetto alle altre vetture con motori a V più stretta quali Honda, Porsche e Renault. Per questo già da metà stagione la Ferrari dirotta i propri sforzi sulla progettazione di una nuova versione del motore turbo con la V tra i cilindri a 90° anziché 120°.

 FERRARI F1-86, Stefan Johansson
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1986

   Quella del 1986 si rivela pertanto una stagione da dimenticare per i tifosi di Maranello, con i piloti ufficiali, il vicecampione del mondo Michele Alboreto e lo svedese Stefan Johansson, che complessivamente ottengono solo cinque podi, grazie a quattro terzi posti di Johansson e un secondo posto di Alboreto. In qualifica raramente la F1/86 si posiziona entro i primi dieci, ottenendo come miglior risultato il quarto posto di Alboreto nelle qualifiche di Monaco. La Ferrari chiude la stagione con soli 37 punti in classifica costruttori, che le valgono la quarta posizione, Johansson ottiene il quinto posto nella classifica piloti, e Alboreto il nono ma soprattutto la scuderia di Maranello non vince nemmeno una gara, cosa che non accadeva dal 1980.




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