La storia della Haas-Lola THL2 è strettamente legata a quella del suo motore Ford Cosworth GBA V6 turbo da 1497 cc. Dopo che nel corso del 1985 Tyrrell e Minardi, le ultime due squadre che ancora utilizzavano i vecchi V8 aspirati della Cosworth, passano ai motori turbo non rimane più nessuna monoposto in Formula 1 dotata del 3 litri aspirato del preparatore inglese. A questo punto Keith Duckworth, fondatore della Cosworth insieme al suo socio Mike Costin, decide di realizzare un motore turbo 4 cilindri in linea partendo dal basamento del Cosworth BD già utilizzato nelle competizioni GT.
HAAS-LOLA THL2, Patrick Tambay
Adelaide, GP d'Australia 1986
Il progetto però fallisce rapidamente per i problemi relativi alle vibrazioni e alla scarsa potenza del nuovo propulsore e così Duckworth si rivolge direttamente ai vertici Ford, ottenendo i finanziamenti necessari per progettare un motore turbo completamente nuovo da schierare nel 1986. Inizialmente Duckworth costituisce una task force di ingegneri formata da lui stesso, dal socio Mike Costin e da Geoff Goddard, che successivamente diverrà il padre del nuovo motore dopo l'uscita di scena di Duckworth e Costin. Goddard opta per una conformazione V6 di 120°, sul modello di Ferrari e Honda, così da avere un centro di gravità più basso, sovralimentato con due turbine Garret. L'alimentazione è assicurata da sei elettro-iniettori Bosch gestiti da una centralina elettronica Magneti-Marelli e la potenza massima raggiunta al banco supera i 1200 cv. Già nel finale del 1985 i primi prototipi del nuovo motore vengono testati sulle THL2 del team Haas-Lola ma durante questi collaudi emergono problemi di tenuta tra monoblocco e testate, obbligando i tecnici a limitare precauzionalmente la potenza a 850 cv per evitare inutili e costose rotture.
HAAS-LOLA THL2, Alan Jones
Monza, GP d'Italia 1986
Ad ogni modo per risolvere questi problemi di gioventù, non è possibile far esordire il motore in tempo per l'inizio del mondiale '86 che avviene con la THL1 ancora dotata del turbo Hart 415T L4. Il nuovo Ford GBA viene così installato sulla nuova Haas-Lola THL2 che debutta a Imola, in occasione del Gran Premio di San Marino, terza gara del campionato. Sempre progettata da Neil Oatley e John Baldwin, la nuova monoposto è una diretta evoluzione della precedente THL1, dalla quale eredita il telaio in fibra di carbonio e honeycomb di alluminio, così come il reparto sospensioni e la veste aerodinamica, solo leggermente modificata per le maggiori dimensioni del V6 Ford rispetto al 4 cilindri Hart. Da notare che allo sviluppo della nuova THL2 partecipano anche due giovani tecnici aerodinamici dal futuro luminoso, Adrian Newey e Ross Brawn.
HAAS-LOLA THL2, Alan Jones
Paul Ricard, GP di Francia 1986
Anche nel 1986 la FORCE (Formula One Race Car Engineering), sostenuta economicamente dal brand Beatrice, è incaricata di assemblare le monoposto Haas-Lola. Accanto all'ex campione del mondo Alan Jones per il 1986 viene ingaggiato il pilota francese Patrick Tambay che, per ragioni di sponsorizzazioni, nel Gran Premio degli Stati Uniti viene sostituito dall'americano Eddie Cheever. Con un nuovo motore turbo, progettato e realizzato in soli sei mesi, ma soprattutto sviluppato direttamente in pista durante la stagione, i risultati non possono che essere di basso livello per la scuderia anglo-americana, anche se la bontà del progetto THL2 è messa in mostra soprattutto sui circuiti dove la potenza del motore conta meno.
HAAS-LOLA THL2, Eddie Cheever
Detroit, GP degli Stati Uniti 1986
Nonostante i progressi dimostrati nel finale del campionato, con qualche risultato positivo e 6 punti ottenuti dai due piloti, a fine stagione il team deve chiudere i battenti a causa di un cambio di gestione nello sponsor principale Beatrice che lascia la scuderia di Carl Haas senza i fondi necessari per continuare nel 1987. Ironia della sorte anche i due piloti Alan Jones e Patrick Tambay a fine stagione appendono il casco al chiodo, concludendo la loro carriera nella massima serie.
Commenti
Posta un commento