MINARDI M185 Motori Moderni Turbo

   Giancarlo Minardi, dopo lo sgarbo ricevuto dal presidente dell'Alfa Romeo, Ettore Massacesi, che senza preavviso revoca la promessa fornitura dei propri motori V8 Turbo alla scuderia faentina, non ha altre alternative se non proseguire la propria avventura nella massima serie con gli ormai poco prestazionali motori V8 Ford-Cosworth aspirati. Oramai il progetto è avviato e Giancarlo Minardi non è certo il tipo di imprenditore che si lascia sopraffare dalle difficoltà, anzi come spesso dimostrerà nella sua carriera da team-owner, è proprio in queste situazioni che tira fuori il meglio di sé.

 MINARDI M185, Pierluigi Martini
Montecarlo, GP di Monaco 1985

   Così dopo il mancato accordo con l'Alfa, e il ricorso ai vecchi aspirati Ford V8, adattato agli attacchi del telaio monoscocca di carbonio della M185 pur di disputare le gare iniziali del campionato per non incorrere in pesanti sanzioni, il buon Minardi sta già lavorando per chiudere un contratto di fornitura di un motore turbo italiano da montare sulla sua monoposto. L'occasione gli viene data da un suo ex socio, il novarese Piero Mancini, che una volta lasciato il Minardi Team costituisce una sua società denominata Motori Moderni, con lo scopo di costruire un propulsore turbo con il quale fare il suo ingresso in Formula 1.

MINARDI M185, Pierluigi Martini
Paul Ricard, GP di Francia 1985

   Mancini coinvolge nel progetto un guru dei motori, l'ingegnere Carlo Chiti, che ha da poco abbandonato l'Autodelta presso la quale ha progettato il V8 890T Turbo che ancora equipaggia le monoposto Alfa Romeo nel 1985. Chiti si mette immediatamente al lavoro per realizzare il nuovo motore Tipo 615-90, un V6 di 90° da 1498 cc sovralimentato mediante due turbine KKK della tedesca Kühnle, Kopp & Kausch. Il motore viene pronto solo per la seconda gara della stagione, in Portogallo, ma non viene utilizzato sulla M185 sino alla gara successiva a Imola.

 MINARDI M185, Pierluigi Martini
Jacarepaguà, GP dl Brasile 1985

   La M185 Motori Moderni viene assemblata in tutta fretta e presenta vari difetti, oltre che utilizzare pezzi di scarsa qualità e costruiti con materiali ormai obsoleti, ma perlomeno permette a Giancarlo Minardi di coronare il suo sogno di debuttare in Formula 1. Come pilota titolare viene designato Pierluigi Martini, che prende il posto di Nannini per questioni legate agli sponsor oltre che al mancato possesso della superlicenza FIA non concessa al pilota di Siena.

MINARDI M185, Pierluigi Martini
Brands Hatch, GP d'Europa 1985

   Minardi stipula anche un accordo per la fornitura degli pneumatici con l'italiana Pirelli, anche se le coperture italiane nel '85 non sono all'altezza delle rivali Goodyear. La M185 ovviamente nulla può contro le più quotate vetture concorrenti e paga pesantemente l'inesperienza della giovane squadra italiana. La scuderia Minardi chiude la sua prima stagione nella massima serie senza punti, ottenendo comunque come miglior risultato un lusinghiero ottavo posto in Australia che genera entusiasmo e speranze per il futuro.


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