WILLIAMS FW11 Honda Turbo

   Per raccontare il 1986 del team Williams Grand Prix Engineering bisogna partire da un fatto di cronaca avvenuto poco prima dell'inizio della stagione. Nel mese di marzo su un piccola strada di Le Castellet nei pressi del circuito Paul Ricard, Francis Owen Garbett Williams (detto Frank), ha un brutto incidente in auto riportando la rottura della spina dorsale con la conseguente paralisi degli arti inferiori. Il brutto colpo per il team britannico viene fortunatamente metabolizzato in tempi brevissimi con il passaggio della direzione del team nelle mani di Patrick Head, socio fidato di Frank.

WILLIAMS FW11, Nelson Piquet
Hungaroring, GP d'Ungheria 1986

   Per la stagione '86 la Williams ingaggia il due volte Campione del Mondo Nelson Piquet e conferma l'esuberante inglese Nigel Mansell ma, senza Frank Williams alla guida, l'incapacità di Head di gestire i due piloti contribuisce a condizionare l'esito del campionato. Conseguentemente a questo si incrinano i rapporti con la Honda per la futura fornitura in esclusiva dei motori Honda, che infatti dal 1988 saranno concessi solo alla McLaren. Patrick Head continua comunque a ricoprire anche la carica di direttore tecnico e con lui il designer Sergio Rinland e l'ingegnere aerodinamico Frank Dernie, realizzano la nuova Williams FW11, una monoposto completamente nuova ma soprattutto molto diversa dalla precedente FW10 e che riprende alcuni concetti già visti sulla FW09 dell'84. Quest'ultima, nelle poche gare terminate, aveva dimostrato di possedere un livello di competitività molto buono, tarpato però dalla scarsa affidabilità del nuovo motore turbo Honda, all'esordio proprio in quella stagione sulle monoposto inglesi.

WILLIAMS FW11, Nelson Piquet
Monza, GP d'Italia 1986

   I due anni successivi sono serviti alla Honda per raggiungere un ottimo compromesso tra affidabilità e prestazioni, e così gli ingegneri della Williams decidono di indirizzare tutto il lavoro per realizzare una monoposto abbastanza convenzionale, con una impostazione aerodinamica semplice e molto funzionale, senza cercare la performance ad ogni costo. La scelta si rivela azzeccata e la FW11 raggiunge un livello di prestazioni e affidabilità invidiabili, con solo otto ritiri durante tutta la stagione ma soprattutto raggiungendo sempre la zona punti ogni volta che vede la bandiera a scacchi. Le linee date alla carrozzeria della nuova FW11, contraddistinta dai classici colori bianco/giallo/blu, sono morbide e bombate per garantire una migliore penetrazione aerodinamica e quindi ridurre i consumi, con una evidente rastrematura al posteriore. Il telaio è completamente realizzato in materiali compositi, le sospensioni sono a quadrilateri deformabili tipo push-rod, i freni in carbonio sono della Hitco con pinze Lockheed, il passo è di 2794 mm e il peso si assesta sul limito minimo ammesso per regolamento dei 540 kg.

 WILLIAMS FW11, Nelson Piquet
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1986

   Il motore che spinge la FW11 è il V6 Honda RA 166E da 1,5 litri biturbo, ha una architettura a V di 60°, distribuzione bialbero a camme in testa con 4 valvole per cilindro e lubrificazione a carter secco. I tecnici giapponesi hanno lavorato molto sul loro propulsore per renderlo più elastico rispetto al passato, con un'erogazione omogenea. Dopo avere eliminato i numerosi problemi di turbo-lag, il V6 nipponico raggiunge ora una potenza massima, in modalità gara, di 800 cv a 12.000 giri mentre in qualifica vengono superati i 1.000 cv. La trasmissione è costituita dal cambio Hewland meccanico manuale a sei rapporti rivisto dai tecnici Williams per fare fronte alle esorbitanti potenza del turbo Honda. Come detto precedentemente la FW11 si dimostra molto affidabile e le poche rotture meccaniche in stagione sono infatti spesso imputabili alla guida sempre al limite dei due piloti, costantemente in lotta fra loro per dimostrare la propria supremazia all'interno della squadra.

 WILLIAMS FW11, Nigel Mansell
Hockenheimring, GP di Germania 1986

   Infatti, nonostante nel corso della stagione 1986 la Williams disponga della migliore vettura in assoluto e ottenga 9 vittorie (5 con Mansell e 4 con Piquet), 5 secondi posti e 5 terzi posti, conquistando il titolo costruttori con 141 punti, si lascia sfuggire il titolo piloti, andato a Prost con la McLaren capace di una costanza di risultati tale da stare davanti ai due alfieri della scuderia di Grove. A poco serve il ritorno sui campi di gara di Frank Williams dalla nona gara stagionale in Gran Bretagna, sebbene costretto su una sedia a rotelle.




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