BRABHAM BT58 Judd EV

   Il 1987 è stato l'ultimo anno di presenza nel mondiale di Formula 1 per il team Brabham nella sua struttura più rinomata, quella con Bernie Ecclestone come titolare del team e Gordon Murray a capo dello staff tecnico. Proprio in quella stagione l'ingegnere sudafricano però firma per il suo passaggio alla McLaren, conscio dell'imminente vendita del team Brabham. Infatti a fine stagione l'abbandono del motorista BMW, la mancanza di un main-sponsor ma soprattutto l'interesse calante di Ecclestone per la gestione di una squadra, visto il suo crescente interesse alla gestione totale del circus della Formula 1, portano il magnate inglese a prendere la decisione di vendere il team allo svizzero Walter Brun, decisione resa pubblica in Australia durante l'ultimo weekend di gara della stagione 1987.

BRABHAM BT58, Stefano Modena
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1989

   La vendita della scuderia Motor Racing Developments viene presa comunque solo dopo che Ecclestone ha fatto ulteriori ma infruttuosi tentativi per trovare un motore adeguato per poter proseguire anche nel 1988. Non sono note le cifre dell'affare ma Walter Brun, già impegnato con Pavanello nel 1988 con la neonata scuderia EuroBrun, rivende immediatamente la Brabham al finanziere svizzero Joachim Lüthi. I tempi tecnici per partecipare al campionato 1988 sono troppo stretti e così Lüthi si vede costretto a rimandare tutto al 1989. Dopo un anno di assenza il team Motor Racing Developments si iscrive al campionato 1989, mantenendo la medesima struttura inglese di Chessington come base operativa, oltre che avvalersi dello stesso staff tecnico che già nel 1987 lavorava in Brabham e composto dal direttore tecnico John Baldwin e dal capo designer Sergio Rinland.

BRABHAM BT58, Martin Brundle
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1989

   I due ingegneri realizzano la nuova Brabham BT58, progettata intorno ad un telaio in monoscocca di carbonio e Kevlar, sul quale trova posto il nuovo motore Judd EV V8 da 3496 cc, nientemeno che il precedente CV ma con un angolo di 76° al posto degli originari 90°, abbinato al vecchio cambio Brabham/Hewland a 6 rapporti, manuale. La vettura è molto convenzionale e senza soluzioni innovative, ha un passo di 2794 mm e mantiene le caratteristiche linee tese che hanno sempre caratterizzato le Brabham realizzate da Murray negli anni '80.

BRABHAM BT58, Martin Brundle
Montecarlo, GP di Monaco 1989

   Non avendo preso parte al campionato '88 le due BT58, affidate al giovane italiano Stefano Modena e al veterano inglese Martin Brundle, devono sottostare alle prequalifiche nella prima metà stagione. La nuova monoposto si dimostra, tutto sommato, una macchina sufficientemente valida ottenendo sempre l'accesso alle qualifiche ufficiali, tranne in due occasioni entrambe con Brundle. La prima parte del campionato si dimostra comunque difficile e costellata di ritiri ma l'eccezionale exploit ottenuto a Montecarlo, dove Modena sale sul podio e Brundle arriva sesto, permettono alla rientrante scuderia inglese di essere ammessa direttamente alle qualifiche nella seconda metà del campionato, dove oltretutto, soprattutto con Brundle, la vettura trova una certa continuità di risultati, terminando spesso tra i primi dieci.

BRABHAM BT58, Stefano Modena
Jacarepaguà, GP del Brasile 1989

   A fine stagione la scuderia Brabham, che nel frattempo, dopo l'arresto per frode fiscale di Joachim Lüthi, è passata sotto la gestione della Middlebridge Group Limited, una società di ingegneria giapponese di proprietà del miliardario Koji Nakauchi, ottiene 8 punti nella classifica costruttori classificandosi nona. Il terzo posto conquistato da Stefano Modena nel Gran Premio di Montecarlo del 1989 rappresenta per la storica scuderia inglese l'ultimo podio della sua gloriosa storia.




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