LIGIER JS31 Judd CV

   Per la stagione 1988 Guy Ligier, dopo aver concluso e non trovato l'accordo con la Arrows per il rinnovo dell'utilizzo dei motori turbo Megatron, è costretto a ripiegare sul motore Judd CV, la cui potenza è modesta almeno quanto il budget della squadra. E' così che il direttore tecnico della scuderia francese, Michel Tétu, coadiuvato dagli ingegneri Michel Beaujon e Claude Galopin, cercano di ovviare a questi limiti disegnando la nuova Ligier JS31, una vettura piuttosto originale e ispirata alla Brabham BT55, la famosa vettura “sogliola” di Gordon Murray per la bassa linea di cintura.

LIGIER JS31, Stefan Johansson
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1988

   Viene realizzato un nuovo telaio monoscocca in fibra di carbonio e kevlar, seguendo la tecnologia utilizzata da Brunner per lo chassis della Ferrari F1-87, sul quale trova spazio il motore aspirato Judd CV, un 8 cilindri a V da 3500 cc, abbinato al cambio a sei marce realizzato completamente in casa dalla stessa Ligier. Il passo della monoposto è di 2865 mm, leggermente più lungo della precedente JS29 anche perché sulla JS31 il serbatoio del carburante viene letteralmente diviso in due, posizionando la parte principale nella classica posizione dietro al pilota e la parte secondaria e più piccola nella parte posteriore della monoposto, tra il motore e il cambio. Sfruttando il principio dei vasi comunicanti, i tecnici transalpini tentano di agire sulla distribuzione dei pesi in modo da abbassare il centro di gravità della vettura che in effetti ha un aspetto basso e filante. Questo particolare però mette in serie difficoltà il tedesco Christian Danner, pilota inizialmente designato per affiancare il confermato ed esperto pilota francese René Arnoux. Il corpulento Danner non è però in grado di entrare nel piccolissimo abitacolo della nuova JS31 e quindi sostituito con lo svedese Stefan Johansson, sensibilmente più basso di statura e con una corporatura minuta, simile a quella di Arnoux.

LIGIER JS31, Stefan Johansson
Monza, GP d'Italia 1988

   L'estetica della nuova JS31 risente fortemente della particolare collocazione dei due serbatoi, con le masse radianti che vengono posizionate molto avanti, praticamente di fianco all'abitacolo, per bilanciare i pesi. Così facendo le pance sono molto avanzate e contemporaneamente molto corte, con la rastremazione posteriore che comincia praticamente dove finisce il telaio.

LIGIER JS31, Renè Arnoux
Jacarepaguà, GP del Brasile 1988

   Sfortunatamente per la squadra transalpina i risultati non sono quelli attesi, e la nuova JS31 si dimostra molto difficile da mettere a punto e da guidare, con un carico aerodinamico praticamente inesistente tanto che in più occasioni i piloti dichiarano di avere la sensazione di guidare sempre “sul bagnato”. Ovviamente la stagione si rivela un totale disastro con René Arnoux e Stefan Johansson che non solo non ottengono punti in classifica, ma conoscono anche diverse volte l'onta della mancata qualificazione.

LIGIER JS31, Stefan Johansson
Jerez, GP di Spagna 1988

   Il punto più basso per la scuderia di Guy Ligier viene toccato proprio nel Gran Premio di casa, sul circuito Paul Ricard a Le Castellet non lontano dalla sede della scuderia a Vichy, quando entrambe le monoposto non ottengono la qualificazione superate anche da vetture decisamente meno carismatiche, come la AGS, le Dallara e le debuttanti RIAL ed EuroBrun.




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