LOTUS 101 Judd CV

   La sempre minore competitività delle Lotus porta a fine 1988 alla partenza del tecnico Gérard Ducrouge, autore delle ultime vetture di successo della squadra inglese. Oltre alla partenza del tecnico francese la Lotus deve anche subire l'abbandono della fornitura dei motori Honda che, dopo la scomparsa dei turbo, preferisce concentrare i propri sforzi su un'unica scuderia, la McLaren. Con la riduzione del budget dello sponsor Camel, la Lotus deve ripiegare su di un motore piuttosto economico come il Judd V8, non certo all'altezza dei V10 Honda e Renault e del V12 Ferrari. Il V8 judd oltretutto viene fornito alla storica squadra inglese nella versione clienti “CV”, avendo già due team sotto contratto per l'utilizzo della più aggiornata e potente versione EV, la March e la Brabham.

LOTUS 101, Nelson Piquet
Jacarepaguà, GP del Brasile 1989

   La partenza di Ducarouge, seguito dal tecnico Lotus di lunga data Martin Ogilvie, costringe il direttore del Team Peter Warr a cercare nuovi tecnici in grado di progettare una monoposto che possa adattarsi al nuovo propulsore atmosferico. Viene così assunto l'ex aerodinamico della Williams, Frank Dernie, con il ruolo di direttore tecnico, mentre Mike Coughlan e Tim Feast, che già lavorano nel team Lotus, vengono promossi a capo designer e ingegnere capo. I tre progettano la nuova Lotus 101, realizzando un nuovo telaio monoscocca in fibra di carbonio e kevlar, dotato di sospensioni in configurazione pull-rod all'anteriore e push-rod al posteriore, con un passo di 2900 mm e un peso di 500 kg. In generale la vettura risulta molto convenzionale e senza idee innovative, realizzata con il poco tempo a disposizione dei nuovi tecnici e soprattutto con un motore non all'altezza della concorrenza. Proprio per questo motivo la Lotus si rivolge alla Tickford, un'azienda britannica di ingegneria automobilistica che collabora già con la Aston Martin nel Campionato Sport Prototipi, per sviluppare una nuova versione del V8 Judd CV dotato di una testata a cinque valvole per cilindro che possa competere come potenza massima con i migliori EV.

LOTUS 101, Nelson Piquet
Phoenix, GP degli Stati Uniti 1989

   Con il motore aspirato, che non ha più bisogno delle grandi masse radianti del turbo Honda, Dernie può realizzare una carrozzeria molto filante, con pance di dimensioni contenute ma soprattutto con un musetto molto stretto, tanto da costringere l'italiana Momo, che fornisce i volanti alla maggior parte delle scuderie di Formula 1, a realizzarne uno apposta per la 101 con un diametro più piccolo in modo da permettere il passaggio delle mani del pilota tra la corona e la carrozzeria. Nonostante gli sforzi fatti dalla Tickford, il motore difetta ancora di potenza e le prestazioni della vettura si dimostrano piuttosto mediocri. Tutto l'ottimismo iniziale svanisce rapidamente con i risultati molto scarsi di inizio stagione. I due piloti, il brasiliano tre volte Campione del Mondo Nelson Piquet e il giapponese Satoru Nakajima, lottano costantemente a centro gruppo, conquistando il primo piazzamento a punti solamente nel Gran Premio del Canada, sesta prova stagionale.

LOTUS 101, Satoru Nakajima
Suzuka, GP del Giappone 1989

   La famiglia Chapman, al tempo azionista del Team Lotus, spinge Peter Warr e il direttore Fred Busher, che era in procinto di affrontare un processo a seguito dello scandalo De Lorean (la macchina del tempo del film “Ritorno al futuro”), a dimettersi. Tony Rudd, che già lavora per il Group Lotus, viene così promosso direttore esecutivo, mentre il motore sviluppato da Tickford viene abbandonato ripiegando sul tradizionale CV. Questi cambiamenti portano ad un effimero periodo di serenità, durante il quale le cose sembrano migliorare con Piquet capace di ottenere tre risultati utili consecutivi.

LOTUS 101, Satoru Nakajima
Montecarlo, GP di Monaco 1989

   Ben presto però la 101 ripiomba nell'oblio, subendo anche l'onta della mancata qualificazione per entrambe le vetture nel Gran Premio del Belgio sul circuito di Spa-Francorchamps, dove per la prima volta dal 1958 una vettura Lotus non prende il via in una gara ufficiale in Formula 1. Tenendo conto del terribile inizio di stagione e della difficile situazione societaria all'interno della Lotus, i 15 punti raccolti nel 1989 e il sesto posto ottenuto in classifica costruttori sono il massimo ottenibile dalla 101, anche tenendo conto che rimarrà il punteggio più alto toccato dalla scuderia della famiglia Chapman dopo l'era turbo e prima del collasso totale della scuderia che avverrà alla fine del 1994.  





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