Gli inaspettati successi della March 881 del 1988, portano alla ribalta delle cronache sportive il team di Bicester e il suo giovane tecnico Adrian Newey. Purtroppo durante la pausa invernale tra le stagioni '88 e '89 perde la vita in un incidente d'auto il manager italiano Cesare Gariboldi, uno degli autori della rifondazione del team March. Nel frattempo la March-Leyton House conclude l'acquisizione della Ralt di Ron Tauranac, vecchio conoscitore della Formula 1 dei primi anni '70 quando era il titolare della Brabham, prima che questa fosse ceduta a Ecclestone. La contestuale partenza di Robin Herd, ultimo socio fondatore della originaria March Engineering del 1969, che lascia a John Cowen, ex dirigente Ralt, la presidenza del gruppo completa il quadro della rivoluzione societaria della scuderia inglese.
MARCH CG891, Mauricio Gugelmin
Montecarlo, GP di Monaco 1989
La prima mossa di Cowen è cedere ad Akira Akagi, proprietario della Leyton House, la divisione March Racing, che si occupa di Formula Uno e F3000 e il cui nome viene cambiato, dal nuovo direttore giapponese, in Leyton House March Racing Team. Sempre per volere di Akagi nella sigla della vettura per la stagione 1989 vengono aggiunte le iniziali CG, l'acronimo dello scomparso Cesare Gariboldi ex collega e amico del manager giapponese. La nuova vettura prende così il nome di March CG891 ed è praticamente identica alla già innovativa 881 della precedente stagione, solo leggermente aggiornata in alcuni particolari da Adrian Newey.
MARCH CG891, Ivan Capelli
Montecarlo, GP di Monaco 1989
Il geniale tecnico inglese lascia immutato il telaio ma interviene sulla carrozzeria affinandola ulteriormente, sul passo accorciandolo di 61 mm, e sulle sospensioni adottando ora la configurazione push-rod anche al posteriore. Proprio al posteriore viene introdotta la più grande novità della monoposto, una scatola del cambio molto piccola con ingranaggi di spessore molto ridotto per permettere di realizzare uno scivolo estrattore a tutta larghezza in grado di garantire maggiore carico aerodinamico. Proprio questo cambio innovativo è però la causa dei parecchi ritiri subiti dalle monoposto della scuderia inglese nella prima parte della stagione, per la sua fragilità dovuta proprio alle esili dimensioni, problema poi risolto irrobustendo la scatola del cambio.
MARCH CG891, Ivan Capelli
Montecarlo, GP di Monaco 1989
Il motore che spinge la CG891 in questa stagione è il nuovo Judd EV, un V8 aspirato da 3496 cc, che viene dato in esclusiva proprio alla squadra di Bicester e alla Brabham e che si differenzia dalla precedente versione CV per la ridotta forbice della V, ora a 78° contro i 90° precedenti, e per ua maggiore potenza, quantificabile in circa 625 cv, garantita dalla nuova iniezione elettronica della Magneti Marelli. La coppia dei piloti per il team inglese è composta anche quest'anno dal brasiliano Mauricio Gugelmin e dall'italiano Ivan Capelli, che utilizzano per le prime due gare stagionali la precedente 881 per poi portare in pista dal Gran Premio di Monaco la nuova CG891.
MARCH CG891, Mauricio Gugelmin
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1989
Proprio con la vecchia 881 nel Gran Premio del Brasile, prima gara stagionale, Gugelmin conquista il podio, classificandosi terzo, piazzamento a punti che rimane anche l'unico della deludente stagione 1989. Infatti la nuova CG891 non ottiene nemmeno un arrivo a punti e i suoi migliori risultati sono tre settimi posti ottenuti da Gugelmin nel finale di stagione. Capelli, dopo il brillante 1988, non ottiene nemmeno un punto e colleziona ben 14 ritiri su 16 partenze.
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