RIAL ARC1 Ford-Cosworth DFZ

   Rial, ovvero il ritorno di Günter Schmidt. Dopo l'interessante ma complessa e tribolata vicenda che ha visto l'imprenditore tedesco dar vita fra gli anni '70 ed '80 alla scuderia ATS, Schmidt alla fine della stagione 1984 si è visto costretto, per ragioni di bilancio e dopo aver perso l'appoggio tecnico ed economico della BMW, a chiudere il programma della sua scuderia in Formula 1. La quasi contemporanea cessione della sua azienda produttrice di cerchi per auto sportive, la Auto Technisches Spezialzubehör dal cui acronimo deriva il nome ATS, non demoralizza il vulcanico imprenditore tedesco che nel 1987 si rimette in gioco acquistando la Rial, piccola fabbrica attiva sempre nel mondo dei cerchi per auto sportive con base a Fußgönheim, nel sud-ovest della Germania.

 RIAL ARC1, Andrea de Cesaris
Montecarlo, GP di Monaco 1988

   Non appena si rimette in sesto dal punto di vista finanziario, Schmidt non rinuncia al suo sogno di tentare nuovamente l'ingresso in Formula 1. Il ritorno viene pianificato per il 1988 grazie al nuovo regolamento che agevola le scuderie dotate di motore atmosferico, più economico rispetto ai turbo di ultima generazione. La nuova scuderia prende il nome dalla stessa azienda di Schmidt e viene battezzata Rial Racing e, con premesse notevoli, si presenta al via della stagione 1988. Come direttore tecnico viene infatti ingaggiata una vecchia conoscenza di Schmidt, l'ingegnere austriaco Gustav Brunner, già autore di molte ATS e nel frattempo cresciuto al punto di essere uno dei progettisti più importanti del circus, reduce anche da un impegno in Ferrari.

 RIAL ARC1, Andrea de Cesaris
Montecarlo, GP di Monaco 1988

   La nuova Rial ARC1 progettata da Brunner infatti richiama piuttosto da vicino la Ferrari F1-87 disegnata dallo stesso ingegnere austriaco, dalla quale viene ripreso quasi senza differenze il disegno del telaio monoscocca in fibra di carbonio e lo schema delle sospensioni anteriori, tanto da essere soprannominata la “Ferrari Blu”. A livello estetico, le differenze si notano maggiormente nelle fiancate, dove l'assenza delle ingombranti masse radianti necessarie per i motori turbo permettono al tecnico austriaco di ridurre sensibilmente i volumi, e al retrotreno dove all'opposto il maggior volume del V8 Ford-Cosworth DFR che equipaggia la monoposto tedesca, obbliga Brunner a progettare un retrotreno piuttosto spartano, senza una completa copertura del propulsore. Da metà stagione però anche la zona posteriore della ARC1 viene completamente carenata, creando la classica forma a collo di bottiglia, tanto utile per creare carico aerodinamico.

RIAL ARC1, Andrea de Cesaris
Jacarepaguà, GP del Brasile 1988

   La caratteristica principale della ARC1 si trova però nella collocazione degli ammortizzatori anteriori, posizionati in posizione orizzontale sopra al telaio, posizione che crea una scuola seguita in seguito da tutti i progettisti. Grazie alla spinta dello sponsor personale Marlboro, come pilota viene scelto il velocissimo ma incostante pilota italiano Andrea de Cesaris, noto anche per la sua nomea di "sfascia macchine". La cosa non si sposa bene né con il budget limitato del neonato team, né con il proverbiale caratteraccio di Schmidt, che infatti licenzia il pilota italiano a fine stagione, nonostante i buoni risultati raggiunti. La ARC1 infatti si rivela una macchina capace di buone prestazioni, in grado di qualificarsi quasi costantemente a ridosso delle migliori monoposto, ma purtroppo poco affidabile e costretta più volte al ritiro quando occupa posizioni di tutto rispetto. Solo a metà stagione la vettura trova un minimo di affidabilità, permettendo a De Cesaris di vedere il traguardo in tre gare consecutive, cogliendo anche un incredibile quarto posto a Detroit.

 RIAL ARC1, Andrea de Cesaris
Monza, GP d'Italia 1988

   Dopo il Gran Premio di Francia l'ennesimo litigio tra Schmidt e Brunner portano all'abbandono della squadra da parte del tecnico austriaco con la conseguenza di un calo delle prestazioni della monoposto dovute al mancato sviluppo. La stagione è così piuttosto deludente, anche se il quarto posto a Detroit può considerarsi un exploit non indifferente. Con 3 punti la scuderia tedesca chiude il campionato al tredicesimo posto in classifica costruttori anche se, sia il pilota romano che il tecnico austriaco, lasciano definitivamente il team Rial.  




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