Nella seconda metà della stagione 1987 il manager John Macdonald, vecchia conoscenza della Formula 1 per essere stato insieme al socio Mike Ralph il titolare della scuderia RAM tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80, tenta nuovamente l'ingresso nella massima formula grazie all'appoggio del gruppo giapponese Middlebridge, gruppo che nelle stagioni successive tenterà altre avventure in Formula 1 con la Onyx e la Brabham. La copertura economica viene garantita dal brand di moda italiano Trussardi, che avendo visto gli ottimi risultati ottenuti dal marchio Benetton decide di affacciarsi al mondo delle corse per utilizzare la Formula 1 come veicolo promozionale.
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Trussardi-Middlebridge B186 Megatron turbo |
Con l'accordo raggiunto tra Macdonald, Middlebridge e Trussardi si inizia a delineare il sogno di un team con il quale partecipare al campionato 1987. L'unico problema però è la mancanza di una vettura, problema al quale il management del brand italiano cerca di porre rimedio accordandosi con la Benetton affinché gli ceda le sue B186 della stagione appena conclusa, equipaggiate dai turbo BMW M12/13 L4. Le vetture vengono affidate alle cure del team Middlebridge, scuderia inglese ma supportata dalle risorse del gruppo finanziario giapponese, che si occupa di aggiornare le vetture ai regolamenti del 1987, mentre il gruppo Trussardi si occupa della gestione del team annunciando la propria intenzione di partecipare alle ultime sei gare della stagione '87 con una sola vettura in vista di un impegno totale nel 1988.
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Trussardi-Middlebridge B186 Megatron turbo |
La monoposto viene chiamata Trussardi-Middlebridge B186, e vengono anche indicati i piloti che la porteranno in pista nella fase conclusiva della stagione 1987, l'italiano Emanuele Pirro, uno dei protagonisti del campionato di F3000 che la guiderà nei Gran Premi di Italia, Spagna, Portogallo e Messico, e il giapponese Aguri Suzuki, che la porterà in pista nei conclusivi appuntamenti in Giappone e Australia. Fervono i preparativi in vista dell’imminente debutto in Italia sul circuito di Monza, undicesima prova del mondiale 1987 e gara di casa per Trussardi e Pirro. In seno al nuovo team l’ottimismo è palpabile, consapevoli di avere messo le mani su di una ottima vettura e che possiede per altro uno dei motori turbo più potenti in circolazione, preparato da questa stagione dalla Megatron.
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Trussardi-Middlebridge B186 Megatron turbo |
Una volta perfezionata l'iscrizione il team è pronto a muovere i primi passi in Formula 1 sul circuito brianzolo ma la doccia fredda arriva con la bocciatura della monoposto da parte della FIA. La Trussardi-Middlebridge B186 è perfettamente in regola dal punto di vista tecnico ma dagli inizi degli anni ’80 in Formula 1 vige una regola secondo cui un team non può schierare una vettura prodotta e già condotta in gara da un altro costruttore. Tale regola, voluta di concerto da Ecclestone e dalla FIA, è stata pensata per sopprimere il fenomeno dei cosiddetti “privati” quelle scuderie tanto in moda negli anni '70 che acquistavano vecchie vetture dismesse da team più blasonati per iscriversi a singole gare solo per il piacere di tentare la qualificazione a un Gran Premio di Formula 1. La vettura schierata dal team Middlebridge infatti, nonostante gli aggiornamenti, è palesemente la Benetton del 1986 e quindi rappresenta una violazione del regolamento. Gli organizzatori del Gran Premio d'Italia, in realtà, vorrebbero ammettere al via la vettura, molto probabilmente perchè trattasi di un team italiano, ma la FIA è categorica nel sostenere la violazione del regolamento vigente.
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Trussardi-Middlebridge B186 Megatron turbo |
Il team anglo-italiano non demorde e prova a schierare la vettura nelle successive gare, venendo sempre respinta dai commissari con la medesima motivazione. L'unica alternativa per il team Trussardi-Middlebridge è costruirsi una propria monoposto o affidarsi a qualche specialista nel settore della fabbricazione di telai. Quel che è certo, è che non può schierare la vettura portata in pista da Benetton l’anno prima. A fine 1987, il team decide di gettare la spugna e il sogno del gruppo Trussardi di debuttare in Formula 1, ricalcando il successo ottenuto dalla Benetton con un proprio team, naufraga definitivamente.
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