BENETTON B190 Ford-Cosworth HBA4

   Secondo i piani del team Benetton Formula, il 1990 dovrebbe essere un anno chiave nell'ascesa verso la conquista del Campionato del Mondo, partendo dalla svolta tecnica che vede l'arrivo di John Barnard nel ruolo di direttore tecnico ad affiancare lo storico progettista Rory Byrne. Per quanto riguarda invece la gestione sportiva della scuderia, dopo essere già entrato con incarichi dirigenziali dal 1988, nel 1990 Flavio Briatore assume un ruolo centrale nella gestione del team, accentrando a sé in pratica tutti i poteri. Infine viene ingaggiato l'esperto pilota carioca tre volte Campione del Mondo, Nelson Piquet, affiancandolo al giovane e rampante italiano Alessandro Nannini, con l'evidente scopo di "far crescere" colui che è destinato a essere, secondo i piani di casa Benetton, il futuro Campione del Mondo.

BENETTON B190, Nelson Piquet
Montréal, GP del Canada 1990

   Con queste premesse la scuderia di Briatore si presenta al via della stagione con la vettura del 1989, la Benetton B189, aggiornata da Barnard e Byrne alla versione “B” ma che adotta il nuovo motore Ford-Cosworth HBA4, dato in esclusiva proprio al team Benetton Formula. Il nuovo propulsore, pur mantenendo le caratteristiche del precedente DFR, ha ora una V più stretta, 75° contro i 90° del DFR, e utilizza materiali più leggeri che permettono di raggiungere gli 11.500 giri/min e toccare i 650 cv di potenza massima, pochi se paragonati ai 680/700 dei rivali Renault, Ferrari e Honda ma comunque con un rapporto peso/potenza di tutto rispetto visto i minori ingombri, peso e consumi del V8 americano rispetto ai plurifrazionati della concorrenza.

BENETTON B190, Nelson Piquet
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1990

   Altro vantaggio non indifferente sono le minori masse radianti necessarie al V8 Ford che permettono alla vettura di soffrire in misura minore di drag aerodinamico e quindi di raggiungere velocità massime a volte addirittura superiori di Ferrari e McLaren. Per meglio capire l'importanza data allo sviluppo di questo motore basti pensare che la Cosworth affianca a Barnard e Byrne un proprio progettista, Geoff Goddard, con il compito di soddisfare al meglio le richieste dei progettisti del team britannico con sede a Witney, una cittadina dell'Oxfordshire in Inghilterra. Oltre a Goddard la Ford, che proprio nel 1990 acquisisce la proprietà della Jaguar dove dal 1989 lavora Ross Brawn come progettista della XJR-14 che corre con successo nel mondiale sport prototipi, concede al tecnico di Manchester di coadiuvare Barnard e Byrne per lavorare sulla nuova monoposto, che debutta nella terza gara della stagione, a Imola.

BENETTON B190, Alessandro Nannini
Montréal, GP del Canada 1990

   La nuova B190 colpisce subito per il ritorno della presa d'aria motore posizionata sopra la testa del pilota e non più ai lati dell'abitacolo come le precedenti Benetton. La nuova monoposto si differenzia molto da quelle della concorrenza proseguendo la strada intrapresa da Byrne diversi anni prima con fiancate piuttosto alte e squadrate e un musetto tondo e appuntito che da questa stagione assume una conformazione arcuata che ricorda il becco di un'aquila. La B190 è un'ottima macchina che permette spesso ai due piloti di salire sul podio, ma il 12 ottobre del 1990 nel weekend successivo al Gran Premio di Spagna, ecco l'imprevisto che cambia i piani. Nannini, nei pressi di casa sua a Siena, ha un grave incidente in elicottero nel corso del quale subisce l'amputazione del braccio destro. La sua carriera in Formula 1 viene così bruscamente interrotta e nelle due restanti prove l'Italiano viene sostituito dal brasiliano Roberto Moreno, proprio mentre Piquet vince entrambe le gare con un po' di fortuna e moltissima sagacia tattica.

BENETTON B190, Alessandro Nannini
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1990

   Briatore, già al corrente che Piquet annuncerà il ritiro dalle competizioni a fine stagione '91, ha ora un altro problema da risolvere, e cioè trovare un nuovo campione in erba che possa portare la Benetton al titolo mondiale, ricerca che finirà nel 1991 quando a Monza prende parte al Gran Premio d'Italia con una Benetton una giovane promessa tedesca, un tale Michael Schumacher. La buona stagione 1990 porta comunque il team ad affermarsi come terza forza nel mondiale, conquistando ben 71 punti (44 con Piquet che si classifica terzo nel mondale piloti, 21 con Nannini e 6 con Moreno) frutto di 2 vittorie, 3 secondi posti e 3 terzi.





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