BRABHAM BT59 Judd EV

   Nel 1989, dopo un anno di assenza dal mondiale, il team inglese Motor Racing Developments che porta in pista le monoposto Brabham, ritorna in Formula 1 con la BT58, una monoposto tutto sommato soddisfacente e capace di cogliere anche un podio, oltre che ottenere risultati di tutto rispetto. A fine stagione la scuderia inglese passa sotto la gestione totale della Middlebridge Group Limited, una società di ingegneria giapponese di proprietà del miliardario Koji Nakauchi, dopo l'arresto per frode fiscale di Joachim Lüthi che a sua volta l'aveva acquistata dallo svizzero Walter Brun.

BRABHAM BT59, Stefano Modena
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1990

   La stagione 1990 per il team inglese, che ha mantenuto la struttura inglese di Chessington come base operativa, comincia con la BT58 del 1989 guidata sempre dall'italiano Stefano Modena come prima guida ma affiancato questa volta dallo svizzero Gregor Foitek. Nella prima gara stagionale, negli Stati Uniti sul circuito cittadino di Phoenix, Modena ottiene il quinto posto dopo avere ottenuto il decimo tempo in griglia, portando un discreto ottimismo nella scuderia che nel frattempo sta lavorando per la realizzazione della nuova BT59.

BRABHAM BT58, Stefano Modena
Phoenix, GP degli Stati Uniti 1990

   La nuova monoposto debutta al rientro della trasferta oltre oceano, in occasione del Gran Premio di San Marino che si corre su circuito di Imola. In questa occasione viene anche sostituito il secondo pilota, affidando la seconda vettura al debuttante australiano David Brabham, il figlio più giovane di Jack Brabham, fondatore della squadra e unico pilota nella storia della Formula 1 capace di vincere un mondiale al volante di una vettura costruita dal proprio team, nel 1966 al volante della Brabham BT19 spinta dal motore Repco 620 V8.

BRABHAM BT59, David Brabham
Hermanos Rodriguez, GP del Messico 1990

   Il progetto della BT59 è sempre dell'ingegnere argentino Sergio Rinland, coadiuvato dal tedesco Hans Fouche. I due tecnici sviluppano la precedente vettura con lievi aggiornamenti, limitatamente alle scarse disponibilità finanziarie del team. Si rivedono le medesime linee BT58 ma con un peso più contenuto, nonostante il passo più lungo, mentre a livello estetico mantiene la livrea biancoblu della stagione precedente, anche se il blu diventa il colore predominante, esattamente l'opposto della stagione '89. Viene mantenuto del tutto inalterato il posteriore della BT58, sempre con il motore V8 Judd EV abbinato al vecchio cambio Brabham/Hewland a 6 rapporti manuale, in attesa che Rinland realizzi il nuovo cambio trasversale che viene installato sulla BT59 dal Gran Premio di Francia.

BRABHAM BT59, Stefano Modena
Suzuka, GP del Giappone 1990

   I risultati della nuova vettura sono molto scarsi con il deludente David Brabham che colleziona solo mancate qualificazioni e ritiri, mentre Modena ottiene come miglior risultato un settimo posto. Gli unici 2 punti raccolti in stagione dal team Brabham rimangono quelli ottenuti da Modena nella prima gara stagionale, corsa con la vecchia BT58, mentre la BT59 Judd non ottiene punti. Durante il Gran Premio del Giappone viene già presentata la nuova vettura per il 1991, nientemeno che la medesima BT59 sulla quale però viene installato il nuovo motore Yamaha OX99 V12 e che già viene collaudata in pista da Martin Brundle.






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