LEYTON HOUSE CG901 Judd EV

   Con l'ingresso di Akira Akagi nella scuderia di Bicester e il cambio del nome della divisione sportiva March Racing in Leyton House, senza più l'accenno al costruttore inglese, viene completato il cambiamento ai vertici della storica casa d'oltremanica. L'obiettivo rimane sempre quello di riportare al successo le monoposto che escono dalla factory di Bicester e anche per il 1990 il progetto della monoposto CG901 viene affidato ad Adrian Newey, anche se non si discosta troppo da quello della precedente 891.

LEYTON HOUSE CG901, Ivan Capelli
Paul Ricard, GP di Francia 1990

   Newey si rende conto che è necessario apportare alcune modifiche per porre rimedio alle problematiche insorte nella passata stagione, la principale delle quali riguarda il poco performante motore Judd EV V8, non all'altezza della concorrenza con i suoi 625 cv di potenza massima. Nel tentativo di ridurre al minimo la grande differenza prestazionale, Newey decide di puntare su una monoposto che possa ritrovare velocità grazie ad una maggiore efficienza aerodinamica. A inizio stagione la prima versione della nuova CG901 appare praticamente identica alla 891 dalla quale deriva, anche se è dotata di piccoli particolari aerodinamici decisamente più sofisticati, con grossi interventi effettuati soprattutto sull'ala anteriore, allo scopo di aumentare la deportanza.

LEYTON HOUSE CG901
Ivan Capelli Monza, GP d'Italia 1990

   Da metà stagione vengono però fatte importanti modifiche sulla CG901, soprattutto al telaio e alle sospensioni. Il telaio monoscocca di carbonio diventa ancora più rigido e piccolo del precedente, tanto che nella parte inferiore dello stesso vengono ricavati due incavi per posizionare i talloni del pilota, il tutto per favorire i flussi aerodinamici interni alle pance della vettura. Questa ulteriore riduzione dello spazio a disposizione del pilota viene criticata dai due confermati piloti, il brasiliano Mauricio Gugelmin e l'italiano Ivan Capelli, che lamentano difficoltà nell'utilizzo della leva del cambio e addirittura nel maneggiare il volante, a causa dell'angusto spazio.

LEYTON HOUSE CG901, Ivan Capelli
 Phoenix, GP degli Stati Uniti 1990

   Gli ammortizzatori anteriori vengono posizionati davanti ai piedi del pilota e la sospensione ha la classica conformazione push-rod. Il musetto è particolarmente stretto e appuntito, le fiancate hanno una linea pulita e una accentuata rastremazione al posteriore, dove si trova il nuovo cambio progettato sempre da Newey e che è realizzato con la scatola in fibra di carbonio. Dopo una prima parte di stagione decisamente poco incoraggiante, caratterizzata da mancate qualificazioni e ritiri, le cose migliorano sensibilmente dal Gran Premio di Francia con l'introduzione delle evoluzioni sulla CG901. Capelli al Paul Ricard ottiene il 2° posto dietro alla Ferrari di Prost e davanti alla McLaren di Senna, dopo aver a lungo guidato la gara.

LEYTON HOUSE CG901, Mauricio Gugelmin
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1990

   Nel resto della stagione solo la scarsa affidabilità della monoposto preclude ulteriori exploit alle vetture di Newey che comunque ottengono un altro piazzamento a punti, permettendo alla Leyton House di chiudere la stagione al 7° posto. Nonostante gli scarsi risultati, la creatività di Adrian Newey non passa inosservata alle grandi scuderie e a fine stagione la Leyton House non riesce a trattenere il tecnico inglese che lascia il team per accasarsi alla Williams.




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