MGN JH22 W12-MGN

   Guy Nègre è un ingegnere automobilistico con una lunga militanza come motorista in Renault, che nel 1978 si mette in proprio per fondare il suo atelier specializzato nella preparazione dei motori da competizione battezzato MGN, acronimo di Moteur Guy Nègre. Sfruttando il ritorno all'aspirato, meno complesso e costoso del turbo, Nègre progetta un ambizioso sbarco in Formula 1 prima come fornitore di motori e poi, successivamente, come costruttore. La sua idea è davvero originale e molto diversa dalla soluzione intrapresa dai maggiori costruttori del momento. Nègre infatti progetta un motore 12 cilindri con configurazione a W di 60°, architettura che prevede i 12 cilindri disposti su tre bancate asimmetriche, ciascuna composta da 4 cilindri, un concetto che in pista non si vedeva dagli anni '30.

W12 MGN

   L'asimmetria delle tre bancate è necessaria per trovare lo spazio per le trombette di aspirazione delle bancate destra e centrale che sono le une accanto alle altre, oltre che allo scopo di ridurre gli ingombri e gestire al meglio le temperature. In questo modo infatti lo scarico delle bancate più esterne è posizionato all’esterno della W, mentre quello della bancata centrale si trova necessariamente all’interno della W, sul lato opposto rispetto ai tromboncini di aspirazione. La vera peculiarità del W12 MGN però è nella distribuzione “floating”, ovvero a valvole rotative. Nella fattispecie, i tecnici francesi optano per un sistema formato da due dischi che ruotano nella parte superiore della testata. In questi dischi, che si muovono parallelamente, sono ricavate le luci di scarico, debitamente fasate tra loro. Questa configurazione conferisce un aspetto molto compatto, almeno in altezza, al motore francese, sprovvisto di classiche testate con valvole a fungo. Sulla carta questa particolare configurazione a W dovrebbe assicurare una potenza notevole, stimata in circa 630 cv a 11.500 giri/min, ma in uno spazio ridotto e compatto e con un peso complessivo di circa 120 kg, circa 30 in meno del classico V8 Ford-Cosworth. Il motore viene lungamente testato e modificato al banco e, quando ritenuto pronto, Nègre cerca uno chassis per tentare una prova su pista. Chiede aiuto all'amico Henri Julien e questi gli mette a disposizione lo chassis 033 della AGS JH22 che ha partecipato in due occasioni al Mondiale 1987.

MGN JH22

   La monoposto, ribattezzata MGN JH22, viene modificata alla buona per ospitare il W12 MGN. La carrozzeria posteriore è rimaneggiata e il motore, ancora in fase di sviluppo, totalmente scoperto e privo di apposita carrozzeria. Nel settembre 1989, hanno inizio i test sul Circuit du Grand Sambuc, un piccolo tracciato situato nella Sud della Francia. Il motore si rivela sufficientemente affidabile ma le prestazioni sono assai inferiori a quelle previste e i 630 cv stimati rimangono un lontano miraggio. Le pochissime cronache riportano come test-driver il nome di un pilota locale, Philippe Billot, ma non ci sono notizie certe sull'esito di quelle prove, né rilievi cronometrici e chilometrici disponibili.

MGN JH22, Philippe Billot
test  sul circuito Grand Sambuc

   Quello che si sa è che la potenza del motore si rivela ben inferiore a quella attesa, tanto che Negre è costretto a rivedere profondamente il suo progetto che però, nel frattempo, perde ogni possibilità di sbocco in Formula Uno. Nonostante il tentativo, comunque fallito, di equipaggiare nel 1990 la Norma M6, una vettura Sport-Prototipo francese, per partecipare alla 24 Ore di Le Mans, i pochi giri effettuati sul piccolo circuito nei pressi di Marsiglia restano gli unici della storia del motore W12 MGN. 




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