MINARDI M189 Ford-Cosworth DFZ

   Il primo punto nella propria storia ottenuto nel 1988 porta alla scuderia Minardi una ventata di cauto ottimismo, oltre che il primo “assegno” da parte della FIA che con la conferma dello sponsor “Lois” per la stagione 1989, donano una certa stabilità finanziaria al piccolo team di Faenza. Vengono confermati entrambi i piloti, l'esperto italiano Pierluigi Martini e lo spagnolo Luis Perez-Sala, e si torna alle gomme Pirelli che forniscono la Minardi come squadra di punta. Inizia così una delle migliori stagioni in termini di prestazioni per la scuderia di Gian Carlo Minardi che per le prime tre gare del campionato schiera l'evoluzione “B” della vecchia monoposto M188, in attesa della nuova Minardi M189.

MINARDI M189, Pierluigi Martini
Phoenix, GP degli Stati Uniti 1989

   La nuova monoposto, che nasce sotto la direzione tecnica di Aldo Costa coadiuvato dai designer Nigel Cowperthwaite e Tommaso Carletti, utilizza un nuovo telaio monoscocca in fibra di carbonio con sospensioni realizzate appositamente per far funzionare al meglio le coperture italiane. Per cercare di risolvere la cronica instabilità che assillava la precedente vettura, il passo cresce sensibilmente, dai 2690 della M188 fino ai 2927 della M189, e con la riduzione della carreggiata sia all'anteriore che al posteriore, la nuova monoposto ha un aspetto più slanciato. Il musetto è leggermente più massiccio, sempre dotato con un'ala biplano, ma le fiancate sono sensibilmente più corte, stondate e soprattutto con un'accentuata rastremazione al posteriore. Anche il cofano motore cambia sensibilmente con la classica presa d'aria sopra la testa del pilota al posto delle prese d'aria laterali presenti sulla M188.

MINARDI M189, Luis-Perez Sala
Hermanos Rodriguez, GP del Messico 1989

   Purtroppo anche sulla nuova M189 la scuderia Minardi deve montare il vecchio propulsore Ford-Cosworth DFZ, meno potente e più pesante della nuova versione DFR, e questo spinge Gian Carlo Minardi a cercare altrove la fornitura di un propulsore in grado di reggere la concorrenza. Minardi trova un accordo con Carlo Chiti per la fornitura di un motore sviluppato dalla Motori Moderni e costruito partendo dal Subaru 1235 V12 a cilindri contrapposti (Boxer) di 3500 cc. La tipologia di motore è stata negli anni '70 un cavallo di battaglia per l'ingegnere toscano ma l'evoluzione dell'aerodinamica delle vetture moderne, dotate di estrattori posteriori per aumentare il carico, rendono l'idea di difficile realizzazione visti gli ingombri laterali di un motore V12 piatto. Il motore oltretutto pesa circa 100 kg in più del tradizionale Ford-Cosworth DFZ ed eroga circa 30 cv in meno di potenza. Il motore viene montato sulla M188 e collaudato in pista nell'agosto del 1989 sul circuito di Misano con Martini alla guida, ma le enormi difficoltà riscontrate fin dalla prima uscita fanno naufragare il progetto che viene subito accantonato.

 MINARDI M188B Subaru

   Dal debutto della nuova M189, avvenuto alla terza gara stagionale in Messico, sia Martini che Sala confermano immediatamente come la nuova vettura sia un passo avanti rispetto al passato, anche se si trovano a lottare con pneumatici dal rendimento imprevedibile. Dopo qualche problema iniziale dovuto soprattutto alla mancanza di affidabilità arrivano i primi risultati con entrambe le vetture che vanno a punti nel Gran Premio di Gran Bretagna, per la prima e unica volta nella storia della scuderia faentina. Grazie a questo risultato la Minardi riesce ad evitare le prequalifiche nella seconda parte di stagione, dove si vedono buone prestazioni anche in qualifica. In Portogallo Martini ottiene il quinto tempo in griglia e, per l'unica volta nella storia del team, si porta in testa alla gara anche se solo per un giro, concludendo poi quinto. A Jerez, in Spagna, il pilota romagnolo si qualifica addirittura quarto, ma in gara si ritira per un'uscita di pista e, una volta rientrato nel paddock, si rompe una costola cadendo dal camion della squadra. All'appuntamento successivo, in Giappone, viene quindi sostituito dal debuttante pilota italiano Paolo Barilla ma già nella gara dopo, il Gran Premio di Australia, rientra e si qualifica terzo ottenendo anche il miglior tempo nel warm up della domenica mattina.

MINARDI M189, Luis-Perez Sala
Adelaide, GP d'Australia 1989

   Purtroppo la corsa si disputa in condizioni di bagnato estremo e le Pirelli da bagnato si dimostrano non all'altezza delle Goodyear, costringendolo solo al sesto posto. I 6 punti raccolti nel 1989 permettono alla scuderia Minardi di ottenere l'undicesimo posto nella classifica costruttori, uno dei migliori risultati nei 21 anni di storia della piccola scuderia italiana. 






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