BRABHAM BT60Y Yamaha

   La trentennale storia della scuderia Brabham si conclude con la BT60, l'ultima monoposto ad uscire dagli stabilimenti della Motor Racing Development Ltd. con sede a Chessington, fino al 1989, e successivamente a Milton Keynes. La storica casa di auto da corsa britannica nasce nel 1960 quando il pilota australiano Jack Brabham e il designer anglo-australiano Ron Tauranac decidono di costruire monoposto a ruote scoperte partendo dalle Formula 3, Formula 2 e poi successivamente Formula 1. Alla fine degli anni '60 la Motor Racing Development era il più grande costruttore mondiale di monoposto da corsa, avendo già vendute qualcosa come 500 auto, e il suo fondatore Jack Brabham, con il cui nome vengono comunemente chiamate le monoposto della MRD, rimane tuttora l'unico pilota in grado di vincere un Campionato Mondiale di Formula 1, quello del 1966, al volante di una monoposto costruita da lui stesso.

BRABHAM BT60Y, Mark Blundell
Hungaroring, GP d'Ungheria 1991

   Seguiranno poi altri tre titoli piloti e due costruttori ma come tutte le belle storie anche quella della Brabham è destinata a finire. Dopo la decisione di Ecclestone di mettere in vendita la scuderia a fine '87, non iscrivendosi al campionato 1988, e il ritorno in pista nel 1989 prima con la nuova proprietà del finanziere svizzero Joachim Lüthi e poi sotto la gestione totale della Middlebridge Group Limited, una società di ingegneria giapponese di proprietà del miliardario Koji Nakauchi, la Motor Racing Development riprende a produrre monoposto con la BT58 che viene utilizzata nel 1989 e poi con la BT59 del 1990. Durante il Gran Premio del Giappone 1990 viene già presentata al pubblico la nuova vettura per il 1991, nientemeno che la medesima BT59 sulla quale però viene installato il nuovo motore Yamaha OX99 V12 e che già viene collaudata in pista da Martin Brundle.

BRABHAM BT60Y, Mark Blundell
Monza, GP d'Italia 1991

   La collaborazione con il nuovo motorista giapponese porta una ventata di ottimismo tra le file della scuderia britannica. Per la nuova stagione infatti al fianco del veterano, e già collaudatore delle BT59Y, Martin Brundle, viene ingaggiata la giovane promessa britannica Mark Blundell che già corre con ottimi risultati per la scuderia Middlebridge in Formula 3000. Le prime due gare della stagione vengono corse con la vecchia BT59 del 1990 sulla quale viene montato il nuovo propulsore Yamaha OX99 V12 e che viene rinominata BT59Y.

BRABHAM BT59Y, Martin Brundle
Interlagos, GP del Brasile 1991


   Dalla terza gara stagionale, sul circuito di Imola, viene portata in pista la nuova BT60Y che il direttore tecnico Sergio Rinland, il progettista Tim Densham, che vanta un passato in Lotus come ingegnere di pista all'epoca di Senna, e l'aerodinamico Hans Fouche progettano appositamente per accogliere il nuovo motore Yamaha. La vettura segue i nuovi dettami aerodinamici come il musetto rialzato per ottimizzare i flussi sul fondo della vettura, anche se il pilone centrale di sostegno dell'ala anteriore ne vanifica lo scopo, e la sensibile rastrematura posteriore per creare un maggiore carico aerodinamico. Nonostante gli sforzi dei progettisti la vettura si rivela solamente mediocre e dopo il buon debutto sul circuito di Imola, con Blundell ottavo e Brundle undicesimo, il resto della stagione si rivela disastroso. Le aspettative, date soprattutto dalla collaborazione in esclusiva con Yamaha per l'utilizzo del motore V12, sono ampiamente disattese e le gare successive si rivelano una collezione di ritiri, molti dei quali dovuti alla scarsa affidabilità del motore. Solo dal Gran Premio di Germania, soprattutto per mano di Brundle, la scuderia trova una costanza di risultati anche se sempre molto lontani dalla posizioni che contano.

BRABHAM BT60Y, Mark Blundell
Hungaroring, GP d'Ungheria 1991

   A fine stagione la BT60Y ottiene solo tre punti, ottenuti grazie ad un quinto e a un sesto posto, che relegano la Brabham al 9° posto in classifica. La BT60 verrà portata in pista ancora nel 1992 dotata di motore Judd, prima che il team dica definitivamente addio alla Formula 1, e così la BT60 rimane l'ultima monoposto progettata dalla storica scuderia britannica.





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