FOOTWORK FA12 Porsche

   Nel 1991 si assiste al ritorno della Porsche in Formula 1 come motorista. Già di per se questa affermazione dovrebbe far tornare alla memoria le formidabili vittorie dei propulsori di Stoccarda montati sulle McLaren fino al 1987 e che hanno portato tre titoli piloti e due costruttori alla casa di Woking. In questo caso però si tratta di qualcosa di ben diverso. Mentre per lo sviluppo del motore Porsche TTE P01 V6 Turbo degli anni '80 era intervenuto finanziariamente l'imprenditore franco-saudita e titolare della TAG, Mansour Ojjeh, questa volta i tecnici di Stoccarda, guidati dall'ingegnere progettista di tutti i motori Porsche Hans Mezger, fanno tutto in casa con i soli fondi messi a disposizione dalla stessa Porsche. Mezger riprende un vecchio progetto risalente al 1987 di un V12 da 3500 cc, caratterizzato da un'insolita presa di forza posizionata a metà del blocco cilindri. Il progetto si rivela comunque interessante per Wataru Ohashi, presidente del colosso giapponese della logistica Footwork Express Company, che durante il 1990 concretizza la transazione per il passaggio nelle sue mani della prorpietà dell'ex team Arrows, ora rinominato Footwork Grand Prix International.

FOOTWORK FA12, Michele Alboreto
Montecarlo, GP di Monaco 1991

   La consegna del primo V12 Porsche trova però impreparati i tecnici della Footwork Alan Jenkins e Dave Amey che, a causa degli ingombri del motore tedesco, devono rivedere il progetto della nuova FA12, già in fase avanzata di progettazione. Si decide quindi di modificare la vecchia A11B, risalente ancora dal progetto A10 di Ross Brown utilizzata nel 1990. Con questa vettura, rinominata Footwork A11C Porsche, il team inglese prende parte alle prime due gare della stagione, affidando le due monoposto piloti italiano Michele Alboreto e Alex Caffi, anche se Caffi verrà sostituito in quattro occasioni da Stefan Johansson per infortunio. La vettura altro non è che la versione “laboratorio” utilizzata durante l'inverno per i test del nuovo motore e i risultati si vedono.

FOOTWORK FA11C, Alex Caffi
Phoenix, GP degli Stati Uniti 1991

   Archiviata con un pessimo risultato la prima gara del Campionato, dopo il disastroso Gran Premio del Brasile, in cui né Alboreto né caffi riescono a qualificarsi, si assiste ad un rimpasto interno alla scuderia che porta Alan Rees a ricoprire la carica di direttore finanziario e John Wickham quella di team manager. Per la terza gara del campionato a Imola è finalmente pronta la nuova FA12, vettura frutto di un progetto nato male e finito peggio. Infatti quando la nuova FA12 è definitivamente pronta, i dubbi della scuderia sul propulsore 3512 V12 della casa di Stoccarda sono già parecchi. Innanzitutto, le risorse della casa tedesca per lo sviluppo del V12 non sono ingenti e poi il motore è veramente troppo datato, in quanto l’idea di base risale ad oltre quattro anni prima. Il peso è il suo principale nemico: rispetto al Ferrari, che nel '91 è il più leggero, pesa ben 50kg in più (189 contro 139). Inoltre il rivoluzionario metodo pensato da Metzger per fornire energia dal centro del motore, porta anche a numerosi e continui problemi di pressione dell’olio.

FOOTWORK FA12, Michele Alboreto
Montecarlo, GP di Monaco 1991 

   Poco affidabile e potente ma soprattutto molto pesante, il V12 teutonico viene scartato a metà stagione, quando il team britannico si presenta al GP di Francia a Magny Cours con la FA12C, dotata del meno affascinante ma più concreto, leggero ed affidabile V8 Ford-Cosworth DFR. La Porsche comunque non abbandona il progetto per il ritorno nella massima serie e progetta per l’anno successivo un V10 più facile nella gestione degli ingombri e ovviamente meno pesante. Purtroppo i vertici di Stoccarda dopo l’ennesimo fallimento, decidono il tempestivo abbandono del progetto Formula 1 ed il nuovo motore viene convertito per l’uso nel Campionato Endurance, un altro progetto che però fallisce prima di partire. Il dieci cilindri inizialmente pensato per un uso agonistico, diventerà successivamente un prodotto di serie venendo montato sulla Supercar Carrera GT.

FOOTWORK FA12C, Alex Caffi
Monza, GP d'Italia 1991

   E' così che la vita della FA12 risulta estremamente breve ed ingloriosa con tre mancate qualificazioni e quattro ritiri, tutti dovuti al cedimento del motore. Il campionato '91 viene concluso dal team Footwork con la FA12C Ford, senza peraltro migliorare affatto i risultati di una stagione che si rivela disastrosa con zero punti e il diciassettesimo posto nella classifica costruttori, davanti solo alla Coloni.  




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