La decisione della Renault di rientrare in Formula 1 come motorista nel 1989 sposando il progetto di Patrick Head, direttore tecnico della Williams, non produce i risultati sperati nelle prime due stagioni di collaborazione anche per lo strapotere del connubio McLaren-Honda in grado di conquistare entrambi i titoli ininterrottamente dal 1988. la nuova Williams FW14, in assoluto una delle più tecnologiche ed innovative monoposto nella storia della Formula 1, nasce così dalla necessità, avvertita in egual misura dalla Williams e dal suo partner Renault, di effettuare un ulteriore salto di qualità. Il progetto viene affidato ad Adrian Newey, arrivato dalla March a metà della stagione 1990, che inizia immediatamente a lavorare sulla nuova vettura per la stagione 1991.
WILLIAMS FW14, Nigel Mansell
Montecarlo, GP di Monaco 1991
Nella sua, sino ad allora, breve carriera in Formula 1 il progettista inglese ha saputo disegnare vetture decisamente innovative dal punto di vista aerodinamico, tanto da risultare fin troppo estreme e molto difficili da mettere a punto. Le scarse risorse economiche della March non hanno mai permesso un adeguato sviluppo delle innovative idee di Newey, rivelandosi uno dei motivi degli scarsi risultati ottenuti dalla scuderia di Bicester nel biennio '89/'90. Il budget messo a disposizione dalla Williams e la collaborazione con uno dei migliori direttori tecnici di sempre, quale Patrick Head, permettono però a Newey di sviluppare concretamente e sino in fondo le proprie idee, realizzando allo stesso tempo una vettura avveniristica ma comunque facile da regolare e da guidare. La sua cura maniacale anche per i più piccoli dettagli è visibile già guardando l'ala anteriore che, non possedendo il muso rialzato, viene conformata con una piccola nervatura centrale rivolta verso l'alto per consentire un maggiore flusso d'aria sotto la vettura. Ai lati dell'ala ci sono delle interessanti paratie che prefigurano quelle di uso comune sulle moderne monoposto e l'aerodinamica é molto curata e senza spigoli vivi, nella ricerca dei migliori flussi verso l'alettone e lo scivolo posteriore.
WILLIAMS FW14, Riccardo Patrese
Monza, GP d'Italia 1991
La volontà della Renault, che al pari della Honda fornisce il proprio ingegnere Bernard Dudot con il ruolo di Ingegnere Motorista, fa il resto tanto che la combinazione tra la potenza del motore francese e le monoposto di Grove portano alla realizzazione delle vetture più avanzate che hanno mai corso nella massima formula fino all'era moderna. Le sue vittorie saranno schiaccianti e la Formula 1 si avvia verso un dominio tecnico difficile da scalzare e che porterà alla scuderia Williams quattro titoli piloti e cinque costruttori tra il '92 e il '97. Il progetto della FW14 è talmente valido da convincere Nigel Mansell ad accantonare i suoi progetti di ritiro dalle corse facendo così ritorno alla corte di Frank Williams, dopo il controverso biennio passato in Ferrari.
WILLIAMS FW14, Nigel Mansell
Hermanos Rodriguez, GP del Messico 1991
La vettura è spinta dal nuovo motore Renault V10 RS3C che sviluppa 700,cv a 12.500giri, molto più leggero e compatto del propulsore dell'anno prima e dotato di distribuzione a valvole con richiamo pneumatico e in un secondo momento anche di tromboncini di aspirazione ad altezza variabile per migliorare l'erogazione in fase di accelerazione. La FW14 é senza dubbio la monoposto più sofisticata in griglia già nella versione originale nel 1991. Grazie a Paddy Lowe, ingegnere inglese dal 1987 alla Williams come capo ingegnere elettronico, la monoposto progredisce notevolmente anche dal punto di vista dei sistemi di aiuto alla guida oltre che nell'utilizzo del cambio sequenziale elettronico sviluppato proprio dallo stesso Lowe. Le sospensioni sono ancora “meccaniche” nella classica configurazione push-rod, mentre le forme armoniose ed equilibrate del corpo macchina sono opera dell'ingegnere aerodinamico Eghbal Hamidy. La FW14 debutta nella prima gara della stagione '91 e si dimostra subito velocissima anche se poco affidabile. Nelle prime cinque gare infatti, nonostante le brillanti prestazioni in prova e le posizioni di testa occupate finchè le monoposto sono in gara, i piloti della Williams Nigel Mansell e Riccardo Patrese riescono ad ottenere soltanto due secondi ed un terzo posto. I problemi, che affliggono soprattutto Mansell, sono dovuti alla fragilità del nuovo cambio semiautomatico. A partire dal Gran Premio del Messico i tecnici Williams risolvono i problemi di gioventù del nuovo cambio e per tutta la parte centrale della stagione la FW14 domina incontrastata la scena, permettendo ai suoi piloti di vincere sette gare, cinque con Mansell e due con Patrese.
WILLIAMS FW14, Riccardo Patrese
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1991
Soltanto la solida affidabilità della McLaren, con uno straordinario Senna alla guida, oltre ad una certa dose di sfortuna (in Canada Mansell è primo quando la macchina si spegne durante l'ultimo giro per una panne elettrica) e di errori commessi dai box Williams (in Portogallo dopo aver dominato la prima parte di gara Mansell viene squalificato per un errore commesso dai meccanici durante il cambio gomme), impediscono all'inglese di conquistare il suo primo titolo mondiale ed al team di primeggiare tra i costruttori. La stagione della scuderia inglese si conclude comunque con il secondo posto nella classifica costruttori con ben 125 punti, mentre fra i piloti Mansell si classifica al secondo posto e Patrese al terzo. Nonostante l'affermazione del rivale Senna su McLaren, la superiorità della vettura di Grove risulta evidente e lo stesso Ayrton Senna capisce che la McLaren l'anno successivo avrebbe difeso il titolo mondiale partendo da una posizione di inferiorità tecnica.
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