FERRARI F1-91 (643)

   Per il campionato 1991 la F1-90 viene solo leggermente rivista e aggiornata nella versione 642, seguendo la sequenza dei numeri di progetto dei telai, e in seguito rinominata F1-91. Dopo il deludente inizio di stagione la Scuderia di Maranello corre ai ripari, affidando al direttore tecnico Steve Nichols e al capo progettista Jean-Claude Migeot, il compito di realizzare in tempi brevi e a stagione in corso, una nuova monoposto. I due partono da un foglio bianco per realizzare la nuova Ferrari 643, l'ultima e la più estrema tra le monoposto della serie 640 iniziata da Barnard nel 1988. Sebbene sia un modello sufficientemente distinto dalla 642, la nuova monoposto condivide con essa la denominazione di F1-91, in quanto anch'essa impiegata nella stagione 1991.

FERRARI F1-91 (643), Alain Prost
Catalunya-Barcelona, GP di Spagna 1991

   Il telaio è completamente nuovo e progettato per ospitare i serbatoi dietro alla schiena del pilota, come vuole il nuovo regolamento, con l'intento di risolvere il problema della distribuzione dei pesi che affliggeva la precedente 642. Anche il reparto sospensioni è completamente rinnovato e, nonostante mantenga la configurazione a barre di torsione voluta da Barnard, ha ora un assetto più morbido come voluto dal francese Alain Prost, anche in questa stagione prima guida della squadra Ferrari, affiancato dal giovane connazionale Jean Alesi. Anche a livello aerodinamico ci sono delle differenze piuttosto evidenti rispetto alla 642. La soluzione del muso a "becco di papero" delle precedenti monoposto e caratteristica di tutti i progetti 640, viene abbandonata per adottare una forma più simile alle concorrenti McLaren e Williams. Il musetto della 643 adotta una carenatura rastremata, appuntita in avanti e più larga verso il corpo vettura e dal profilo tondeggiante, quasi piana presso la centina dell'abitacolo e tendente a incurvarsi verso il basso nella sezione avanzata. Tutta la parte anteriore della macchina è inoltre maggiormente rialzata da terra rispetto al vecchio modello con il duplice scopo di evitare che l'ala anteriore tocchi il fondo sotto il peso del carico aerodinamico e di accrescere il flusso d'aria che s'insinua sotto la vettura, simulando un musetto rialzato. Inoltre ai lati del muso invece del solito “rosso corsa” tipico delle Ferrari viene lasciato a vista il carbonio del telaio.

FERRARI F1-91 (643), Jean Alesi
Monza, GP d'Italia 1991

   Anche le pance laterali vengono ridisegnate e pur senza abbandonare la generosa rastremazione al posteriore, risultano più corte, larghe e basse rispetto a quelle della 642. Anche le bocche d'ingresso cambiano sensibilmente e sono ora molto più larghe per permettere un maggiore afflusso d'aria ai radiatori che sono di dimensioni maggiori rispetto al modello precedente. Il motore V12 montato sulla 643 viene infatti leggermente rivisto dall'ingegnere Claudio Lombardi e si distingue dallo 037 impiegato sulla 642 per l'alesaggio dei cilindri maggiorato e la ridotta corsa del pistone, con una cilindrata leggermente inferiore ma con una potenza superiore di una manciata di cavalli. Nonostante gli sforzi dei tecnici di Maranello, la 643 non è in grado di superare i problemi telaistici, prestazionali e di affidabilità tipici della 642, rispetto alla quale, a dispetto della differenza nell'aspetto esteriore, paga ancora un sensibile debito progettuale, soprattutto a livello aerodinamico.

FERRARI F1-91 (643), Alain Prost
Magny-Cours, GP di Francia 1991

   Dopo un buon esordio in Francia con un secondo e un quarto posto, peraltro avvenuto sul nuovissimo circuito di Magny-Cours che ha la caratteristica di una superficie particolarmente piatta e senza sconnessioni che non mette in crisi le sospensioni delle vetture, dalla gara successiva il divario rispetto a McLaren-Honda e Williams-Renault torna a crescere e il resto della stagione rimane piuttosto deludente con la 643 che mostra tutti i suoi limiti progettuali sui circuiti particolarmente sconnessi. Anche in fase di frenata la nuova monoposto mostra dei limiti tendendo a scomporsi e a perdere l'assetto. A complicare le cose si mette anche l'insofferenza di Prost che, infastidito dalle voci che danno la Ferrari interessata ad ingaggiare Senna, trova la vettura lenta e difficile da guidare puntando il dito contro l'inadeguatezza del reparto sospensioni e dello sterzo, fino al punto di paragonare la guida della monoposto a quella di un camion, in un'intervista rilasciata dopo il GP del Giappone.

FERRARI F1-91 (643), Alain Prost
Monza, GP d'Italia 1991

   Venuta a conoscenza di tale dichiarazione, la Scuderia Ferrari allontana immediatamente il pilota francese, per la seconda volta nella sua carriera dopo il licenziamento subito nel 1983 dalla Renault. Per la gara conclusiva della stagione, in Australia sul circuito di Adelaide, il suo posto viene preso dalla terza guida, oltre che collaudatore delle rosse di Maranello, Gianni Morbidelli. Nelle dieci gare a cui prende parte la 643 conquista sei podi, quattro con Prost e due con Alesi, ma subisce anche otto ritiri a testimonianza di una fragilità intrinseca del progetto, realizzato in fretta e furia per porre rimedio alla poco competitiva 642. La Scuderia Ferrari chiude il campionato in terza posizione nella classifica costruttori con 55,5 punti, dei quali 39,5 ottenuti con la 643, ma senza conquistare vittorie.






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