Accantonato il disastroso progetto di collaborazione con la Porsche per la fornitura di un propulsore, progetto concretizzato con risultati disastrosi nella prima metà della stagione '91 conclusa poi con il ritorno al classico Ford-Cosworth DFR, il 1992 per la Footwork è un anno di rinascita ed un ulteriore passo verso la nipponizzazione della scuderia, benché questa continuasse a correre con licenza britannica. Infatti dopo che nel 1990 Wataru Ohashi, presidente del colosso giapponese della logistica Footwork Express Company, aveva portato a termine il passaggio nelle sue mani della proprietà dell'ex team Arrows, ora rinominato Footwork Grand Prix International, in vista della nuova stagione l'imprenditore giapponese cerca nella sua terra nativa un produttore di motori in grado di soddisfare le proprie ambizioni.
FOOTWORK FA13, Michele Alboreto
Montecarlo, GP di Monaco 1992
Questo partner viene individuato nella Mugen Motorsport, società gestita da Masao Kimura e Hirotoshi Honda, figlio del fondatore della Honda Motor Company Soichiro Honda, che colgono la palla al balzo per portare avanti un progetto “made in Japan”, abbandonando la collaborazione con la Tyrrell iniziata a fine 1990 grazie all'intervento diretto di Ron Dennis che aveva convinto il motorista giapponese a fornire il proprio propulsore all'amico Ken Tyrrell. La Mugen prepara così per la nuova stagione un nuovo propulsore derivato dal V10 Honda RA101E del 1991, il Mugen MF-351H V10, dato ovviamente in esclusiva alla scuderia di Wataru Ohashi. Il direttore tecnico della scuderia anglo-nipponica è ancora Alan Jenkins sotto la cui direzione lavora come progettista Dave Amey che realizza la nuova FA13 basandosi su un progetto molto convenzionale, ottenendo una monoposto dalle linee semplici e pulite, con un frontale ispirato alla Jordan 191 della stagione precedente, vettura rivelazione del '91.
FOOTWORK FA13, Michele Alboreto
Hermanos Rodriguez, GP del Messico 1992
Su di un telaio monoscocca in fibra di carbonio trovano spazio le immancabili sospensioni a quadrilateri deformabili in configurazione push-rod. Abbinato al nuovo motore Mugen c'è un nuovo cambio semiautomatico a sei rapporti prodotto dalla Xtrac, una società di ingegneristica britannica che realizza sistemi di trasmissione per vetture da competizione fondata nel 1984 dall'ex ingegnere della Hewland Mike Endean, e adattato dai tecnici Footwork per essere installato sulla nuova monoposto. Oltre al musetto rialzato, che segue la nuova tendenza delle moderne vetture da Formula 1, la FA13 è caratterizzata da una linea particolarmente filante, con le pance laterali a “cassa di violino” che ricordano molto da vicino quelle viste sulle serie 640 delle Ferrari di Barnard.
FOOTWORK FA13, Aguri Suzuki
Imola, GP di San Marino 1992
La zona posteriore poi è molto rastremata ed estremamente pulita con la carrozzeria che arriva fino alla fine dello scivolo posteriore, carenando completamente motore, sospensioni e cambio. Spinto dalla Mugen, come pilota viene ingaggiato il miglior prodotto della scuola del sol levante del momento, Aguri Suzuki, da affiancare all'esperto pilota italiano Michele Alboreto. La nuova FA13 si rivela notevolmente più competitiva del precedente modello del '91, anche perchè beneficia della notevole affidabilità del motore, e giunge spesso fino al traguardo riuscendo a ben figurare dietro alle inarrivabili Williams, McLaren e Benetton.
FOOTWORK FA13, Aguri Suzuki
Catalunya-Barcelona, GP di Spagna 1992
Michele Alboreto, alla sua undicesima stagione in Formula 1, ottiene quattro piazzamenti a punti oltre che arrivare settimo in ben 6 occasioni, mentre Suzuki delude arrivando comunque spesso al traguardo tra i primi dieci. I 6 punti ottenuti da Alboreto consentono alla Footwork di classificarsi al settimo posto nella classifica costruttori, un deciso passo avanti rispetto alle ultime, deludenti stagioni. Nella versione “B” la FA13 vedrà la pista anche nelle prime due gare del '93, con il britannico Derek Warwick e il confermato Aguri Suzuki alla guida.
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