MINARDI M191 Ferrari

   Il 5 aprile 1990 è una data molto importante per il motorsport italiano. In questo giorno infatti viene comunicato che a partire dalla stagione agonistica 1991 la Scuderia Ferrari avrebbe fornito al Minardi Team di Gian Carlo Minardi il proprio motore V12. Per la prima volta nella sua storia la Ferrari fornisce ad un'altra squadra un proprio propulsore, anche se l'accordo prevede il versamento dell'ingente somma di 11 miliardi di lire (al cambio 5 milioni e 700mila euro) e che la Minardi divenga, di fatto, una sorta di Junior Team della scuderia di Maranello. La Ferrari di fatto però non aiuta in alcun modo la piccola squadra faentina, facendole firmare contratti che precludono determinati partner commerciali ma soprattutto sottraendole la sponsorizzazione triennale della Pioneer, alla quale Gian Carlo Minardi stava lavorando da tempo e ritenuta vitale per ottenere i fondi necessari allo sviluppo della nuova M191.

MINARDI M191, Gianni Morbidelli
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1991 

   Il giovane ingegnere Aldo Costa, al suo secondo anno come direttore tecnico nella scuderia di Faenza, è ancora il progettista della M191 che parte dalla buona base della M190 della precedente stagione. Al suo fianco come ingegnere aerodinamico lavora Rene Hilhorst, anche lui alle prime esperienze nella massima serie. I piloti per la stagione '91 sono gli italiani Pierluigi Martini e il terzo pilota Ferrari, Gianni Morbidelli che però viene richiamato in Ferrari per sostituire Alain Prost nell'ultima gara della stagione, venendo a sua volta sostituito dal brasiliano Roberto Moreno. Grazie ai fisici esili e minuti dei due piloti (68 kg Martini e 65 Morbidelli) Costa può progettare un telaio ridotto ed estremizzato, realizzando una vettura molto equilibrata anche se ancora sprovvista del muso alto.

MINARDI M191, Gianni Morbidelli
Monza, GP d'Italia 1991

   La vettura, nata e interamente sviluppata attorno al motore di Maranello ed al cambio Minardi, usufruisce nel corso della stagione di un continuo e sensibile sviluppo aerodinamico e meccanico, costringendo la scuderia di Faenza ad un impegno tecnico e soprattutto economico che va oltre le sue disponibilità. La M191 è una buona macchina capace di discrete prestazioni anche se ad inizio stagione il V12 fornito dalla scuderia di Maranello è il vecchio 036 del 1989, senza ulteriori sviluppi. Il problema principale della M191 è il cambio Minardi, non sufficientemente strutturato per la potenza del V12 Ferrari, e la frizione tradizionale che non lavora a dovere con un motore progettato per essere abbinato al cambio semi-automatico utilizzato sulle monoposto di Maranello.

MINARDI M191, Pierluigi Martini
Interlagos, GP del Brasile 1991

   Nonostante tutto il 28 aprile, in una domenica fortemente condizionata dalla pioggia, sulla pista di casa a Imola, terzo appuntamento della stagione, arriva la prima grande soddisfazione della stagione, con Martini che compie un vero capolavoro piazzandosi quarto al termine di una gara disputata per oltre due terzi senza più frizione, quindi con l’incubo della rottura del cambio e senza potersi fermare ai box per il cambio gomme. Solo a stagione in corso arrivano i nuovi 037 utilizzati sulle vetture di Maranello nel 1990 e il miglioramento nelle prestazioni è subito evidente, conquistando costantemente la “top ten” in qualifica nelle ultime otto gare. Un altro importante traguardo per la scuderia faentina viene raggiunto il 15 luglio, in occasione del Gran Premio di Francia corso a Magny-Cours, quando la Minardi taglia il traguardo dei 100 Gran Premi, concludendo la gara al nono posto.

MINARDI M191, Gianni Morbidelli
Montecarlo, GP di Monaco 1991

   Il quarto posto conquistato poi in Portogallo, sempre da Martini, permette al Team Minardi di totalizzare 6 punti e ottenere il settimo posto in classifica costruttori. Nonostante tutto la stagione rimane al di sotto delle aspettative e a fine campionato cessa la collaborazione tra Minardi e Ferrari, con un salasso economico per la casa di Faenza che si ritrova con un debito di oltre 8 miliardi di lire (4 milioni e 150mila euro) da sanare in vista della stagione 1992.




 


Commenti