Una volta conclusa l'esperienza di Giancarlo Minardi con i motori forniti dalla Ferrari, il proprietario della Scuderia Italia, Giuseppe Lucchini, fa suo l'accordo di fornitura dei prestazionali V12 del Cavallino per la stagione 1992. Il contratto biennale sottoscritto da Lucchini prevede la fornitura del V12 utilizzato nella stagione precedente sulle monoposto di Maranello ma tenendo conto che nei primi anni '90 le prestazioni dei propulsori Ferrari sono inferiori a quelle dei concorrenti Renault e Honda, questo non basta alle monoposto della scuderia bresciana per emergere nel folto gruppo di concorrenti al campionato mondiale.
BMS-DALLARA F192, J.J. Lehto
Montecarlo, GP di Monaco 1992
La
BMS si affida ancora alle officine Dallara per la realizzazione del
telaio. La nuova F192 è disegnata e curata da Gian Paolo Dallara che
si occupa personalmente del progetto non avendo più al suo fianco il
precedente progettista Nigel Cowperthwaite. Il risultato è una
monoposto piuttosto semplice e direttamente derivata dalla precedente
F191. Il telaio viene adattato al nuovo V12 Ferrari, che richiede un
serbatoio di dimensioni maggiori visti i consumi più alti rispetto
al V10 Judd. L'avantreno rimane sostanzialmente invariato con il
musetto rialzato e la particolare ala biplano che a differenza di
altre vetture viene posizionata più in alto rispetto all'asfalto.
Vengono ridisegnate le pance laterali che presentano una bocca
d'ingresso di forma ovale, mentre al posteriore vengono previste
larghe feritoie per lo sfogo dell'aria calda.
BMS-DALLARA F192, J.J. Lehto
Imola, GP di San Marino 1992
Nonostante le maggiori dimensioni del nuovo propulsore, al posteriore la nuova F192 presenta una carenatura che ricopre completamente motore, cambio e reparto sospensioni. Proprio le sospensioni della F192, pur non disponendo ancora di attuatori elettronici, presentano un'importante novità rispetto al passato, con quella anteriore che utilizza un singolo ammortizzatore fornito dalla Koni, soluzione già vista su altre monoposto ma che sulla vettura italiana provoca una serie di problemi riguardanti soprattutto la maneggevolezza e l'eccessivo consumo degli pneumatici. Per questi motivi infatti tale soluzione viene abbandonata a metà stagione per tornare a quella più classica con due ammortizzatori forniti questa volta dalla Dynamic Suspension.
BMS-DALLARA F192, Pierluigi Martini
Monza, GP d'Italia 1992
La nuova monoposto Dallara non è dotata di un'elettronica particolarmente raffinata, come ormai largamente diffusa nella maggior parte delle scuderie, ed è dotata di un classico cambio manuale a sei marce realizzato direttamente dalle officine Dallara. Sul giro singolo le prestazioni della F192, soprattutto ad inizio stagione, sono abbastanza soddisfacenti con i due piloti, il confermato pilota finlandese Jyrki Juhani Järvilehto (J.J. Lehto) e il nuovo arrivato, l'italiano Pierluigi Martini, capaci addirittura di stare davanti alle Ferrari ufficiali nelle prove del Gran Premio del Messico.
BMS-DALLARA F192, Pierluigi Martini
Montrèal, GP del Canada 1992
Durante la stagione la F192 viene continuamente aggiornata, soprattutto a livello aerodinamico con modifiche all'ala anteriore e alle pance laterali, ma con il passare del tempo le prestazioni peggiorano sensibilmente e nonostante una buona affidabilità, che consente ai due piloti di arrivare molto spesso a fine gara, le vetture di Lucchini non vanno oltre i due sesti posti ottenuti da Martini in Spagna e a Imola. Con solo 2 punti all'attivo la scuderia bresciana delude le aspettative e conclude la stagione classificandosi decima nella classifica costruttori.
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