Vista la buona stagione vissuta nel '92 dalla scuderia Footwork Grand Prix International, grazie alla collaborazione con la Mugen fortemente caldeggiata da Ron Dennis, il 1993 parte con buone aspettative. Oltretutto l'ambizioso progetto gode di un ulteriore rafforzamento della partnership siglata da Jackie Oliver proprio con Dennis e la McLaren per fornire alla scuderia anglo-giapponese le sospensioni attive e diversi altri componenti delle monoposto di Woking, utilizzando la Footwork come una sorta di “squadra laboratorio”. Dopo aver cominciato la stagione con la precedente FA13, aggiornata alla versione “B”, dalla terza gara stagionale debutta la nuova FA14, la seconda vettura prodotta dalla Footwork sfruttando la collaborazione con la Mugen.
FOOTWORK FA14, Derek Warwick
Montecarlo, GP di Monaco 1993
La direzione tecnica del progetto è ancora affidata ad Alan Jenkins, sempre affiancato dal designer Dave Amey, che realizzano una monoposto caratterizzata da un musetto rialzato al quale, tramite due piloni, viene fissata l'ala anteriore con un profilo unico, mentre l'alettone posteriore riprende invece il design già visto su altre vetture con un'ala supplementare montata davanti a quella principale nei circuiti ad alto carico. Il motore utilizzato è il prestazionale e soprattutto affidabile Mugen-Honda MF-351 HB in grado di erogare 720 cv a 13.200 giri/min, abbinato al cambio semiautomatico a sei rapporti della Xtrac, già utilizzato nella precedente stagione. La novità più importante della FA14 sono le sospensioni attive fornite dalla McLaren che però comportano non pochi problemi di messa a punto sulle monoposto della scuderia di Milton Keynes, nel Buckinghamshire in Inghilterra. Non aiuta la poca esperienza con questa tecnologia da parte della scuderia anglo-giapponese.
FOOTWORK FA14, Aguri Suzuki
Estoril, GP del Portogallo 1993
Nonostante questi sforzi tecnici ed economici, oltre che il ritorno in pista dopo tre anni di lontananza dalla massima serie del veterano pilota, ma ottimo collaudatore, Derek Warwick, i risultati si rivelano poco più che modesti, con solo un leggero miglioramento nella parte centrale della stagione quando l'inglese vede il traguardo per cinque gare consecutive ottenendo anche un quarto ed un sesto posto. Il suo compagno di scuderia, il confermato pilota giapponese Aguri Suzuki, invece non riesce assolutamente a trovare il feeling di guida con il sistema delle sospensione attive ed è protagonista di una stagione addirittura peggiore di quella precedente, collezionando una serie infinita di ritiri ed ottenendo un settimo posto nell'ultima gara stagionale come migliore risultato.
FOOTWORK FA14, Derek Warwick
Montecarlo, GP di Monaco 1993
Wataru Ohashi, presidente della Footwork Corporation che peraltro da lì a qualche anno avrebbe attraversato un periodo di profonda crisi economica, comincia a mettere in discussione l'opportunità di sostenere uno sforzo di questo tipo senza risultati concreti e senza un ritorno di immagine vincente. Dopo alcuni mesi di incertezza infatti, a fine stagione lo stesso Ohashi annuncia il disimpegno dell'azienda come sponsor e la sua uscita dalla direzione del team, nonostante che il suo mantenimento di una quota dell'azionariato della scuderia obbliga la squadra inglese al rispetto dell'accordo originale, che prevede di mantenere il nome Footwork ancora per tre stagioni.
FOOTWORK FA14, Derek Warwick
Suzuka, GP del Giappone 1993
La direzione della scuderia torna così nelle mani della coppia, ex Arrows, Jackie Oliver e Alan Rees, anche se senza l'appoggio economico del colosso giapponese i fondi a disposizione diventano veramente esigui. I 3 punti ottenuti da Warwick nel corso della stagione 1993 valgono alla Footwork il 9° posto nella classifica costruttori, indubbiamente ben al di sotto di quanto ci si aspettasse ad inizio stagione, ma l'uscita di scena di Ohashi comporta la rottura del contratto con la Mugen-Honda obbligando la scuderia inglese a cercare sul mercato un valido motore per la stagione '94.
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