Nel 1992 la Honda Motor Company annuncia la sua uscita dalla Formula Uno, dopo 6 anni di successi ininterrotti nel campionato costruttori prima con il motore V6 Turbo montato su Williams e McLaren e poi con i potenti V10 e V12 aspirati utilizzati dalle MP4 di Senna e Prost. L'intenzione della Honda è quella di dedicarsi esclusivamente alle competizioni americane IndyCar, oltre che ovviamente alle moto da Gran Premio, settore mai tralasciato dal colosso giapponese. Eppure a Tochigi, sede dell'area Research & Development della casa nipponica, una parte del budget aziendale viene messo a disposizione degli ingegneri che ne fanno parte, per favorire lo sviluppo di progetti personali allo scopo di mantenere alta la motivazione e la soddisfazione creativa personale.
Nasce così, da un gruppo di ingegneri guidati da Ken Hashimoto e Keinosuke Taki, il progetto Honda RC F1 che ha come obiettivo la realizzazione di una vettura laboratorio completamente funzionante, con la segreta speranza di riportare in pista il marchio Honda come costruttore dopo quasi venticinque anni di assenza. Le ore spese dal gruppo di ingegneri vengono ricavate dal loro tempo libero, in modo da negare qualunque coinvolgimento della stessa Honda, tanto che i giornali dell'epoca battezzano la monoposto con il nome di Honda "after hours".
La monoposto che ne scaturisce ha dalle linee piuttosto tradizionali per l'epoca ed è largamente ispirata alla Footwork FA13 del '92, anch'essa per altro spinta dal motore Mugen-Honda che ne finanzia anche in parte lo sviluppo, ed è una vettura funzionante a tutti gli effetti tanto da superare addirittura il crash-test FIA diventando una vettura iscrivibile al Campionato del Mondo. La Honda RC F1 1.0X, così viene battezzata dal reparto R&D Honda, viene dotata del motore Honda V12 RA121E utilizzato dalla McLaren nel 1991.
Purtroppo questa unica versione della monoposto viene distrutta per effettuare il crash-test ma una nuova versione è già pronta per scendere in pista. Si tratta della 1,5X dotata del più moderno V12 RA122E/B, utilizzato sempre dalla McLaren nel 1992, accoppiato ad una nuova trasmissione semiautomatica a sei rapporti. La monoposto è in linea con i nuovi regolamenti tecnici del 1993 e viene utilizzata dai sui due progettisti, gli ingegneri Hashimoto e Taki, che ne testano le qualità costruttive sul circuito di Motegi, di proprietà della stessa Honda. Viene addirittura varato un programma di test da effettuarsi con il pilota collaudatore della Honda, Satoru Nakajima, che prova la nuova monoposto nel gennaio del '94 sul circuito di Suzuka. Dopo l'ulteriore cambio di regolamenti voluto dalla FIA successivamente alle tragedie del '94, una nuova versione della RC F1, chiamata 2.0X viene allestita nel 1994, basata sulle regole in vigore dal 1995.
La 2.0X si differenzia dalle precedenti versioni per la motorizzazione, che questa volta è fornita dalla Mugen, dal musetto rialzato e dalla presenza dei deflettori laterali, ma soprattutto monta le gomme Bridgestone scanalate che entreranno in vigore nella massima serie solo a partire dal 1998. Nonostante gli sforzi dei due progettisti Hashimoto e Taki del reparto R&D, la dirigenza della Honda non è convinta del tutto della validità del progetto e lo stesso viene definitivamente chiuso ed archiviato senza mai essere riuscito a trasformarsi in un impegno ufficiale della casa nipponica. Le monoposto sono ora conservate nella Honda Collection Hall di Tokyo.
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