La Jordan 193, la nuova monoposto della scuderia irlandese per la stagione 1993, nasce in completa discontinuità dai precedenti progetti e con una impostazione aerodinamica completamente nuova. La progettazione della 193 è ancora affidata al direttore tecnico Gary Anderson, affiancato dagli ingegneri Mark Smith e Andrew Green che ricoprono il ruolo di responsabili per la meccanica e per la struttura della vettura. Il motore, dopo l'esperienza nel '92 con il disastroso Yamaha, da questa stagione è il V10 Hart 1035, meno potente del V12 giapponese ma certamente un passo in avanti sotto il punto di vista dell'affidabilità e della facilità di messa a punto, anche se come potenza massima non ancora all'altezza dei propulsori più performanti del lotto.
JORDAN 193, Thierry Boutsen
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1993
L'aerodinamica della 193 viene nettamente rivista e si distacca completamente dalle precedenti Jordan, in particolare all'avantreno con il musetto più alto e che ora adotta un più marcato profilo spiovente in stile McLaren, per poi proseguire quasi dritto tra le sospensioni e la centina dell'abitacolo, mentre l'alettone anteriore perde la classica forma utilizzata nelle stagioni precedenti e adotta un profilo lineare sostenuto da tre piccoli piloncini. Per via di queste novità aerodinamiche la 193 viene continuamente affinata durante il campionato nel tentativo di trovare il giusto bilanciamento tra meccanica ed aerodinamica, bilanciamento reso particolarmente difficile per via del passo particolarmente corto che si rivela fin troppo ridotto e causa della fastidiosa instabilità del posteriore, tanto da dover essere allungato a stagione in corso.
JORDAN 193, Rubens Barrichello
Magny-Cours, GP di Francia 1993
Gary Anderson, nonostante la ristrettezza del budget a disposizione, riesce a dotare la nuova 193 di un sistema di controllo della trazione e di nuovo cambio semiautomatico a sei rapporti, di derivazione X-Trac. Proprio quest'ultimo è causa di continue rotture nelle prime prove stagionali, tanto da obbligare la squadra a sostituirlo temporaneamente con un sistema manuale fino a quando il semiautomatico non si rivela abbastanza affidabile per portare a conclusione un intero Gran Premio. La 193 a differenza delle migliori monoposto concorrenti non è però dotata delle ormai indispensabili sospensioni elettroniche, un sistema che necessita di una vettura appositamente progettata e soprattutto di una grande disponibilità finanziaria per svilupparlo al meglio, e questo è la causa della grande differenza di prestazioni, circa 3” al giro, tra le monoposto Jordan e quelle dei top teams.
JORDAN 193, Marco Apicella
Monza, GP d'Italia 1993
Nonostante questo però la 193 si rivela decisamente più prestazionale della precedente 192, grazie anche all'ennesima “scoperta” del talent-scout Eddie Jordan, in grado di portare alla ribalta l'ennesimo grande pilota, il brasiliano Rubens Barrichello, il cui talento si comincia ad intravedere in qualche occasione, come per esempio a Donington quando Rubens occupa a lungo la terza posizione sotto la pioggia prima di dover rallentare per un problema all'alimentazione. Meno fortunata è la scelta di affiancargli il veterano pilota italiano Ivan Capelli, sostituito dopo solo due prove incolori da un altro pilota esperto, il belga Thierry Boutsen, pilota ormai a fine carriera e che abbandona la Formula 1 dopo poche anonime gare. Jordan decide allora di tornare a pescare fra i giovani e, dopo aver dato una chance agli italiani Marco Apicella ed Emanuele Naspetti, a Suzuka fa esordire un altro giovane di belle speranze, il nordirlandese Eddie Irvine che, al debutto, ottiene subito un incredibile sesto posto alle spalle del compagno di squadra Barrichello, guadagnandosi la conferma per la stagione successiva.
JORDAN 193, Thierry Boutsen
Magny-Cours, GP di Francia 1993
Proprio grazie a questi due piazzamenti, gli unici 3 punti stagionali della 193, la scuderia Jordan riesce a classificarsi undicesima nel campionato costruttori, un risultato decisamente sotto le aspettative per una squadra che nel 1991 aveva cominciato la propria avventura nella massima serie ottenendo 13 punti nella stagione di esordio.
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