LARROUSSE LH93 Lamborghini

   La travagliata stagione 1992 vissuta dalla scuderia francese di Gérard Larrousse, lascia pesanti strascichi sul futuro della dissestata scuderia d'oltralpe. Prima la cessione del 65% delle quote al duo Gerard Godefroy e Claude Poiraud, fondatori otto anni prima del piccolo atelier francese produttore di auto sportive a motore centrale MVS (Manufacture de Voitures de Sport) successivamente ribattezzata Venturi, e poi il rientro dello stesso Larrousse come unico proprietario della scuderia, hanno creato una discontinuità di lavoro tra i vari reparti della scuderia. Cessati i rapporti con la Lola, produttrice dei telai per Larrousse dal 1987 al 1991 e terminata la collaborazione con la Fomet di Robin Herd che nel 1992 ha dato vita alla monoposto portata in pista con il nome Venturi, per la stagione 1993 Gérard Larrousse decide di costruire in casa l'intera monoposto, partendo dal telaio realizzato dallo stesso Herd e che già è stato utilizzato sulla Venturi del '92.

LARROUSSE LH93, Philippe Alliot
Hockenheimring, GP di Germania 1993

   La sigla che rappresenta la nuova monoposto francese infatti è LH93 a rappresentare il nome della squadra (Larrousse), quello del telaista (Herd) e la stagione durante la quale viene utilizzata (1993). Il progettista della LH93 è l'ingegnere francese Michel Tétu, sempre affiancato da Tim Halloway, mentre Tino Belli ricopre ancora l'incarico di ingegnere aerodinamico. L'asse anteriore della monoposto viene arretrato per ridurre il passo, con il duplice intento di aumentare la maneggevolezza e di permettere l'utilizzo di un'ala anteriore con una maggiore profondità. Le fiancate vengono ingrandite per favorire un migliore raffreddamento del V12 Lamborghini 3512, che tanti problemi aveva dato nella scorsa stagione e che anche nel 1993 spinge le monoposto francesi, abbinato ad un cambio semiautomatico realizzato dalla stessa Larrousse con l'aiuto dei tecnici Lamborghini.

LARROUSSE LH93, Érik Comas
Montecarlo, GP di Monaco 1993

   Dopo che Gérard Larrousse aveva preso accordi con la Williams per utilizzare una sospensione elettronica realizzata dalla squadra inglese, l'aumento dei costi per lo sviluppo e il timore che tale soluzione sarebbe stata vietata alla fine della stagione, hanno fatto sì che il progetto venisse rapidamente abbandonato. Sulla nuova LH93 le sospensioni rimangono così molto classiche, con configurazione push-rod e senza gli ormai indispensabili aiuti elettronici per il controllo del beccheggio e del rollio.

LARROUSSE LH93, Philippe Alliot
Catalunya-Barcelona, GP di Spagna 1993

   Obiettivo dichiarato di Gérard Larrousse per la stagione 1993 è quello di "farsi notare" come costruttore francese ed attirare così l'interesse della Peugeot che ha dichiarato il suo imminente ingresso in Formula 1, per costituire una scuderia tutta francese. Vista la vettura a disposizione dei due piloti francesi, Philippe Alliot ed Érik Comas, l'obiettivo risulta molto difficile e nonostante i risultati tutto sommato discreti e qualche punto conquistato, il risutato non viene ovviamente raggiunto e la Peugeot sceglie la via dell'esclusiva fornitura alla McLaren per il 1994.

LARROUSSE LH93, Toshio Suzuki
Suzuka, GP del Giappone 1993

   Visto il costo delle trasferte in oriente per le ultime due gare stagionali, in Giappone ed Australia, Gérard Larrousse ingaggia il debuttante pilota giapponese Toshio Suzuki, sostenuto da una serie di sponsor personali che “pagano” per far correre il proprio assistito. Il giovane pilota nipponico prende il posto di Alliot in occasione di queste due gare, ovviamente senza ottenere risultati. I punti raccolti nella stagione 1993 rimangono solo 3, con il quinto posto di Alliot a Imola e il sesto di Comas a Monza, che permettono comunque alla piccola scuderia francese di ottenere il decimo posto nella classifica costruttori.





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