LIGIER JS39 Renault

   Fin dal suo esordio in Formula 1 Guy Ligier ha sempre fatto del “tutto francese” la propria filosofia come costruttore, affidando le proprie monoposto per quanto possibile solo a piloti francesi e utilizzando solamente propulsori Matra o Renault, a parte la parentesi con il V8 Ford-Cosworth DFV delle stagioni 1979 e 1980, oltretutto ricche di successi grazie a Laffite, Pironi e Depailler, e quelle successive a cavallo tra gli anni '80 e '90 sempre con in V8 inglese nella versione DFR. Se nel 1976, all'inizio della sua avventura da costruttore in Formula 1, avessero detto al patriottico Guy che un anno avrebbe dovuto abbandonare le sue convinzioni per schierare due piloti inglesi sulle proprie macchine e che queste sarebbero state progettate da un progettista d'oltre Manica, probabilmente non ci avrebbe creduto. Eppure tutto ciò accade nel 1993, anno nel quale non solo la nuova Ligier JS39 viene pilotata dai piloti inglesi Martin Brundle e Mark Blundell ma viene progettata completamente dal tecnico inglese Paul Crooks, nonostante la direzione tecnica sia ancora nelle mani di Gérard Ducarouge.

LIGIER JS39, Martin Brundle
Montecarlo, GP di Monaco 1993

   Crooks è al suo primo incarico come capo progettista, ma la sua è una già lunga militanza nella massima serie. Inizia all'età di 27 anni quando entra a far parte dello staff tecnico della allora Toleman dove lavora al fianco di Rory Byrne e con il quale collabora per altri 10 anni, fino ai tempi della Benetton Formula, come progettista di piccoli particolari aerodinamici in materiali compositi. Un'altra importante componente anglosassone che equipaggia la nuova Ligier è il cambio semiautomatico fornito dalla Williams e già utilizzato con successo nel '92 sulle monoposto di Grove, abbinato al medesimo motore V10 Renault RS5 montato nel 1993 sulle monoposto della scuderia francese con base a Magny-Cours.

LIGIER JS39, Martin Brundle
Kyalami, GP del Sud Africa 1993

   La veste aerodinamica della nuova JS39 è ancora curata da Loïc Bigois, ingegnere aerodinamico che dal 1990 si occupa di “vestire” le monoposto francesi, e presente un musetto sensibilmente più snello e appuntito e leggermente più basso rispetto a quello della precedente versione, mentre l'alettone abbandona la forma a V rovesciata introdotta dalla Jordan nel 1991. Le pance laterali sono più alte e corte, in stile Benetton, oltre che avere una bocca d'ingresso più piccola, mentre il posteriore della nuova JS39 riprende a piene mani lo stile della JS37 del '92.

LIGIER JS39, Mike Blundell
Hungaroring, GP d'Ungheria 1993 

   Le cure di Ducarouge, Crooks e Bigois ottengono i risultati voluti e, grazie anche all'esperienza di Brundle e alle buone doti di Blundell, la scuderia di Guy Ligier archivia il '93 come la migliore stagione da quasi un decennio, ovvero dal fortunato biennio '85-'86. La JS39 infatti si dimostra valida tanto da finire per tre volte sul podio, oltre che ottenere numerosi altri piazzamenti a punti, concludendo la stagione con 23 punti, solo 5 in meno della Ferrari, e permettendo alla scuderia Ligier di classificarsi quinta nella classifica costruttori. Martin Brundle con 13 punti si classifica settimo nel mondiale piloti e il suo compagno di squadra Mark Blundell decimo con 10 punti. Le buone prestazioni della JS39 hanno probabilmente ancora più valore se si considera il fatto che la Ligier non dispone ancora di aiuti elettronici e delle sospensioni attive, solo provate su una versione “laboratorio” della JS39 nell'estate del 1993 dal terzo pilota della squadra, Éric Bernard.

LIGIER JS39, Martin Brundle
Suzuka, GP del Giappone 1993 

   Una nota particolare va alla bellissima livrea utilizzata da Brundle nella trasferta orientale, in occasione degli ultimi due Gran Premi del campionato in Giappone ed Australia, quando la sua monoposto viene dipinta con una particolare livrea “mimetica” utilizzando comunque i classici colori bianco/blu caratteristici da sempre delle monoposto Ligier e dello storico sponsor Gitanes.





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