Dopo aver accumulato pesanti debiti per le forniture dei motori Ferrari e Lamborghini nelle ultime due stagioni, a inizio '93 il team Minardi presenta un pesante disavanzo e rischia il fallimento. Nonostante tutto con l'arrivo del tecnico austriaco Gustav Brunner a metà '92 e le ritrovate prestazioni della M192, che consentono a Fittipaldi di conquistare il sesto posto nella penultima gara stagionale, la situazione sembra rasserenarsi e le aspettative per la nuova stagione tornano ad essere positive. Viene così messa in cantiere una nuova vettura, la M193, progettata completamente da Brunner sotto la direzione tecnica di Aldo Costa.
MINARDI M193, Fabrizio Barbazza
Montecarlo, GP di Monaco 1993
Vista la precaria situazione economica della piccola scuderia Italiana, la nuova M193 è, per forza di cose, una monoposto molto semplice e priva dei costosi dispositivi elettronici ormai largamente diffusi sulle vetture delle migliori squadre. Le forme, studiate dal capo aerodinamico Rene Hilhorst, riprendono largamente quelle della precedente monoposto anche se il musetto è leggermente meno rialzato e più appuntito. Le prese d'aria all'ingresso delle pance laterali sono di dimensioni più ridotte visto le masse radianti di minore dimensioni necessarie al motore V8 Ford-Cosworth che nel '93 spinge le monoposto faentine. Dopo le fallimentari e costose esperienze con i più “rinomati” motori Ferrari e Lamborghini, nel '93 infatti le squadra di Giancarlo Minardi torna ad utilizzare i V8 anglo-americani nella versione clienti HBD, dotata di minore potenza rispetto ai più prestazionali HBA utilizzati da Benetton, McLaren e Lotus, ma decisamente più affidabili e soprattutto con costi di gestione notevolmente più bassi.
MINARDI M193, Christian Fittipaldi
Montecarlo, GP di Monaco 1993
Come piloti vengono scelti il brasiliano Christian Fittipaldi, confermato dalla stagione precedente, e l'italiano Fabrizio Barbazza, pilota con un buon passato in America dove nel 1986 conquista il titolo nella neonata serie Indy Lights, categoria propedeutica alla CART e basata su vetture tutte uguali, per poi passare l'anno successivo alla Formula CART, guidando sempre per il team di Frank Arciero. In occasione della 500 miglia di Indianapolis ottiene la sua migliore prestazione, cogliendo un terzo posto che rimarrà il suo unico podio della categoria americana, e ottenendo il titolo di Rookie of the Year per essere stato il migliore dei debuttanti. Al suo ritorno in Europa però non ottiene contratti di rilievo e, dopo vari tentativi fatti tra Formula 3000, Formula 1 con le AGS e Formula Nippon, solo grazie a Giancarlo Minardi riesce a rientrare nella massima serie, anche se da metà stagione viene sostituito dal connazionale Pierluigi Martini, nonostante i due sesti posti ottenuti a Donington e a Imola.
MINARDI M193, Fabrizio Barbazza
Catalunya-Barcelona, GP di Spagna 1993
Anche Fittipaldi, capace di ottenere il quarto posto nel primo Gran Premio stagionale a Kyalami e il quinto posto a Montecarlo, viene sostituito nelle ultime due gare dal francese Jean-Marc Gounon. Nonostante tutte le difficoltà che deve affrontare Giancarlo Minardi, la M193 si rivela una buona vettura tanto che dopo il Gran Premio di Monaco, sesta prova stagionale, la piccola scuderia faentina in classifica costruttori si trova addirittura davanti alla Ferrari.
MINARDI M193, Christian Fittipaldi
Montréal, GP del Canada 1993
Ovviamente col proseguire del campionato, non potendo sviluppare la macchina né svolgere alcun test per mancanza di fondi, le prestazioni delle M193 vengono superate da quasi tutte le vetture della concorrenza e i 7 punti raccolti nelle prime sei gare rimangono gli unici stagionale che permettono comunque alla Minardi di chiudere il campionato all'ottavo posto in classifica, la migliore stagione tra le nove fino ad ora disputate dalla piccola squadra italiana.
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