La storia del Team Sauber comincia sul finire degli anni '60 quando l'elettricista svizzero Peter Sauber decide che il suo futuro non sarà nell'azienda di famiglia, che produce semafori ed elementi per l'illuminazione stradale a Hinwil. Il giovane Peter trova lavoro nel settore delle automobili come venditore ma la sua passione per le auto però non può limitarsi alle vendite e nel magazzino di casa comincia ad assemblare un prototipo destinato alle corse in montagna. Siamo nel 1970 e la scelta può apparire strana in una nazione come la Confederazione Elvetica che, dopo la tragedia di Le Mans del 1955, aveva categoricamente vietato le competizioni automobilistiche sul proprio suolo, con la rara eccezione di qualche corsa in salita. Ma la passione di Peter è più forte delle difficoltà e proprio da questa passione nasce la Sauber C1, un prototipo spinto da un motore Ford-Cosworth da 1000cc, dove la "C" della sigla rappresenta l'iniziale del nome di sua moglie Christine.
SAUBER C12, Karl Wendlinger
Montréal, GP del Canada 1993
La C1 viene utilizzata inizialmente da Peter in persona e rappresenta l'inizio di una produzione di successo che in poco tempo farà di Sauber il più importante costruttore elvetico di auto da corsa. La C1 verrà utilizzata negli anni successivi da Friedrich Hürzeler, la C2 del '71 da Hans Kunis e con la C3 del 1972, progettata da Guy Boisson, inizia la produzione in piccola serie per la vendita ai clienti. Il salto di qualità però avviene con la C5 del 1975, prototipo di Gruppo 6 spinto dal motore BMW M12 da 2 litri, con la quale arrivano anche i primi successi internazionali, come la vittoria del Campionato Interserie 1976 con Herbert Müller al volante. Nel '79 Sauber si dedica alla preparazione degli chassis Lola da Formula 2, ottenendo molti successi con vari piloti, tra i quali anche Max Welti che diventerà socio e team manager del team elvetico. Da lì in poi la crescita del costruttore svizzero diventa esponenziale e nel 1985 Sauber stringe un accordo con la Mercedes, intenzionata a tornare dopo decenni nel Mondiale Marche, diventandone la squadra corse.
SAUBER C12, J.J. Lehto
Montecarlo, GP di Monaco 1993
Con il progettista Leo Ress nascono vetture storiche come la Sauber-Mercedes C8 che vince a Le Mans nel 1989 con Jochen Mass e Martin Reuter, e le C9 e C11 che vincono il Titoli Mondiale Sport Prototipi nel 1989 e nel 1990. Quando il sodalizio ufficiale con Mercedes si chiude, Sauber pensa di essere ormai pronto per tentare il grande passo e di entrare in Formula 1. Nasce così la C12, la prima Sauber concepita per la massima categoria in vista della stagione 1993, finanziariamente sostenuta sempre da Mercedes anche se in forma non ufficiale.
SAUBER C12, J.J. Lehto
Catalunya-Barcelona, GP di Spagna 1993
Il progetto della monoposto è dello storico designer di Sauber, Leo Ress, che si avvale delle consulenze di Harvey Postlethwaite. Viene dotata del motore tedesco Ilmor 2175A V10 che viene marchiato Sauber e rinominato con la sigla LH10 V10. Mario Ilien, progettista del V10 tedesco, assume il ruolo di Capo Motorista e si avvale della consulenza Mercedes per lo sviluppo del suo V10, tanto che sul cofano motore della monoposto elvetica compare la scritta “Concept by Mercedes-Benz”. Il telaio è un classico monoscocca in fibra di carbonio, le sospensioni sono meccaniche in configurazione push-rod e il cambio è un semiautomatico a sei rapporti della Xtrac, modificato dai tecnici Sauber. L'estetica della monoposto è molto filante e pulita, con un musetto basso e appuntito, pance laterali stondate e il cofano motore molto rastremato, ed è resa ancora più bella dalla livrea completamente nera.
SAUBER C12, Karl Wendlinger
Montecarlo, GP di Monaco 1993
Come pilota di punta viene ingaggiata il pilota della Mercedes Academy Karl Wendlinger, affiancato dall'esperto pilota finlandese Jyrki Juhani Järvilehto (J.J. Lehto). Le prestazioni della C12 sono soddisfacenti per una monoposto debuttante e non provvista di aiuti elettronici e, nonostante una affidabilità non impeccabile, i due piloti ottengono sei piazzamenti a punti collezionando ben 12 punti che permettono al team elvetico di piazzarsi al settimo posto nella classifica costruttori.
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