JORDAN 194 Hart

   Dopo due anni al di sotto delle attese il team di Eddie Jordan nel 1994 si riporta ai livelli della sua prima stagione in Formula 1, probabilmente favorito dalla semplificazione tecnica dovuta al bando degli aiuti elettronici alla guida. La scuderia irlandese, gestita dal team manager John Walton, presenta la nuova 194, progettata dalla collaudata coppia di ingegneri Gary Anderson e Andrew Green, autori di tutte le monoposto Jordan fin dagli inizi nel 1990, coadiuvati dall'ingegnere responsabile della progettazione meccanica Mark Smith e dell'aerodinamico Darren Davies. La nuova monoposto torna "all'antico" ed è ispirata da vicino alla 191 di tre anni prima, che tanto bene aveva fatto nella sua stagione di debutto in Formula 1. 

JORDAN 194, Rubens Barrichello
Montréal, GP del Canada 1994

   Della 191 viene ripreso sia il disegno del profilo anteriore, con l'ala che non è più sorretta da tre piloni ma è collegata direttamente al muso basso e spiovente e ha una conformazione simile a quella della 191, sia quello dell'air-box e delle prese d'aria. Viene modificata la scocca nella parte inferiore del musetto e ai suoi lati vengono montati gli immancabili barge boards, mente la forma delle pance laterali è molto armoniosa e termina con un'accentuata rastrematura al posteriore. La messa al bando delle sofisticate sospensioni elettroniche in parte avvantaggia la scuderia irlandese che, non avendole mai adottate, può contare su due anni di sviluppo del proprio classico schema push-rod per l'anteriore e pull-rod al posteriore.

JORDAN 194, Andrea de Cesaris
Imola, GP di San Marino 1994

   Come motore viene mantenuto il V10 Hart 1035, in grado di erogare circa 700 cv a 13.000 giri, abbinato ad una trasmissione semiautomatica a sei rapporti costruita in casa dalla stessa Jordan. Confermato il main sponsor Sasol, la livrea della nuova 194 è simile a quella della precedente vettura ma a differenza della 193 la monoposto del '94 si rivela immediatamente competitiva e soprattutto facile da settare e portare al limite dai due confermati e talentuosi piloti della passata stagione, il brasiliano Rubens Barrichello ed il nordirlandese Eddie Irvine. Già al debutto in Brasile la nuova 194 mette in mostra tutte le sue qualità ottenendo un ottimo quarto posto con Barrichello, mentre il vulcanico Irvine causa in incidente multiplo al via che gli vale una squalifica per le tre gare successive, dove viene sostituito prima dal giapponese Aguri Suzuki e poi dal veterano pilota italiano Andrea de Cesaris.

JORDAN 194, Eddie Irvine
Interlagos, GP del Brasile 1994

   Nella seconda gara del mondiale, sul circuito di Aida in Giappone, arriva la prima vera soddisfazione per Eddie Jordan, con Barrichello che ottiene il primo podio per il team Irlandese, oltre che il primo personale. Nel drammatico fine settimana di Imola invece il brasiliano è vittima di un terribile durante le prove libere del venerdì, quando a causa del cedimento della sospensione posteriore sinistra e della velocità troppo elevata, il carioca esce di traiettoria all'ultima variante, passa di traverso sul cordolo esterno alla pista dove la vettura decolla, supera le gomme di bordopista e impatta contro le reti di protezione. L'auto rimbalza all'indietro, ribaltandosi un paio di volte e rimanendo capovolta nella via di fuga. Barrichello perde i sensi e viene rianimato dai medici a bordo pista, per poi essere portato al centro medico dove gli vengono riscontrate fortunatamente solo una frattura al setto nasale e una al braccio destro che gli impediscono comunque di proseguire il weekend di gara, dove poi troverà la morte il suo mentore oltre che grande amico Ayrton Senna.

JORDAN 194, Rubens Barrichello
Montecarlo, GP di Monaco 1994 

   Nella successiva gara, a Montecarlo, è De Cesaris a salire sugli allori conquistando il quarto posto, davanti alla Ferrari di Alesi, mentre in Spagna al suo rientro Irvine ottiene il sesto posto. Dopo cinque gare la Jordan è incredibilmente quarta in classifica costruttori con ben 11 punti, ma nella fase centrale del campionato la fragilità della 194 causa parecchi problemi ai due piloti, costretti spesso al ritiro e il solo Barrichello è in grado di ottenere un quarto posto a Silverstone. Nelle ultime sei prove del campionato, risolti i problemi di affidabilità, la 194 ritrova lo smalto di inizio stagione e ritornano i buoni risultati con la rocambolesca pole di Barrichello in Belgio, purtroppo vanificata da un incidente quando Rubens è virtualmente secondo. A fine campionato i 28 punti conquistati dalle monoposto di Eddie Jordan consentono al team di classificarsi al quinto posto nella classifica costruttori, una delle migliori nella storia della scuderia irlandese, mentre Barrichello ottiene ben 19 punti e si piazza sesto nella classifica piloti, alle spalle solo dei piloti delle tre scuderie di punta.




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