Nel corso del 1994 Eric Broadley, fondatore della casa automobilistica Lola Cars che realizza vetture da competizione nella sua fabbrica di Huntingdon nella contea del Cambridgeshire, prepara una monoposto da Formula 1 con l'obbiettivo di prendere parte al Campionato Mondiale del 1995. La presenza dello storico marchio inglese in Formula 1 abbraccia ben 30 anni, a cominciare dal 1962 con i modelli Mk4 per passare a fine anni '60 con i telai costruiti per la Honda e successivamente nella metà degli anni '70 con i telai per le vetture Embassy-Hill, per arrivare agli anni '80 con le Haas e finire nei primi anni '90 con le Larrousse.
LOLA T95-30 Allan McNish
Silverstone dicembre '94
Le ultime monoposto uscite dalle officine Lola sono le T93/30 del 1993 con le quali la BMS Scuderia Italia partecipa al mondiale dello stesso anno. Nonostante questa lunga militanza nella massima serie, il palmarès della casa automobilistica inglese è molto limitato con solo una pole position, nessuna vittoria e solo tre podi. Broadley è convinto della bontà del progetto T93/30 limitato, secondo lui, dalla presenza del motore Ferrari che non avrebbe permesso al telaio di generare tutto il carico aerodinamico necessario. Per questo progetta un ingresso in Formula 1 con un proprio team, senza più svolgere la funzione di semplice fornitore di telai ma di costruttore totale. Tutto questo però rimane condizionato dalla fornitura di un buon propulsore e dall'arrivo di uno sponsor di peso. La situazione finanziaria della Lola è infatti piuttosto precaria e i fondi a disposizione non sono certo all'altezza di sostenere un impegno finanziario importante come quello richiesto dalla gestione di una scuderia di Formula 1.
LOLA T95-30 Allan McNish
Silverstone dicembre '94
Il direttore della Lola, Mike Blanchett, nonostante reputi un'inutile perdita di tempo e di denaro questo tentativo, per trovare nuovi finanziatori assume Bredd Trafford con il ruolo di direttore del marketing, ruolo già ricoperto in Formula 1 con i team Jordan e Benetton. Julian Cooper, ex ingegnere della Benetton Formula, e Chris Saunders, ex aerodinamico del Williams F1 Team, vengono incaricati della progettazione della nuova Lola T95/30, partendo dalla base della precedente T93/30 vecchia di oltre due anni e progettata per accogliere gli aiuti elettronici ormai banditi dai nuovi regolamenti. La nuova T95/30 viene presentata alla stampa l'8 dicembre del 1994.
LOLA T95-30 Allan McNish
Silverstone dicembre '94
Il telaio, come abitudine per tutte le monoposto Lola, è un monoscocca stampato in fibra di carbonio e pannelli di alluminio, mentre le sospensioni rimangono le stesse della T93/30 e sono a doppi bracci trasversali in configurazione push-rod. La zona posteriore della monoposto allestita solo per la presentazione ha il classico scivolo estrattore, mentre sulla vettura laboratorio utilizzata per effettuare una serie di test sul circuito di Silverstone nel dicembre del 1994, guidata dal giovane scozzese e promessa dell'automobilismo britannico Allan McNish, è assolutamente non curata, priva del classico scivolo estrattore e del classico airbox posizionato sopra al motore. Questo perchè la Lola non riesce a trovare un fornitore di motori in grado di garantire la copertura per la successiva stagione, e le scarsissime risorse del team non permettono nemmeno di acquistare un moderno motore da Formula 1 da 3500 cc, tanto che sulla T95/30 viene installato un vecchio V8 Ford-Cosworth ED da 3 litri.
LOLA T95-30 Allan McNish
Silverstone dicembre '94
Nonostante che a metà febbraio 1995 venga ingaggiato come collaudatore il sudafricano Stephen Watson, tutto lascia presagire che l'uscita effettuata due mesi prima a Silverstone debba rimanere l'unica volta che la T93/30 veda la pista. Infatti non vengono programmati ulteriori test e la monoposto non sembra assolutamente pronta a gareggiare nella prima gara della stagione 1995, tanto più che la Lola non versa alla FIA la cauzione di 500.000 dollari per l'iscrizione al campionato. Il debutto della scuderia inglese viene così posticipato al 1996 ed Eric Broadley giustifica questo nuovo rinvio con la motivazione di voler avere tra le mani una monoposto in grado di competere ad alti livelli, cosa fino a questo momento assolutamente lontana dal realizzarsi visto anche lo scarsissimo budget a disposizione, ancora assolutamente insufficiente per raggiungere questo obiettivo.
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