BENETTON B196 Renault RS8

   Confermare il titolo per il terzo anno consecutivo non è certo un compito facile per una scuderia di Formula 1 e quello che avviene alla Benetton nel 1996 ne è la riprova. Gli sforzi di Flavio Briatore per portare la Benetton Formula al successo hanno dato i massimi risultati nel 1994 e 1995 con il campione tedesco Michael Schumacher capace di conquistare il titolo in entrambe le stagioni, con l'aggiunta dell'unico titolo iridato conquistato dal team nel '95 grazie anche all'abile mossa di Briatore per dotare le sue monoposto del fantastico motore V10 Renault. Le sirene delle rosse di Maranello, oltre che un ingaggio faraonico, hanno però fatto sì che Schumacher lasciasse la scuderia a fine '95, lasciando un vuoto difficilmente colmabile, visto che tutti gli sforzi tecnici della Benetton negli ultimi anni sono stati rivolti ad assecondare il suo stile di guida unico, realizzando vetture non facili da interpretare da altri piloti.

BENETTON B196, Gerhard Berger
Monza, GP d'Italia 1996

   Nel '96 infatti i due nuovi arrivati in Benetton, il francese Jean Alesi e l'austriaco Gerhard Berger, già compagni di squadra in Ferrari nelle precedenti stagioni, incappano proprio in questa difficoltà facendo fatica ad esprimere al meglio le potenzialità della B196, una monoposto direttamente derivata dalla B195 costruita intorno a Michael Schumacher assecondando in tutto e per tutto le sue esigenze. Con il senno di poi non è più tanto strano comprendere le difficoltà registrate dai vari compagni di squadra del campione tedesco nel portare al limite le monoposto che gli venivano assegnate. Oltre al cambio di piloti, altra importante novità per il team Benetton riguarda il cambio di nazionalità, abbandonando la precedente licenza britannica, ereditata dall'acquisizione del team Toleman nel 1985, per correre da questa stagione con licenza italiana. Rimane invece praticamente invariato il team di tecnici capitanati del team manager Flavio Briatore, con Ross Brawn che ricopre sempre il ruolo di direttore tecnico, Rory Byrne come capo progettista, Pat Symonds a capo del reparto ricerca e sviluppo e Nikolas Tombazis che svolge sempre il ruolo di capo aerodinamico.

BENETTON B196, Jean Alesi
Estoril, GP del Portogallo 1996 

   Come già detto la nuova B196 è una diretta evoluzione della precedente B195, con l'introduzione di un nuovo cambio semiautomatico a sette rapporti, con la possibilità però di utilizzarne solo 6. Il nuovo cambio, di costruzione Benetton, risulta però più pesante ed ingombrante della precedente versione e questo comporta un allungamento della vettura ma soprattutto una ridistribuzione dei pesi che va a modificare i delicati equilibri della monoposto. Rimangono invece invariati telaio e sospensioni, mentre dalla Renault arriva il nuovo V10 RS8, capace in questa ultima versione data in esclusiva a Benetton e Williams, di erogare 700 cv a 14.500 giri/min in configurazione gara, per toccare i 760 cv a 16.000 giri in configurazione qualifica. Una errata progettazione della presa d'aria posta sopra al capo del pilota e delle fiancate, dove sono posizionate le masse radianti, non consentono però alla B196 di esprimere tutto il potenziale del V10 francese, che sulle Williams FW18 consente ben altre prestazioni.

BENETTON B196, Gerhard Berger
Hungaroring, GP d'Ungheria 1996

   A parte le nuove protezioni poste ai lati dell'abitacolo, obbligatorie per regolamento dal 1996, e la parte superiore delle fiancate che non presenta più la zona scavata tipica della B195, la nuova B196 non si discosta molto dalla precedente versione, mantenendo quasi inalterata anche la livrea che rimane bianca e azzurra, i colori del main sponsor Mild-Seven, con il ritorno del verde Benetton sulle fiancate. La B196 si dimostra comunque molto prestazionale e, soprattutto con Alesi, nella prima fase del campionato ottiene risultati di tutto rispetto, cogliendo 6 podi senza mai però ottenere una vittoria. Da metà stagione la monoposto viene aggiornata con l'introduzione di importanti modifiche che riguardano il fondo vettura, un nuovo profilo estrattore e le sospensioni posteriori. I risultati però non sono in linea con le aspettative e addirittura si assiste ad un peggioramento delle prestazioni generali, tanto che nell'ultima fase della stagione viene presa la decisione di congelare gli sviluppi per dedicarsi alla vettura '97. Le prestazioni di Alesi, ad inizio stagione da molti candidato ad essere il prossimo Campione del Mondo, rimangono sempre su un livello alto con otto podi, anche se senza mai una vittoria, e diversi piazzamenti a punti che gli permettono di ottenere il quarto posto nella classifica piloti, mentre Berger non trova mai il bandolo della matassa e, oltre ad essere vittima di un'affidabilità tutt'altro che eccelsa della sua B196, sale sul podio solamente in due occasioni, totalizzando solo 21 punti e arrivando sesto in classifica.

BENETTON B196, Jean Alesi
Nürburgring, GP d'Europa 1996

   La B196 si dimostra essere comunque seconda solamente alla inarrivabile Williams FW18, anche se la scuderia Benetton Formula ottiene solo il terzo posto in classifica costruttori, superata nell'ultima gara stagionale dalla Ferrari grazie al secondo posto ottenuto dalla F310 di Schumacher. Una curiosità della B196 è da ricercarsi nella presentazione della monoposto, avvenuta nell'incantevole cornice di Taormina sulla costa orientale della Sicilia, dove Briatore organizza uno show di tutto rispetto, con le B196 che prima rombano tra le stradine della piccola cittadina siciliana per poi recarsi all'antico teatro greco dove avviene la presentazione del nuovo corso della scuderia italiana alla presenza della stampa specializzata. Nei test post stagionali effettuati sul circuito portoghese dell'Estoril, la Benetton concede la possibilità di provare una B196 allo sfortunato ex pilota Benetton Alessandro Nannini, che ritrova l'emozione di salire a bordo di una monoposto di Formula 1 dopo l'amputazione dell'avambraccio destro avvenuta nel 1990.   





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