ARROWS A18 Yamaha OX11C

   Finalmente conclusa la stagione '96, annata transitoria in attesa della realizzazione del progetto di TomWalkinshaw per creare un team competitivo, la TWR Arrows si butta a capofitto nel '97 con rinnovate forze e soprattutto con una struttura creata appositamente per ritornare ai vertici della Formula 1. Il nuovo inizio per la Arrows avviene con l'importante novità dell'uscita definitiva dall'azionariato societario da parte dell'ultimo dei soci storici della Arrows, Jackie Oliver, che vende tutte le sue quote a Walkinshaw. La nuova sede del team, che lascia la vecchia struttura di Milton Keynes, viene trasferita nel nuovo stabilimento appositamente costruito dalla TWR a Leafield, nell'ovest dell'Oxfordshire nel Regno Unito, dove lavora tutto lo staff tecnico incaricato di realizzare la nuova Arrows A18.

ARROWS A18, Damon Hill
Melbourne, GP d'Australia 1997

   L'accordo fatto con la Bridgestone nel '96 per utilizzare durante la stagione le vecchie A17 come monoposto sulle quali testare le nuove coperture giapponesi che dal '97 si dividono con l'americana Goodyear lo schieramento delle vetture, dà i suoi frutti alla scuderia TWR-Arrows che viene scelta come team di punta tra i cinque forniti dal colosso giapponese. Walkinshaw riesce anche ad ottenere la fornitura esclusiva del propulsore Yamaha OX11C, un V10 a 72° curato direttamente dal motorista John Judd che riesce a portare la potenza fino a 710 cv, una ventina in più rispetto alla precedente versione del V10 giapponese montata sulle Tyrrell nel '96, senza però risolvere il grave problema dell'affidabilità che anche nel '97 sarà il tallone d'Achille per le Arrows A18. La novità più importante in assoluto per il team di Walkinshaw rimane comunque l'ingaggio del Campione del Mondo in carica, l'inglese Damon Hill, in uscita dalla Williams dopo le divergenze con il direttore sportivo Patrick Head. L'ingaggio di Hill ovviamente richiede uno sforzo economico non indifferente per la “nuova” scuderia inglese, sforzo in parte coperto dagli sponsor personali della seconda guida Pedro-Paulo Diniz, ingaggiato proprio grazie alla cospicua dote finanziaria che il pilota brasiliano da qualche anno porta con se.

ARROWS A18, Damon Hill
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1997   

   La nuova A18 viene progettata sotto le direttive del direttore tecnico Frank Dernie che, dopo i successi colti con la Williams negli anni '80, è rimasto strettamente legato a Walkinshaw collaborando con il manager inglese in Benetton e Ligier nella prima metà degli anni '90. Con Dernie collaborano il nuovo capo progettista della scuderia inglese Paul Bowen e il giovane ingegnere aerodinamico Simon Jenning, cha realizzano una vettura tutto sommato piacevole alla vista. Il nuovo musetto alto è molto elegante e perde le forme goffe della precedente A17, le fiancate sono precedute dagli immancabili deviatori di flussi posizionati davanti alle bocche delle stesse e hanno una forma a cassa di violino molto armoniosa a che ben si raccorda con la rastrematura a collo di bottiglia che caratterizza la zona posteriore, mentre sul finire delle fiancate vengono posizionati due elementi aerodinamici per deviare i flussi aerodinamici sopra le ruote posteriori. Il cofano motore diventa un tutt'uno con le protezioni laterali dell'abitacolo e degrada dolcemente fino all'alettone posteriore creando una linea molto elegante, grazie anche alla nuova livrea bianca e azzurra voluta dai nuovi sponsor, Danka, Zepter e Parmalat.

ARROWS A18, Damon Hill
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1997 

   Sotto la pelle la nuova A18 presenta un telaio completamente nuovo, caratterizzato da una struttura composita in fibra di carbonio a nido d'ape. Le nuove sospensioni sono a doppi bracci trasversali in configurazione push-rod sia all'anteriore che al posteriore e sono state realizzate per far funzionare al meglio le coperture Bridgestone, mentre in accoppiata al V10 Yamaha c'è un nuovo cambio longitudinale semiautomatico a sei rapporti costruito dalla stessa Arrows in collaborazione con X-Trac. La bellezza delle linee non è però sufficiente alla nuova creatura di Dernie per essere una monoposto competitiva e nella gara di apertura del Campionato '97, a Melbourne in Australia, Damon Hill si qualifica solamente ventesimo, subendo un distacco di oltre 5” dalla pole dell'ex compagno di squadra Jacques Villeneuve, ed è costretto al ritiro addirittura nel giro di formazione per un problema all'acceleratore non prendendo così parte alla gara. Il brasiliano Diniz invece si qualifica ultimo con un distacco di 6,6” ma quantomeno finisce la gara anche se in ultima posizione e con quattro giri di distacco dal vincitore Coulthard. La A18 si rivela essere lenta e soprattutto poco affidabile e il Campionato prosegue con una serie infinita di ritiri, conclusa solamente dal settimo Gran Premio stagionale quando, dopo l'ingaggio di John Barnard in qualità di direttore tecnico, le prestazioni migliorano sensibilmente e, grazie anche alle migliorie apportate al V10 giapponese dal motorista inglese John Judd, la A18 risale rapidamente la china ottenendo il sesto posto a Silverstone e l'ottavo nella gara successiva in Germania.

ARROWS A18, Damon Hill
Hungaroring, GP d'Ungheria 1997

   Ma il momento memorabile vissuto dalla A18 resta sicuramente il Gran Premio d’Ungheria, una gara epica che vede Hill giungere inaspettatamente secondo sotto la bandiera a scacchi, un risultato che, pur se notevole per la scuderia di Walkinshaw, ha comunque il sapore della beffa. Sullo schieramento Hill occupa la terza casella. Al via la Ferrari di Schumacher mantiene la testa della corsa ma dopo alcuni giri va in crisi di gomme, mentre Villeneuve parte male e già nelle prime fasi della corsa viene passato da Hill. Il portacolori della Arrows raggiunge Schumacher al decimo giro e lo passa sul rettilineo dei box, davanti agli occhi increduli della maggior parte degli addetti ai lavori. La A18 si è trasformata nell’arco di un pomeriggio da brutto anatroccolo in un bellissimo cigno e ciò grazie anche al contributo delle gomme Bridgestone. Purtroppo, poco prima dell’inizio dell’ultimo passaggio, quando Hill sembra ormai avviato verso il primo storico successo per il team di Walkinshaw, la monoposto rallenta vistosamente per un problema idraulico al cambio che costringe il pilota inglese a viaggiare con la trasmissione bloccata in terza marcia. Villeneuve lo raggiunge e lo sorpassa, andando a vincere, mentre Hill riesce comunque a concludere secondo. Dopo un'altra ottima prestazione in Austria, dove Hill rimane in zona punti per tutta la gara prima di essere superato dalla Ferrari di Schumacher al penultimo giro e arrivare così settimo, e un quinto posto conquistato da Diniz sul circuito del Nürburgring, l'annata si conclude con l'ottavo posto in classifica costruttori con 9 punti all'attivo. Da notare che nel Gran Premio del Belgio 1997, corso sul circuito di Spa-Francorchamps, la scuderia Arrows ha festeggiato il 300° Gran Premio della sua storia.





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