BENETTON B197 Renault RS9

   La fuga di personale tecnico verso la Ferrari, che già nel '96 aveva riguardato il Campione del Mondo in carica Michael Schumacher, continua nel '97 con il direttore tecnico Ross Brawn e il progettista Rory Byrne che lasciano la scuderia di Briatore per accasarsi a Maranello. La nuova B197 che la scuderia italiana utilizza per la stagione 1997 è comunque una creazione di Rory Byrne che lascia la corte di Flavio Briatore solo dopo aver ultimato il lavoro di progettazione della nuova monoposto, che a dire il vero è un semplice evoluzione del precedente modello B196. La carica di direttore tecnico viene ricoperta ora da Pat Symonds, già in Benetton con il ruolo di responsabile del reparto ricerca e sviluppo, Nick Wirth viene promosso a capo progettista con il compito di sviluppare il progetto lasciato in eredità da Byrne, mentre Nikolas Tombazis continua a ricoprire il ruolo di responsabile del reparto aerodinamico.

BENETTON B197, Jean Alesi
Montecarlo, GP di Monaco 1997 

   Rimane immutata anche la coppia di piloti, con il francese Jean Alesi e l'austriaco Gerhard Berger ancora incaricati di pilotare le monoposto Benetton. Durante la stagione ha modo di debuttare in Formula 1 al volante di una B197 anche il giovane austriaco Alexander Wurtz che per tre Gran Premi sostituisce il connazionale Berger, costretto ad una lunga assenza per problemi fisici. Le difficoltà riscontrate dai due piloti a portare al massimo la precedente B196, una vettura piuttosto nervosa da guidare e creata appositamente per lo stile di guida di Schumacher, vengono ridimensionate con la B197 che discendendo direttamente dalla B196, mantiene quasi inalterata la zona anteriore, solo leggermente snellita, così come le fiancate e il cofano motore che hanno forme più morbide e meno squadrate. Viene invece sensibilmente modificata l'aerodinamica interna alle fiancate permettendo un migliore flusso aerodinamico verso la zona posteriore per cercare di rimediare all'eccessiva resistenza aerodinamica della precedente versione che limitava le prestazioni del potente V10 Renault.

BENETTON B197, Jean Alesi
Interlagos, GP del Brasile 1997

   Anche nel '97 la Benetton dispone del V10 Renault RS9, un motore completamente nuovo con l'angolo della V ampliato a 71° anziché i 67° precedenti, che consente un'altezza del motore di 27 mm minore rispetto al RS8 e un baricentro più basso di 14 mm, oltre che esprimere 760 cv a 17000 giri/min. Le nuove misure del V10 francese obbligano i tecnici Benetton a rivedere completamente il retrotreno, con l'utilizzo di una sospensione completamente rivista ma, nonostante gli sforzi di Tombazis, la zona posteriore della B197 risulta più massiccia rispetto alle Williams, l'altra vettura che utilizza il V10 Renault, e meno prestazionale. Nonostante il rinnovato retrotreno le prestazioni della monoposto non soddisfano completamente soprattutto sul giro singolo, dove le B197 faticano a portare in temperatura gli pneumatici, mentre nelle lunghe percorrenze si assiste ad un degrado anomalo degli pneumatici con conseguente peggioramento delle prestazioni. In pratica la B197 funziona a dovere solo sui circuiti velocissimi o su quelli particolarmente lenti ma fatica molto su quelli misti e cioè la maggior parte dei tracciati della stagione '97.

BENETTON B197, Gerhard Berger
A1 Ring, GP d'Austria 1997

   Il suo problema principale è da ricercarsi nel nuovo posteriore, con il reparto sospensioni disegnato da Byrne prima del suo passaggio in Ferrari e sviluppato successivamente da Wirth, e la parte aerodinamica curata da Tombazis, anch'egli in procinto di trasferirsi a Maranello a fine stagione. Oltretutto a differenza della Williams che ha disegnato un nuovo gruppo cambio e frizione da abbinare al V10 RS9, che ha un albero motore posizionato più in basso rispetto al precedente RS8, in Benetton si preferisce utilizzare ancora il precedente cambio modificato e riportato in configurazione a sei rapporti, sacrificando la settima marcia che veniva invece utilizzata nel '96. La veste aerodinamica della B197 rimane ancora con i classici colori bianco e azzurro che da qualche stagione caratterizza le vetture Benetton, ma l'arrivo di ulteriori nuovi piccoli sponsor e il ritorno dei colori del gruppo Benetton rendono la monoposto un ammasso di marchi e colori ben poco estetici.

BENETTON B197, Alexander Wurtz
Montréal, GP del Canada 1997

   Il debutto della B197 in pista avviene durante le prove invernali sul circuito di Jerez de la Frontera dove Berger migliora sensibilmente i tempi ottenuti pochi mesi prima da Alesi durante l'ultima gara del mondiale '96 ed ottiene tempi in linea con la concorrenza, creando false aspettative nel team. Nella prima gara del campionato '97 però è subito chiaro quali sono le reali prestazioni della monoposto che si dimostra meno veloce delle dirette concorrenti Williams-Renault e Ferrari e al pari delle McLaren-Mercedes. L'affidabilità diventa il suo vero punto di forza permettendo ad Alesi di conquistare cinque podi, anche se mai sul gradino più alto, e di occupare il terzo posto nella classifica piloti a fine stagione. Berger conquista invece l'unica vittoria della scuderia nel '97, e ultima della sua storia oltre che della carriera del pilota austriaco, con una fantastica vittoria sul circuito di Hockenheim dove batte la Ferrari di Schumacher e i padroni di casa della McLaren-Mercedes con Häkkinen, e si piazza quarto in classifica piloti con 11 punti in meno del suo compagno di squadra, pur avendo saltato tre Gran Premi sostituito dal valido Wurtz, capace anche lui di salire per la prima volta della sua carriera sul podio nel Gran Premio di Gran Bretagna. Nella classifica costruttori la Benetton ottiene il terzo posto con 67 punti, conquistando in tutto 1 vittoria, 5 secondi posti, 2 terzi e 2 pole position, e quella del '97 rimarrà l'ultima stagione dove la Benetton ottiene un piazzamento di tutto rispetto, prima di finire tra le tante scuderie di centro gruppo nelle successive quattro stagioni di permanenza in Formula 1.






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