La Jordan 196, che la giovane scuderia Irlandese guidata da Eddie Jordan ha portato in pista nel 1996, si è rivelata essere una monoposto nata male e con un rendimento altalenante e che trova una certa continuità di risultati solo da metà stagione, proprio quando l'allora team manager della scuderia John Walton lascia la squadra per passare alla Arrows. Per colmare le lacune emerse durante la passata stagione e continuare il percorso di crescita e consolidamento della scuderia già intrapreso nelle ultime stagioni vengono acquistate nuove attrezzature e soprattutto rinnovate le apparecchiature informatiche, ormai sempre più indispensabili nella Formula 1 di metà anni '90, grazie al budget messo a disposizione dallo sponsor tabaccaio Benson & Hedges, un brand di sigarette della Gallaher Group facente capo alla British American Tobacco. Il titolare del team, Eddie Jordan, decide anche di rafforzare ed ampliare ulteriormente l'organico del suo team, grazie anche alla Total e alla Peugeot che, oltre ad essere partner tecnici intervengono economicamente nella gestione della scuderia che nel '97 assume il nome di B&H Total Jordan Peugeot.
JORDAN 197, Giancarlo Fisichella
Spa-Francorchamps, GP del Belgio 1997
Vengono così assunti nuovi ingegneri, che passano dai nove del 1996 ai venti del '97, per lavorare sul progetto della nuova 197 sotto la guida del direttore tecnico Gary Anderson, storico progettista della scuderia irlandese e al fianco di Jordan fin dal debutto del team in Formula 1 nel 1991. Con il ruolo di ingegnere capo viene assunto Paul Crooks, progettista di buon livello e con esperienze in Formula 1 con Toleman e Benetton lavorando con Rory Byrne, poi in Ligier al fianco di Frank Dernie e successivamente in Simtek, dove progetta le uniche due monoposto della sfortunata scuderia inglese prima di tornare in Ligier e poi in Jordan. Viene confermato Mark Smith come responsabile della progettazione della monoposto mentre un altro importante innesto è quello del giovane Seamus Mullarkey con il ruolo di capo aerodinamico. La nuova 197 viene costruita intorno al nuovo telaio in fibra di carbonio con struttura a nido d'ape che ha un musetto più affusolato e alto rispetto alla 196. Cambiano completamente anche le fiancate della monoposto, soprattutto nelle bocche che abbandonano la particolare conformazione della 196 con due prese d'aria differenti, molto sottili e a forma di feritoia, una posizionata lateralmente all'abitacolo e l'altra nella zona esterna delle fiancate, per passare ad una conformazione più classica con un'unica bocca di dimensioni generose e che parte dal fianco dell'abitacolo.
JORDAN 197, Ralf Schumacher
Buenos Aires, GP d'Argentina 1997
Le pance sono più alte ed arretrate di prima ma soprattutto perdono la classica forma a cassa di violino delle ultime creature di Anderson per diventare più squadrate, soprattutto nella zona finale, seguendo lo stile di Ferrari e Williams. La crescita dei volumi al posteriore è dovuta anche al nuovo motore, sempre il V10 Peugeot da tre litri, aggiornato alla versione A14 e con un importante incremento di potenza che ora sfiora i 750 cv a 15500 giri/min, al pari dei V10 Ferrari e Renault, e bisognoso di un impianto di scarico e di raffreddamento più voluminoso. Per soddisfare la fame di ossigeno del V10 francese, anche la presa d'aria sopra la testa del pilota cambia radicalmente e viene staccata dal cofano motore assumendo una forma ovale schiacciata in stile Williams FW13 del 1990, mentre il cofano motore mantiene la linea snella ed elegante già vista sulla 196. La 197 abbandona la livrea color oro del '96 per vestire i nuovi colori giallo-nero che in futuro caratterizzeranno tutte le monoposto Jordan. Una caratteristica molto particolare della nuova livrea si trova sui lati del musetto, dove viene dipinta la testa di un serpente, con i piloncini di supporto dell'ala anteriore che riprendono le zanne del rettile.
JORDAN 197, Giancarlo Fisichella
Montecarlo, GP di Monaco 1997
Restando in tema, nei Gran Premi svolti in paesi che non consentono la pubblicità del tabacco, le etichette Benson & Hedges vengono sostituite con la scritta "Bitten & Hisses" legate ai serpenti, o "Ssssschuey" e "Fisssssssi" per i nomi due nuovi piloti. Infatti, confermando le sue ottime qualità di talent scout, Eddie Jordan decide di sostituire il solido brasiliano Rubens Barrichello e il veterano pilota britannico Martin Brundle con due piloti giovani ed emergenti, l'esordiente tedesco Ralf Schumacher, fratello minore del due volte campione del mondo Michael, e l'italiano Giancarlo Fisichella, che ha già esordito in Formula 1 nel '96 con la Minardi. La fame di emergere dei due giovani talenti si rivela però un boomerang per Eddie Jordan, più volte costretto a placare gli animi della coppia che in più occasioni non manca di fare scintille, come in Argentina e al Nürburgring, dove la guida spericolata del tedesco mette fuorigioco, in seguito a due contatti, proprio la vettura gemella dell'italiano.
JORDAN 197, Giancarlo Fisichella
Hockenheimring, GP di Germania 1997
Affidabile ed efficiente, la 197 permette alla Jordan di avvicinarsi ai quattro top team del 1997, Williams, Ferrari, Benetton e McLaren, con i due giovani piloti capaci di ottenere buoni risultati. Schumacher conquista il terzo posto in Argentina, senza più ottenere altri risultati fino alla seconda metà del campionato dove conquista cinque piazzamenti a punti, mentre Fisichella conquista il terzo posto in Francia e il secondo in Belgio, disputando un'ottima gara anche ad Hockenheim, dove si qualifica secondo e riesce anche a mantenere la testa della gara per diversi giri prima di essere costretto a ritiro per lo scoppio di un pneumatico. A fine anno la scuderia Jordan totalizza 33 punti, miglior risultato della sua ancora breve storia, confermando il quinto posto in classifica costruttori, Fisichella conclude il campionato ottavo con 20 punti mentre Schumacher si piazza undicesimo con 13. Nonostante i buoni risultati, verso la fine della stagione Eddie Jordan decide di separarsi da Peugeot e formare una nuova partnership con la Mugen-Honda, un sodalizio che segnerà il periodo di maggior successo della storia per la scuderia irlandese, il tutto grazie a una stagione solida e ad un gruppo di tecnici in grado di sviluppare l'ottima Jordan 197.
Commenti
Posta un commento