LOLA T97/30 Ford-Cosworth ECA Zetec-R

   Nel 1997 si assiste al ritorno in Formula 1 dello storico marchio inglese Lola Racing Cars. La casa inglese fondata negli anni '50 da Eric Broadley ha un passato di tutto rispetto come costruttore risalente al 1964 con la Mk4 di John Surtees e successivamente con i telai forniti prima alla Honda per le RA300 e RA301 di fine anni '60, per passare poi alle Embassy-Hill del '75 con il modello T371, alle Haas THL1 e THL2 con motore turbo di metà anni '80, per arrivare agli anni '90 prima con i telai per le monoposto LC della scuderia Larrousse dall'87 al '91 e nel '93 con quelli della BMS-Scuderia Italia. La T93/30 (così era siglata la vettura destinata alla scuderia italiana dove il 93 rappresenta l'anno di utilizzo mentre il 30 è la sigla data dalla casa costruttrice inglese per le monoposto destinate alla Formula 1) è stata l'ultima creatura della casa di Huntington, nella contea di Cambridgeshire in Inghilterra, a solcare un circuito di Formula 1 ma il desiderio di rientrare nella massima serie a ruote scoperte rimane vivo nella testa di Broadley e così nel 1995 comincia a prendere forma quella che sarà la vettura per l'ennesimo sbarco nel Circus, questa volta con una suo team e non più come semplice fornitore di componenti per conto terzi.

LOLA T97/30, Vincenzo Sospiri
Melbourne, GP d'Australia 1997

   Il primo passo è la realizzazione del prototipo T95/30, una monoposto progettata da un gruppo di tecnici di cui fanno parte Julian Cooper, ex ingegnere del team Benetton Formula, e Chris Saunders, ingegnere aerodinamico proveniente dalla Williams. La monoposto viene sviluppata presso la galleria del vento del Cranfield Institute e, dotata di un V8 Ford-Cosworth ED, viene affidata al britannico Allan McNish per i primi km su pista effettuati nel dicembre del 1994 sul circuito di Silverstone. Dopo questo test però il progetto viene congelato, in attesa di trovare validi finanziatori in grado di permettere un adeguato sviluppo alla vettura. Infatti per rafforzare la sua squadra, Broadley assume Brett Trafford come direttore marketing, ruolo già ricoperto in precedenza nella scuderia Benetton e successivamente in Jordan Grand Prix, ma lo stallo in attesa di nuovi sponsor prosegue fino al 1996 inoltrato, quando Trafford riesce finalmente a concludere un accordo con MasterCard in grado di garantire la liquidità necessaria per avviare definitivamente il progetto.

LOLA T95/30, Allan McNish
Silverstone, test privati 1994

   In questo periodo infatti la factory britannica, sempre più moderna e in fase di riorganizzazione e potenziamento in ogni sua area di progetto, decide definitivamente di intraprendere una rinnovata avventura in Formula 1 strutturando ex novo un proprio team, emanazione ufficiale e diretta di Lola Cars. Nasce così il MasterCard Lola F1 Team diretto da Ray Boulter, mentre contemporaneamente parte della azienda viene scorporata da Lola Cars, originando la Lola Formula 1 Ltd., branca aziendale esclusivamente finalizzata alla gestione del programma Formula 1. Roger Tyler, Tony Woods e Laurie Bary dirigono uno staff tecnico e produttivo ben concepito e ulteriormente affinato, al quale concorrono Eric Broadley e Chris Murphy e ulteriormente rinvigorito mediante l’acquisizione di nuovi tecnici. L’intenzione della Lola, ad onore del vero, è partecipare al Mondiale di F1 del 1998 ma il nuovo sponsor MasterCard vuole affrettare i tempi, costringendo il costruttore inglese a realizzare la monoposto in tempo per il primo GP della stagione iridata 1997, quello d’Australia a Melbourne, in programma il 9 marzo.

LOLA T97/30, Vincenzo Sospiri
Melbourne, GP d'Australia 1997

   La nuova T97/30 si presenta volutamente convenzionale, più facile da gestire ed eventualmente migliorare ed estremizzare, e basata meccanicamente sul prototipo T95/30. La monoposto é caratterizzata da un muso alto a forma di scafo e da pance laterali particolarmente massicce e alte. I terminali di scarico, così come i bracci inferiori della sospensione posteriore sono posizionati sopra il profilo estrattore, soluzione pregevole ma copiata dalla Williams. A spingere la vettura provvede il vecchio e poco potente V8 Ford-Cosworth ECA Zetec-R, anche se la Lola vorrebbe rimpiazzarlo, almeno entro la fine della stagione agonistica, con l'inedito V10 realizzato dal motorista inglese Alwyn Mielling, personaggio noto nel mondo della Formula 1 per le sue consulenze. Sospensioni push-rod sia all'anteriore che al posteriore, un cambio trasversale semiautomatico a 6 rapporti di costruzione Lola e pneumatici Bridgestone completano una vettura che si presenta in Australia con solo 8 giri effettuati a Silverstone sulle spalle e con tanti punti interrogativi circa la sua reale competitività. La scelta dei piloti ricade sull'italiano Vincenzo Sospiri e sul brasiliano Ricardo Rosset, due piloti emergenti nell’automobilismo internazionale che nel 1995 hanno monopolizzato la classifica dell’International Formula 3000 Championship al volante delle Reynard, con l’italiano campione e il brasiliano che chiude al 2° posto. Rosset, inoltre, è alla sua seconda stagione in Formula 1 avendo guidato nel '96 la Footwork FA17. Nonostante tutte le difficoltà, Eric Broadley sprizza ottimismo, ritenendo possibile e plausibile una lotta ad armi pari con le debuttanti vetture del team Stewart, ma la realtà è ben altra cosa e i 5 km del tracciato australiano fanno precipitare il team inglese in un autentico incubo.

LOLA T97/30, Vincenzo Sospiri
Melbourne, GP d'Australia 1997

   La T97/30 è lenta, lentissima, oltre che inguidabile e accusa ritardi di oltre 12” dalla pole di Villeneuve e 5” dall'ultima vettura qualificata. All’indomani della mancata qualificazione al Gran Premio d’Australia, lo staff tecnico Lola apporta alcune modifiche alla T97/30 con fiancate più slanciate e scavate nella rastremazione posteriore e sospensioni riviste ma, nonostante le monoposto sono già in Brasile per la seconda gara stagionale, a fronte della disastrosa situazione tecnica palesata, lo sponsor principale MasterCard ritira immediatamente l'appoggio economico alla scuderia. L'ammanco di liquidità è tale che il team si ritira dal campionato e viene messo immediatamente in liquidazione, situazione fortunatamente risolta nel 1998 grazie all'intervento di un gruppo di investitori britannici guidato da Martin Birrane che salva la Lola da una sicura bancarotta. Dopo una sola presenza, senza peraltro aver disputato nemmeno una gara, finisce così l'esperienza di Broadley e della sua Lola Formula 1 Ltd. come costruttore in Formula 1. 




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