Con il definitivo passaggio della proprietà del team Stewart Grand Prix nelle mani della Ford Motor Company, nasce il nuovo Team Jaguar Racing. L'operazione viene definita il 14 settembre del 1999 e il nome Jaguar viene scelto dalla stessa Ford come operazioni di marketing globale per promuovere l'azienda di auto sportive Jaguar, di proprietà della stessa Ford. Nonostante questo non viene utilizzata nessuna tecnologia proveniente dalla Jaguar ma si utilizza in tutto e per tutto il know-how maturato dalla stessa Ford negli ultimi anni passati in Formula 1, prima al fianco di Benetton e successivamente di Stewart.
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JAGUAR R1, Johnny Herbert Imola, GP di San Marino 2000 |
La sede del team rimane ancora a Milton Keynes, una città del Regno Unito del sud-est dell'Inghilterra nel Buckinghamshire, già sede della squadra appartenuta agli Stewart, e viene designato come Team Manager Wolfgang Reitzle, all'epoca a capo del Premier Automotive Group della Ford, mentre come amministratore Delegato viene designato Bobby Rahal, uomo di grande esperienza nelle corse di oltreoceano. Il gruppo di tecnici che lavora sulla nuova Jaguar R1 rimane quello della passata stagione con Gary Anderson e Darren Davis, entrambi arrivati dalla Jordan, che ricoprono ancora il ruolo di Direttore Tecnico e Capo Aerodinamico mentre per il ruolo di Progettista viene scelto di sostituire la coppia Dave Amey e Simon Smart con un progettista interno alla Ford, l'Ingegnere John Russell.
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JAGUAR R1, Eddie Irvine Hockenheimring, GP di Germania 2000 |
La nuova R1, nonostante parta dal valido progetto della precedente Stewart SF3, presenta molte differenze aerodinamiche a partire dal musetto che viene leggermente abbassato assomigliando molto a quello della McLaren MP4/14 del '99. Le fiancate sono molto alte e con una forma che ricorda le fiancate a cassa di violino introdotte da Barnard un decennio prima. Il cofano motore è molto più stretto di prima, grazie al nuovo V10 Ford-Cosworth CR-2 ulteriormente snellito anche se la sua potenza rimane invariata sviluppando sempre 770 cv a 16500 giri/min, ancora lontano dalle prestazioni dei motori Ferrari e Mercedes. La presa d'aria del motore diventa triangolare mentre i due deviatori di flusso posizionati davanti alle ruote posteriori sono più accentuati rispetto a quelli quasi rettilinei visti sulla SF3. Sotto al vestito la nuova Jaguar R1 presenta però molte novità a partire dal nuovo telaio alleggerito e dalle nuove sospensioni posteriori con l'ammortizzatore spostato nella parte bassa del cambio con lo scopo di abbassare i pesi. Per lo stesso motivo viene anche rivisto il sistema di lubrificazione, completamente nuovo ma all'origine di gran parte dei guasti subiti dalle due R1 durante la stagione.
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JAGUAR R1, Johnny Herbert Melbourne, GP d'Australia 2000 |
Sul fronte piloti il team ingaggia il secondo classificato nel mondiale 1999, il nordirlandese Eddie Irvine in arrivo dalla Ferrari, e conferma l'esperto pilota inglese Johnny Herbert, alla sua ultima stagione in Formula 1, oltre che il brasiliano Luciano Burti come terza guida che durante la stagione e precisamente in occasione del Gran Premio d'Austria, sostituisce l'infortunato Irvine facendo così il suo debutto in Formula 1. L'auto si rivela ampiamente deludente nonostante sprazzi di competitività, soprattutto nelle mani di Eddie Irvine che è regolarmente in grado di qualificare la sua R1 tra i primi dieci. Se nel giro secco la nuova Jaguar si dimostra sufficientemente competitiva, nel ritmo di gara è spesso lenta e soprattutto con gravi problemi di affidabilità spesso dovuti al sistema cambio-frizione.
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JAGUAR R1, Johnny Herbert Montecarlo, GP di Monaco 2000 |
La stagione di esordio della nuova scuderia inglese non comincia secondo le aspettative e nelle prime due gare del Campionato entrambe le R1 sono costrette al ritiro. Solo in qualifica la vettura dà prova di competitività, con Irvine che ottiene il sesto tempo in Brasile mentre in gara le cose migliorano solo a Montecarlo dove ancora il nordirlandese arriva quarto portando così i primi punti al team. Il resto della stagione, tuttavia, è fatto da molti arrivi fuori dalla zona punti e con i soliti sprazzi di competitività in qualifica, come il sesto tempo di Irvine in Canada, l'ottavo di Herbert in Germania e i due settimi crono di Irvine in Giappone e Malesia. Proprio sul circuito di Sepang arriva l'ultimo punto stagionale della monoposto, con il pilota nordirlandese che taglia il traguardo in sesta posizione mentre Herbert, alla sua ultima gara in Formula 1, è vittima di un incidente spaventoso causato dal cedimento delle sospensioni da cui ne esce fortunatamente illeso e solo con lievi ferite. La stagione si chiude con solo 4 punti, ottenendo un deludente 9° posto in Classifica Costruttori, davanti alle sole Minardi e Prost.
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